di Franco Vitali
MARINEO. Venerdì 23 aprile due appuntamenti da non perdere in occasione della festa di San Giorgio. Alle ore 19 santa Messa in chiesa Madre; alle 21 spettacolo a cura degli Scout in piazza Sainte Sigolene.
San Giorgio Martire nacque in Cappadocia intorno al 270 d.C. da Geronzio, persiano, e dalla cappadoce Policronia i quali lo educarono cristianamente. Da adulto divenne tribuno, dapprima nell’esercito persiano e successivamente in quello dell’imperatore Diocleziano. Nel 303 col suo famoso editto, l’imperatore romano decise la persecuzione di tutti i cristiani: Giorgio allora abbandonò l’esercito, distribuì i suoi beni ai poveri, strappò pubblicamente l’editto ed affermò la sua fede in Cristo. Arrestato, rifiutò di abiurare la sua fede e per questo venne incarcerato, torturato ed infine decapitato. Era il 23 aprile dell’anno 303. (continua)
MARINEO. Venerdì 23 aprile due appuntamenti da non perdere in occasione della festa di San Giorgio. Alle ore 19 santa Messa in chiesa Madre; alle 21 spettacolo a cura degli Scout in piazza Sainte Sigolene.
San Giorgio Martire nacque in Cappadocia intorno al 270 d.C. da Geronzio, persiano, e dalla cappadoce Policronia i quali lo educarono cristianamente. Da adulto divenne tribuno, dapprima nell’esercito persiano e successivamente in quello dell’imperatore Diocleziano. Nel 303 col suo famoso editto, l’imperatore romano decise la persecuzione di tutti i cristiani: Giorgio allora abbandonò l’esercito, distribuì i suoi beni ai poveri, strappò pubblicamente l’editto ed affermò la sua fede in Cristo. Arrestato, rifiutò di abiurare la sua fede e per questo venne incarcerato, torturato ed infine decapitato. Era il 23 aprile dell’anno 303. (continua)
4 commenti:
Carissimo Giorgio
Gent.mo Signor Parroco
Non senza tentennamenti mi accingo a rivolgermi a Voi due dopo aver preso in considerazione tutti gli elementi possibili.
Soprattutto tu Giorgio converrai con me che dopo tanto tempo “riapparire” cosi all’improvviso mi ha creato un certo imbarazzo. Se inizialmente hai accettato di condividere con me titoli e onori, di cui ti sono grato e debitore, ora dopo tanto silenzio riappari quasi con autorità e con un velo di rancore come se imputassi a me questo oscuramento.
Sì noi marinesi siamo gente “di dura cervice” alle volte rancorosi , quasi invidiosi ma grazie a Dio non cattivi. Basti pensare alle innumerevoli confraternite, associazioni, gruppi e non so cos’altro.
Riempiamo le chiese con gioia, cantiamo centinaia di canzoni nella nostra lingua, ci guadagniamo la strada verso il paradiso in tutti i modi.
Alle volte sembra che tutti gli Arcangeli siano alle porte del paese di guardia contro il male.
Il tuo ritorno e soprattutto questa storia di tener lontano il male non mi convince.
Quale male ?
Sono decenni che da buon medico curo tutti i mali di Marineo. Non ho trascurato nulla, mi sono sempre tenuto aggiornato non solo sulle scenze mediche ma anche su i vari malanni.
Cosa hai da rimproverarmi ?
Ora riappari vantando diritti e mi aspetto revisionismo e processi.
Ti sei nascosto dietro il parroco e come da un cilindro sei riapparso . Il cilindro del parroco.
Ed io secondo voi mi ero imboscato ? Non ho forse curato i marinasi con amore ed affetto ?
No caro Giorgio non è sufficiente che siamo coetanei, non è sufficiente che siamo stati processati e condannati lo stesso anno.
Io sono rimasto al mio posto sempre tu sei quasi sparito.
Hai ritenuto l’Inghilterra meglio di Marineo, ti sei dedicato a proteggere ordini cavallereschi, e non so cos’altro, ma permettimi, Marineo l’hai snobbata.
Non so che progetti hai ma ti ho lasciato mentre in riva al lago salvavi una bella ragazza, l’hai sposata dopo ?, mentre io bisturi alla mano curavo curavo curavo come un medico senza frontiere.
Ora forte della protezione del parroco ti ripresenti a noi .
Intanto noi non siamo indemoniati per meritarci un parroco esorcista, e se nel tuo curriculum è evidenziato “specialista in dragologia” non significa , come qualcuno ha evidenziato, che il male va cercato “presso di noi” .
Ti prego quindi di farmi sapere anche tramite il parroco quali sono le tue intenzioni.
Aspetto tue notizie.
