mercoledì 28 gennaio 2015

San Ciro a Marineo: la donazione di Alessandro VII e origine del culto


di Nuccio Benanti
Ad oggi non è stato possibile ricostruire né attraverso le fonti storiche né orali i veri motivi che nel 1665 spinsero gli abitanti di Marineo a cambiare il patrono, a sostituire san Giorgio con san Ciro. 
Sappiamo, comunque, che «una occasione qualunque, un infortunio, una pubblica calamità, bastarono per soppiantare con un nuovo un vecchio patrono; e i devoti con armi e bagaglio, passare sotto la protezione di esso». (Pitrè) E che la presenza delle reliquie garantiva prestigio politico e autorità spirituale. Anche il marchese Girolamo Pilo, destinatario della donazione del teschio del santo, avrà quindi tratto popolarità e consensi dalla popolazione. Un sermone di Walter Suffield, vescovo di Norwich, fu in gran parte dedicato a dimostrare che l’Inghilterra era superiore alle altre nazioni per la collezione di reliquie che possedeva. Non solo una nazione, ma una regione, una città, un individuo acquisiva un nuovo status quando riusciva ad ottenere una reliquia preziosa, che valeva più dell’argento e dell’oro. (Sumption) La presenza dell’insigne reliquia e la notizia delle prime guarigioni operate dal “medico celeste” a Marineo furono certamente due degli elementi che ne decisero il rapido passaggio, in un’epoca piena di carestie e pestilenze come la seconda metà del Seicento. Ancora oggi i marinesi concludono il rosario del santo con una preghiera finale per scongiurare, appunto, «fami, pesti, guerri, tirrimoti, piccati mortali e divini flagelli». Il culto di san Ciro a Marineo trae, quindi, origine dalla donazione della reliquia concessa da papa Alessandro VII il 20 aprile 1665 al marchese Girolamo Pilo. La concessione e l’autenticità della stessa, secondo la testimonianza di due parroci di Marineo, Natale Raineri (parroco dal 1923 al 1970) e Francesco La Spina (parroco dal 1970 al 1999), autori di alcuni libri sulla parrocchia, è provata da una «pergamena romana» custodita all’interno dell’altare del santo, in chiesa Madre. Di questo documento si parla anche in un verbale redatto il 31 maggio 1935 in occasione del restauro dell’urna di argento che custodisce il teschio. Nel verbale si legge: «[...] Rimosso facilmente il coperchio, ha estratto un teschio che, da documenti esibiti di cui si annette copia, confortate dalla tradizione locale, risulta essere quello che dal 1665 è venerato quale insigne reliquia di san Ciro Martire». Nell’archivio della parrocchia è conservata una copia del documento, però manca l'originale. In mancanza di documenti di prima mano, sull’introduzione del culto di san Ciro in paese è sicuramente interessante l’analisi della diffusione del nome Ciro, osservabile attraverso una lettura del registro parrocchiale. E’ un dato certo che dal 1556, anno di istituzione della parrocchia, fino al 1664 nessuna persona in paese si chiamasse Ciro o Cira. Nei documenti dell’archivio parrocchiale questo nome non compare mai. Per la prima volta, il 24 giugno 1665 due genitori, Antonino e Adriana Ficarra, portarono il loro bambino, nato il giorno prima, dal parroco Onofrio Rocco e lo fecero battezzare chiamandolo Ciro. Questo fu il primo bambino marinese a portare il nome del nuovo patrono. Alla fine del 1665 ben 24 nati portavano il nome del santo, mentre nell’arco di due anni il nome Ciro fu dato a più di cento persone, in una popolazione che al tempo contava circa 2300 anime. Un fatto eccezionale, se si considera il tradizionale attaccamento dei siciliani ai nomi familiari o a quelli stereotipati. Anche nei secoli successivi si continuerà di questo passo, cosicché oggi è questo il nome più caratteristico di Marineo. Per quanto riguarda il successivo sviluppo del culto a Marineo, è testimoniato soprattutto dalla commissione di opere d’arte finanziate, a partire dal XVII secolo, sia da parte marchesi di Marineo che dal popolo. Fra le prime opere in cui compare la figura di san Ciro c’è una tela della seconda metà del XVII secolo custodita nella chiesa Madre che lo raffigura circondato da putti alati (Trentacosti). L’urna d’argento che custodisce la reliquia fu finanziata nel 1702 da un devoto, Giovanni Gozzo, per grazia ricevuta. La base del reliquiario venne invece commissionata, nella stessa epoca, dal marchese Ignazio Pilo. Mentre, sull’altare monumentale che custodisce il teschio si legge: «Edificato nel 1737 essendo marchese di Marineo Ignazio VI col concorso del popolo».

martedì 27 gennaio 2015

San Ciro martire: l'origine del culto presso le prime comunità cristiane


di Nuccio Benanti
Alla vigilia del martirio Ciro e Giovanni si portarono a Canopo per incoraggiare tre fanciulle, Teotiste, Teodota ed Eudossia, e la loro madre Atanasia, a non venire meno alla loro fede. E non ebbero paura della morte, poiché «chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna» (Gv 12, 25).
Avendo perso la loro vita per il Signore, i martiri rappresentano per i cristiani un grande esempio da seguire, un modello da imitare per riscattarsi dalla morte terrena, dalla malattia, dal peccato. Il solo evocare il nome dei testimoni della fede richiama immediatamente alla mente l'idea del sofferenza, del sangue versato e del sacrificio. Valori che accomunano la loro esperienza a quella di Cristo. «Se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo; se invece muore porta molto frutto» (Gv 12, 24): è con queste parole che Gesù annuncia la sua glorificazione attraverso la morte. «E’ Cristo il chicco di frumento che morendo ha dato frutti di vita immortale. E sulle orme del Re crocefisso si sono posti i suoi discepoli, diventati nel corso dei secoli schiere innumerevoli di ogni nazione, popolo e lingua: apostoli e confessori della fede, vergini e martiri, audaci araldi del vangelo e silenziosi servitori del Regno» (Giovanni Paolo II). La vicinanza, il legame spirituale tra il sacrificio di Cristo sulla croce, il suo sacrificio eucaristico e il sacrificio dei santi martiri è messo bene in evidenza nell'Apocalisse di San Giovanni: «Vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa […]. Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide con il sangue dell'Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro» (Ap 6, 9; 7, 14-15). I martiri sono, perciò, coloro che hanno un rapporto privilegiato con la divinità: per questo motivo possono operare da intermediari tra il contesto terreno e quello divino. Per i cristiani dei primi secoli il culto dei santi non differì molto dalla pietà nei confronti dei defunti. Ma Sant'Agostino spiega che «noi non preghiamo per i martiri, ma raccomandiamo noi stessi alle loro preghiere», mentre Vittricio, vescovo di Rouen, li descrive come una legione impegnata nella battaglia contro il male. Infine, San Tommaso d'Aquino cita ancora Sant'Agostino per spiegare che si diventa martiri «non per la pena, ma per la causa». Non c'è dubbio, quindi, che Ciro di Alessandria rappresentò da subito, per la cultura cristiana del tempo, un valido esempio di santità. La sua vita mirabile, nonché la causa della sua gloriosa morte consentirono ai primi credenti di additarlo come testimone della fede ad imitazione di Gesù Cristo. Dopo il martirio, avvenuto il 31 gennaio del 303 sotto Diocleziano, mani pietose raccolsero i resti mortali di Ciro di Alessandria e di Giovanni di Edessa che vennero sepolti nella Chiesa di San Marco, ad Alessandria d'Egitto. E in questo luogo le reliquie rimasero per un secolo. Il 26 giugno del 414 i resti furono traslati, per mano del patriarca Cirillo, nel tempio di Menouthis, dove gli abitanti erano ancora dediti a riti pagani. Nelle tre tappe del trasporto delle reliquie, il prelato tenne altrettante omelie, successivamente trascritte da Sofronio nei suoi Atti. E la notizia di alcune guarigioni richiamarono presto numerosi pellegrini in quella terra chiamata oggi Aboukir, in memoria di Abba Kyr, cioè del Padre Ciro.

domenica 25 gennaio 2015

Castello Beccadelli, incontro-dibattito sullo stato delle strutture museali


di Piazza Marineo
Un incontro organizzato dalla Proloco di Marineo per parlare del futuro del Castello Beccadelli e dello stato del polo museale marinese.