Tuo
Dottor Ciro Alessandrino
Medico chirugo
Caro Dott.Ciro,
mi rattrista leggere le righe di sopra che sembrno essere scritte non con la magnificenza che l'ha sempre contraddistinta e l'umiltà con cui l'abbiamo conosciuta, piuttosto con acredine e ottusità che non la contraddistinguono.le scrivo questa presente per tranquillizzarLa circa la mia mancanza di volontà nel volerLe sottrarre quanto negli anni si è conquistato nel cuore dei marinesi.inutile rimarcare il fatto che fossi arrivato io per primo nel posto e pretendere con ciò la primogenitura,con oneri e onori, perchè la tolleranza e la bontà mai mi hanno lasciato.Il suo percorso scolastico e umano sicuramente l'hanno avvicinato,oltre che ai sofferenti del corpo,anche a quelli dello spirito e della mente.mentre Lei ha pienamente soddisfatto i primi, spesso i secondi hanno avuto bisogno di me,umile cavaliere.anche le donzelle di oggi sognano un eroe che uccida il drago,sia esso visibile che onirico.a questi mi sono dedicato,umilmente come è mio solito fare e senza pretendere onori e magnificenze.se oggi qualcuno si è ricordato di me,lo ringrazio e me ne rallegro.Io che non ho mai preteso nulla se non di starLe accanto,quasi come fossi il fratello più piccolo.Io che nel mondo ho avuto riconoscimenti e gloria,non ho tralasciato i miei concittadini di marineo, li ho semplicemente guardati da lontano sicuro che lei avrebbe provveduto.ma quando ce n'è stato bisogno ho tralasciato tutto e sono accorso.Sà, mio caro Ciro, un buon padre non è colui a quale i figli si prostano e che temono, così come non lo è quello che si dedica soltanto ad uno, tralasciando gli altri.Un buon padre guarda a tutti i suoi figli,buoni e cattivi; si dedica a quelli che hanno più problemi, ma non trascura gli altri.Il Suo compito negli anni lo ha svolto egregiamente.Se oggi i miei figli mi hanno chiamato è perchè,forse, hanno bisogno ANCHE di me.le Sue parole trasudano quelle accuse e rabbia che tra noi non dovrebbero esserci.Non è che negli anni si è "marinesizzato"anche Lei?che da buon padre è diventato un fratello che vede e giustifica,in maniera poco obbiettiva?e poi...il parroco.Dimentichi che abbiamo avuto tutti e tre un solo e unico MAESTRO? che noi due abbiamo lottato e siamo morti per portare la Sua parola e per questo oggi siamo quà? lui ha ricevuto un mandato diverso.avrà come noi i suoi pregi e i suoi difetti.e sicuramente avrà "le armi"per continuare quella missione che Ci è stata affidata.non è che Lei piuttosto si sente in pericolo?non abbia paura, io sono accanto a Lei per vigilare su questo paese,come lo sono stato sempre,anche se non visto.e poi si sà: "Melius abundare quam deficere".
umilmente Giorgio
Ti segnalo di modificare la data del titolo perche la festa è il 23 aprile e non il 24
Grazie.
N.L.S.
A parte il gustoso contraddittorio tra i due santi che l'autore del post ha voluto riportare credo contribuisca un poco alla vicenda locale dei due protettori aggiungere qualche informazione supplementare.
A San Giorgio nel 1556 viene dedicata la costruenda chiesa madre di Marineo e rimane il protettore unico sino al 1665 quando la Famiglia Pilo non porta le reliquie di S. Ciro. La presenza di S. Ciro, a marineo ha sempre più acquistato importanza nell'immaginario dei marinesiin funzione delle caratteristiche della storia del santo medico: fattoredi vitae importanza in momenti di pestilenze e malattie molto diffuse che mietevano vitrtime in maniera impressionante: basta consultare l'andamento dei morbi vari nel seicento settecento e in corrispondenza l'andamento della mortalità a Marineo per rendersene conto. Comunque san Giorgio rimane sempre il primo eprincipale patrono di Marineo come recita la carta intestata della parrocchia sino alla fine dell'ottocento. e l'immagine del santo a cavallo che trafigge il drago era presente nella iconografia sacra marinese nelle cui chiese c'erano, con riscontronegli ivetari delle opere d'arte locali del sei settecento.
La devozione a S. Ciro a partire dalla seconda metà dell'ottocento alimentata dallo strutturarsi del drammasrcro della Dimostranza e con l'avvento della versione curata dal Piraino e poi da Padre Raineri che governò la parrocchia di Marineo per mezzo secolo del novecento, segnarono la frotuna di S. Ciro , condannando S. Giorgio all'oblio. Una sorta di damnatio memoriae colpi il primo e princilale patrono di marineso. I quadri sono spariti consumati dal tempo, unica icone che è sopravvissuta è una immagine mediocre in ferro battuto, che per ironia della sorte sta ai piedi dell'urna di S. Ciro.
Di recente ho sollecitato la bottega di ceramiche Puccio a inserire San giorgio nell'iconografia delle sue realizzazioni ceramiche, consiglio che ha seguito e che ha riscosso un notevole successo.
Ben venga la rivalutazione del santo la cui storia , che per quanto dimenticata, trova degli spunti di grande interesse per la spiritualità del nostro tempo.
Nino scarpulla
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