sabato 24 gennaio 2015

San Ciro a Marineo, nel 350° anniversario concerto di “Musica Reservata”


di Piazza Marineo
Venerdì 30 gennaio, alle ore 21, presso la Chiesa Madre di Marineo, concerto del gruppo vocale-strumentale “Musica Reservata” di Palermo nel 350° anniversario dell’arrivo delle Reliquie di San Ciro Marineo (1665-2015).
L‘ensemble vocale-strumentale Musica Reservata, fondato dal suo direttore Andrea Fossati nel 2003, si dedica prevalentemente allo studio ed all’esecuzione di brani sacri e profani del repertorio rinascimentale e del primo barocco. Tra i suoi componenti annovera musicisti professionisti che partecipano a formazioni di rilievo nel panorama musicale italiano ed internazionale quali “Studio di musica antica Antonio il Verso”, il Coro da camera del centro italiano di musica antica di Roma, il gruppo Euphonia, il coro Opera Laboratorio del Teatro Massimo di Palermo, il Coro dell’Accademia “A.Gibilaro”, L’Ensemble LeBrun. L’organico stabile del gruppo è formato da: Broni Hornsby (soprano), Flavia Pucci (soprano), Annamaria Amato (mezzosoprano), Salvatore Clemente (controtenore, violoncello), Antonio Di Rosalia (tenore), Fabrizio Corona (tenore), Giuseppe Badamo (basso), Silvio Natoli e Paolo Carrara (tiorbe, viola da gamba e chitarre barocche), Andrea Fossati (concertatore, cembalo). Il numero dei musicisti è però variabile, a seconda del repertorio, e va dal duo fino all’orchestra da camera a parti reali. Musica Reservata ha debuttato nel dicembre 2003 nella Chiesa del SS. Salvatore a Palermo ed esegue soprattutto brani di Monteverdi, Marenzio, Gesualdo, Desprez, Arcadelt ed altri compositori del periodo. L’ensemble ha partecipato negli anni a numerosi festival e stagioni concertistiche specializzate in musica antica in Italia ed in Europa. I componenti di Musica Reservata credono nella formazione continua, provando regolarmente e studiando un ampio repertorio ed essendosi, nel tempo, perfezionati con maestri di tecnica vocale del calibro di Micheal Aspinall, Claudia Carbi, Giorgio Mazzucato, Anton Pfell, Henri Farge e partecipando a corsi di musica antica in Italia ed all’estero.

venerdì 23 gennaio 2015

A Mons. Giuseppe Randazzo il premio del Forum Associazioni di Palermo


di Piazza Marineo
Nella Sala Magna dello Steri, domenica prossima 25 gennaio, alle ore 16.30, sarà attribuito a Monsignor Giuseppe Randazzo il "Premio Forum delle Associazioni 2014” giunto alla sua X edizione.
Alla cerimonia interverrà il Magnifico Rettore Roberto Lagalla. Il premio sarà consegnato da Gioacchino Lanza Tomasi vincitore della IX edizione. Secondo lo spirito del premio che intende mettere in luce quei cittadini che con la loro opera hanno dato lustro alla città e alla Sicilia, le associazioni culturali Amici dei Musei, Anisa, Dimore Storiche, Italia Nostra, Salvare Palermo, hanno assegnato all'unanimità,insieme ai vincitori delle scorse edizioni di diritto parte integrante della giuria, hanno deliberato di assegnare a Monsignor Giuseppe Randazzo, Direttore del Museo Diocesano della città il premio per la sua operatività e la svolta culturale che egli ha indicato ai suoi collaboratori nella gestione e fruizione dei Beni della Diocesi. Introdurrà e condurrà la manifestazione Nino Vicari coordinatore del Forum delle Associazioni. Interverranno, con brevi relazioni, Pierfrancesco Palazzotto, vicedirettore del Museo Diocesano, e Vincenzo Abbate, ex Direttore del Museo di Palazzo Abatellis.

giovedì 22 gennaio 2015

"Un americano a Palermo": Villafrati, commedia brillante al teatro del Baglio


di Piazza Marineo
Domenica 25 gennaio alle ore 21 presso il Teatro del Baglio di Villafrati (corso San Marco). 
L’Associazione teatrale “San Filippo Neri” di Roccapalumba metterà in scena “Un americano a Palermo”, commedia brillante in due atti di Gioacchino Faranna, regia Enzo Grifò. Lo spettacolo è il sesto appuntamento della “Rassegna di teatro popolare”, promossa dal Teatro del Baglio, giunta quest’anno alla terza edizione. Biglietti euro 5, ridotto euro 4. Prenotazioni e informazioni presso cell. 3894230727.

domenica 18 gennaio 2015

Grottaglie, X edizione di Medici per San Ciro: “I Giovani… un ponte per il futuro”


di Piazza Marineo
Grottaglie si prepara a celebrazione la X edizione di Medici per San Ciro. Un momento importante che anche quest’anno avrà come protagonisti i giovani delle tre scuole medie superiori della città delle ceramiche.
L’evento, dal titolo “I giovani… un ponte per il futuro” gode di importanti patrocini: Ministero della Salute, Camera del Senato, Regione Puglia, Città di Grottaglie, Gal Colline Joniche e Green Road, Coldiretti Taranto e Campagna Amica, Confagricoltura Taranto, Rotary Club Grottaglie, Associazione Italiana Calciatori, Azienda ASL Taranto, Ordine dei Medici di Taranto, BCC San Marzano di San Giuseppe, Ultras Grottaglie, Liceo “G. Moscati”, Liceo “V. Calò”, IIS “Pertini/Don Milani” e Confraternite Grottaglie. Si partirà lunedì 26 gennaio alle ore 10:00 con la conferenza stampa di presentazione della X edizione, che si terrà presso il Castello Episcopio di Grottaglie. Martedì 27 gennaio, sarà il momento del “Fruit Day”, evento organizzato in collaborazione con il GAL Colline Joniche, Coldiretti Taranto, Campagna Amica, Confagricoltura Taranto e Rotary Club Grottaglie. Mercoledì 28 gennaio, con il “Football day and charity” saranno ancora i giovani i protagonisi. Alle ore 11:00, presso lo Stadio comunale Atlantico D’Amuri di Grottaglie, l’Ars et Labor Grottaglie incontrerà il neonato Team dei giovani di Medici per San Ciro, in un incontro di calcio in collaborazione con gli Ultras Grottaglie. Momento clou della X edizione di Medici per San Ciro, sarà la giornata di Giovedì 29 gennaio, che comincerà la mattina alle ore 11:00 quando verranno benedetti e consegnati alla città di Grottaglie due Totem con Defibrillatori, donati da Medici per San Ciro e dalla BCC di San Marzano di San Giuseppe. I due apparecchi verranno posizionati in piazza Principe di Piemonte e in piazza Regina Margherita alla presenza delle autorità comunali. La serata celebrativa della X edizione, avrà inizio alle ore 18:00 in Chiesa Madre con la S.S. Messa presieduta da S.Ecc.Rev.ma Salvatore Ligorio, Arcivescovo di Materia-Irsinia. Dopo i Saluti del sindaco di Grottaglie avv. Ciro Albrese, il presidente di Medici per San Ciro, dott. Salvatore Lenti, racconterà il traguardo dei 10 anni della Onlus. Subito dopo il più giovane e meritevole laureato in Medicina di Grottaglie nel 2014, verrà insignito del premio “Dottor Ciro Rosati”. Seguirà una tavola rotonda dal titolo “La fuga dei cervelli…il futuro dei giovani medici come risorsa del territorio” alla quale prenderanno parte: i vincitori delle 10 edizioni di Medici per San Ciro, l’onorevole Vito De Filippo – sottosegretario alla Salute, l’assessore regionale alla Salute Donato Pentassuglia e il presidente dell’ordine dei Medici di Taranto dott. Cosimo Nume. Le conclusioni saranno affidate al Direttore Generale dell’Asl di Taranto. A fine serata verrà consegnato il premio Koinè per gli anni 2014 e 2015.

venerdì 16 gennaio 2015

Marineo: Professionale, Industriale e da quest’anno Istituto Tecnico per Turismo


di Piazza Marineo
L’Istituto Superiore "Don Colletto" di Corleone nell’anno scolastico 2015/2016 aprirà l’atteso Istituto Tecnico per il Turismo nella sua sede di Marineo, per soddisfare le richieste di un territorio sempre più a vocazione turistica e per consentire la rapida immissione nel mondo del lavoro.
I ragazzi diplomati nell’Istituto Tecnico Turistico potranno travare infatti impiego presso: agenzie di viaggio e tour operator, imprese di comunicazione e di pubblicità, strutture ricettive (alberghi, agriturismi, bed and breakfast, navi da crociera, musei, compagnie aeree), enti pubblici e privati del settore turistico (guide turistiche). Potranno inoltre decidere di proseguire gli studi universitari, in particolare nelle Facoltà di Scienze politiche o Lingue e letterature straniere. Le iscrizioni saranno aperte fino al termine ultimo del 15 febbraio 2015 e sarà attivo presso la segreteria di Marineo tutte le mattine (dalle 9:00 alle 13:00) e i pomeriggi di giovedì (dalle 15:00 alle 18:00) un servizio di consulenza per le iscrizioni online. Per ulteriori informazioni sarà possibile visitare la scuola di Marineo durante l’Open day del 26 e 27 gennaio (dalle 15:00 alle 18:00) e valutare anche le altre scelte di indirizzo: l’IPSIA e il Tecnico Industriale… a due passi da casa vostra. Anche i diplomati in questi Istituti avranno numerose e ampie opportunità di lavoro. Gli Istituti Professionali, infatti, formano giovani capaci di rispondere alla domanda di specializzazione espressa dal tessuto produttivo del territorio.

giovedì 15 gennaio 2015

Migrazioni Siciliane in America: mostra nei locali del Castello di Mezzojuso


di Piazza Marineo
Sabato 17 gennaio 2015, ore 17:00, presso il Castello di Mezzojuso.
La Rete “I musei siciliani dell’emigrazione” presenta la mostra: "Sicilian Crossings to America and the derived communities - Migrazioni Siciliane in America e le comunità derivate". Interverranno: Salvatore Giardina, sindaco di Mezzojuso; Vincenzo Guarrasi, Università di Palermo; Marcello Saija, Università di Messina; Roberto Lopes, Liceo Classico “V. Emanuele” di Palermo.

mercoledì 14 gennaio 2015

Inaugurata la seconda edizione della Biennale internazionale d’arte di Palermo


di Piazza Marineo
E' stata inaugurata domenica 11 gennaio a palazzo Sant’Elia, a Palermo, alla presenza di Vittorio Sgarbi, la seconda edizione della Biennale internazionale d’arte di Palermo, una delle più importanti vetrine dell’arte contemporanea italiana ed europea, promossa da «EA Editore» e patrocinata dalla regione siciliana (assessorato regionale dei Beni culturali). 
Rispetto alla scorsa edizione raddoppiano gli spazi espositivi: oltre al Loggiato di San Bartolomeo e al Teatro Politeama, questa edizione si estende al Complesso museale Reale Albergo delle Povere (sede dell’allestimento speciale Biennale di Palermo Artexpo) e al palazzo Sant’Elia dove sono ospitati gli artisti provenienti dall’estero, alcuni maestri italiani e la mostra Mario Sironi: illustrazione, pittura, grande decorazione, curata da Estemio Serri. Tra le novità dell’edizione 2015 un premio di 10mila euro per i primi classificati, rispettivamente nelle sezioni scultura e pittura, mentre il primo classificato nella sezione fotografia avrà finanziata una monografia di 100 pagine con una tiratura di 1000 copie. Ad assegnare i premi saranno i visitatori insieme a una giuria composta da esperti d’arte. Ad aprire e chiudere l’edizione 2015 i critici d’arte Vittorio Sgarbi e Paolo Levi. «L’unica Biennale a cui io ho dato la mia attenzione, dopo quella di Venezia, è la Biennale di Palermo – ha commentato Sgarbi -. Il mio compito è di continuare a osservare, approfondire e stabilire se alcuni artisti potranno avere qualche certezza per il futuro. Ho ritenuto di essere l’osservatore dei rifugiati dell’arte, accolti nella Biennale di Palermo, nella convinzione che ognuno abbia diritto alla creatività. La Biennale di Palermo – aggiunge il critico d’arte – è ispirata a quella veneziana del 2011 e continua il mio impegno di allora, cioè quello di osservare un campione molto ampio di artisti. Mi auguro che per loro ci sia la possibilità di farsi conoscere, di affermarsi e di trovare nelle diverse variazioni della loro ricerca una possibilità di esistenza, perché il tema di questa Biennale è il tentativo di esistere piuttosto che essere fuori gioco». Nella foto, un momento dell'inaugurazione: il pittore di Marineo Rosario Rigolgioso con il critico d'arte Vittorio Sgarbi.

mercoledì 7 gennaio 2015

Non tutti i ladri vengono per nuocere: Battello Ebbro al Teatro del Baglio


di Piazza Marineo
Domenica 11 gennaio, alle ore 18, presso il Teatro del Baglio di Villafrati, in corso San Marco, sarà rappresentata “Non tutti i ladri vengono per nuocere”.
Farsa ispirata ad un’idea di Dario Fo (1958) a cura dell’Associazione “Il Battello Ebbro” di Marineo. Adattamento: Walter Bonanno e Alessio Migliorino; regia e suoni: Tania Azzara e Battello Ebbro; scenografia: Gianpiero Cataldo e Battello Ebbro; Costumi: Battello Ebbro; Trucco/parrucco: Samuela Cutrona; Direzione di scena: Carmelina Battaglia. Lo spettacolo è il quarto appuntamento della “Rassegna di teatro popolare”, giunta quest’anno alla terza edizione. Ingresso 6 euro (ridotto 4).

martedì 6 gennaio 2015

Marineo, la Luce di Betlemme entra nelle case del quartiere di Sant’Anna


di Franco Vitali
Vigilia della festa di "li Tri Re": venticello gelido e pungente di prima sera, strade semideserte, eco di voci e rumori proveniente dal vicino Presepe Vivente sutta la Rocca.
Dalla chiesa di Sant’Anna veniva fuori un piccolo gruppo di persone recante una lanterna con dentro la Luce di Betlemme. In testa al gruppo Cirella Guagenti con la sua zampogna "a paru" ed il padre Pino validissimo cantore popolare. Il suono della zampogna e le nenie di Pino riecheggiavano tra le anguste stradine del quartiere di Sant’Anna, a la Funtanedda e Fimmina Morta, a lu Cozzu; il gruppetto incedeva recando la lanterna con la Luce. Faceva tanto effetto muoversi in un silenzio surreale tra quelle case, quei vicoli, quei bagghi che un tempo erano stati pieni di vita, in due quartieri tra i più popolati e laboriosi del paese: allora in ogni piccola casa, in ogni catoio, vivevano tante famiglie numerose che pur tra grandissime difficoltà affrontavano l’esistenza con grande coraggio e dignità. Il gruppetto – i membri della Confraternita del Redentore – cominciò a bussare alle prime porte: vecchietti e vecchiette malferme di salute, tenerissime coppie di anziani che si sostenevano a vicenda, giovani malati aprivano le loro case. Dapprima sorpresi, poi, con un sorriso stampato sul volto, accoglievano i piccoli lumini della Luce ed i visitatori con gioia e gratitudine per “essersi ricordati di loro”. Ho ancora davanti agli occhi il loro sguardo, in quelle modestissime ma dignitosissime case, linde, sprizzanti un grande senso di serenità, nonostante la solitudine e l’età avanzata di chi le abitava. Mi sono ritornate alla mente tante persone di quei quartieri; e voci festanti di bambini, suoni, odori di un tempo passato, il rumore dei passi supra lu ghiacatu, i versi di muli, asini, maiali, galline, ciaraveddi che provenivano dagli animali che a volte convivevano con i loro proprietari. Nei volti degli anziani che prendevano in mano un lumino acceso, i volti di migliaia di esistenze, indietro, indietro nel tempo. Di ritorno verso la chiesa di Sant’Anna le stradine non mi sembrarono più deserte; i quartieri fu come si rianimassero improvvisamente, come se la vita fosse ritornata viva. Giunti in chiesa, ci guardammo tutti negli occhi e convenimmo che, più che avere dato qualcosa, avevamo ricevuto tutti noi una grande lezione di vita.

lunedì 5 gennaio 2015

Chiesa Sant'anna: un viaggio nel tempo passato, dalla festa di Natale ai Re Magi


di Chiara Lo Faso
La Poesia siciliana è il vero giullare della tradizione. La Musica antica è il menestrello della tradizione. Le parole e le note sono perle della tradizione siciliana: la nostra. E la tradizione ha avuto il suo posto d'onore il 29 dicembre nella chiesa di Sant'Anna.
Bisogna incastrare bene le parole alle note per un viaggio divertente a ritroso nel tempo per ricordare da dove arrivi... cosa non sai... cosa ti può servire... Ogni tanto viaggiare dentro la tradizione alimenta la fiamma della sicilianità. Le vere guide sono "li canti e li cunti" dei nonni, dei padri... “Un viaggiu ni lu tempu chi fu, p'arrialari sapuri a lu Natali di ora... tra canti, cunti, puisia e sunati chi ni fannu riurdarti lu Natali di lu piaisi tra allegria di festa, tra ciavuru di vucciddata e di emozioni di un prisepi riccu di storia, ni ddi sirati chini di friddu”. Tutto ha un senso solo se gli dai un senso. "Li canti e li cunti" hanno fatto viaggiare, chi era presente, a ritroso nel tempo. Marineo e i suoi abitanti hanno viaggiato attraverso "un cuntu" che va dalla Nascita alla venuta dei Re Magi, attraverso parole e nenie antiche. Racconti del paese che hanno fatto ricordare il nonno seduto davanti al "bracere" che raccontava "cunti e cuntiddi". Il racconto delle pietanze che è andato dal pane caldo appena sfornato al dolce tipico natalizio, "LU vucciddatu", passando dai confetti verdi (confetti del fidanzamento),  ha fatto viaggiare sul treno dei profumi e dei sapori della nostra terra. La tradizione vissuta ieri dai nonni, consegnata ai figli per poi regalarla ai nipoti nelle varie epoche, nel corso della serata è stata adagiata come calda coperta che ristora l'anima e il cuore. Spesso scrivo di emozioni che vivo, ma dopo questo evento oso scrivere la parola "soddisfazione" mia e di chi assieme a me crede nell'esserci per il piacere di esserci con la propria arte. L'emozione invece è stata nell'aver visto la felicità delle persone di una certa età che suonavano l'organetto e chi cantava nenie antiche davanti ai loro paesani, nessun protagonismo ma solo la semplicità di regalare la propria arte anche se ormai vecchietti. L'emozione è aver visto i poeti felici di aver partecipato e consapevoli di essere memoria storica del nostro paese. L'emozione è aver sentito il pubblico partecipe e a fine spettacolo dire "Grazie, per averci regalato il ricordo del Natale marinese di una volta". Ma la frase più bella che mi porterò per sempre nel mio cuore o come si è soliti dire, nel mio bagaglio di tante cose, è questa: "Chiara, nun ti scurdari mai li nostri tradizioni, anzi falli riviviri ora e puru doppu ca nun ci semu cchiù. La tradizioni ava cuntinuari a cantari e aviri vuci. Picchì murennu nuatri a vuatri giovani cumpeti, a tia e a li to amici. Ma facitilu sempri cu sono e cu vuci, ma nun vi scurdati mai lu sintimentu".

sabato 3 gennaio 2015

Complesso bandistico "Gioacchino Arnone", concerto per 30 anni di musica


di Piazza Marineo
Nel 1984, in occasione della festività in onore dell'Immacolata, debuttava a Marineo il Complesso bandistico "Gioacchino Arnone" sotto la direzione del maestro Matteo Bivona. La sera 3 gennaio alle ore 21, presso la chiesa Madre di Marineo, verrà eseguito un concerto commemorativo della ricorrenza.
I suoi primi elementi erano suprattutto giovani delle scuole medie, ai quali nei mesi precedenti erano stati impartiti i rudimenti della tecnica musicale: un poco di solfeggio, quanto bastava per poter leggere le prime note; ed un pizzico di tecnica strumentale per poter far emettere agli strumenti che avevano scelto i loro primi vagiti. Di quella quindicina di pionieri dopo 30 anni ne sono rimasti (in seno al corpo musicale) davvero pochi. Moltissimi altri si sono aggiunti e persi strada facendo. Al momento il complesso bandistico consta di un numero variabile di musicanti che oscilla tra i 30 e i 40 a seconda del periodo dell'anno. Ciononostante nel corso di questi sei lustri ha dato prova di essere in grado di perfomance egregie affrontando brani del repertorio classico e di genere anche di notevole difficoltà. L'augurio è quello di poter andare ancora avanti per raggiungere ulteriori soddisfazioni. Quello che intanto hanno da offrirvi potrete gustarvelo sabato sera 3 gennaio 2015 alle ore 21, presso la chiesa madre di Marineo, dove verrà eseguito un concerto commemorativo della fausta ricorrenza.