lunedì 30 giugno 2014

La terra di Marineo tra il XVI secolo e gli anni Cinquanta del Novecento


di Nuccio Benanti
Nasceva all'ombra della Rocca, in una terra avara alle fatiche umane, e finiva nella pancia del castello dei Beccadelli di Bologna la speranza dei primi braccianti che nella seconda metà del Cinquecento ripopolavano la terra di Marineo. 
Nasceva nella parte alta del paese, immutata nei suoi tratti secolari, la distesa dei campi di grano: un mare giallo di spighe, interrotto appena da spruzzi di roccia che affioravano sulle onde dei crinali scoscesi. Le pietre squadrate e tirate su dall'uomo convergevano in un fazzoletto urbano che, per volontà e parsimonia dei primi baroni, si stendeva dal castello alla chiesa parrocchiale, per essere destinate alla misura del lavoro umano e della fede cristiana. Intorno al centro abitato era il silenzio dell'uomo e il rumore della natura e degli animali. Pochi gli alberi, pochi i fichidindia e poche le fasce sottili di canneti e vigneti che crescevano discreti ai margini dei viottoli e del seminativo. Nell'anno del maggese, per la terra periodo di riposo, di respiro e di concimazione, i magri fili d'erba alimentavano greggi di pecore e capre affamate e portate al pascolo secondo regole ancestrali di astuzia, cautela e diffidenza. Nell'anno del frumento era un dondolio all'unisono di uomini a dorso di muli e asini, di donne tirate a fatica dalle code degli animali che segnavano, con gli zoccoli consumati dai sassi e dalle zolle, la dura lotta contro il tempo e le avversità della natura, per strappare, fosse anche di notte e con le unghie, i mezzi per una sopravvivenza mai del tutto garantita. Questa era stata la terra di Marineo tra il XVI secolo e gli anni Cinquanta del Novecento: confine naturale del feudo cerealicolo e pastorale corleonese e agrigentino, granaio di Roma e dei Bologna, estremo rifugio della sopravvivenza e della rotazione biennale e triennale, terra cotta dal sole e dalla solitudine, proverbialmente povera di acqua e ricca di vino, ma più nelle secche speranze di salariati e villici che nelle umide botti dei borgesi. I seminativi, un tempo solcati con l'aratro dall'uomo e percorsi a piedi nudi da donne e bambini, oggi vengono calcati da pesanti cingoli e gommati di moderni trattori per seminare nuovi e selezionati germi di vita. E nonostante i drastici cambiamenti economici e sociali che hanno investito negli ultimi decenni il territorio di Marineo, gli antichi usi, costumi e feste contadine continuano a scandire le giornate di un calendario che guarda più al passato che al presente, più al cielo che alla terra, ad avere consistenti e resistenti luoghi di senso accanto a moderne celebrazioni che vedono i devoti portare in offerta sacchi o piatti di frumento per propiziarsi una buona annata. Tra sacro e profano, tra antico e moderno la pratica festiva continua a rispecchiare in modo drammatico e sincero il mistero della vita e della rigenerazione vegetale, del chicco di grano destinato dal principio al sacrificio per produrre molto frutto. Perché da tempo immemore, a Marineo muore e rinasce tra i campi argillosi, e si alimenta come verdi spighe di grano l'attesa, la speranza, l'universale bisogno di costruirsi uno spazio naturale e soprannaturale di sopravvivenza.

sabato 28 giugno 2014

Castello di Marineo, inaugurazione della sezione Etnoantropologica "Pulizzotto"


di Piazza Marineo
Sarà inaugurata domenica 29 giugno, alle ore 17, a cura della Soprintendenza e del Comune di Marineo la sezione Etnoantropologica del castello Beccadelli Bologna.
All’interno del monumento marinese troverà la sua naturale collocazione una cospicua parte della raccolta “Rocca Bianca” di Salvatore Pulizzotto (nella foto). La collezione è costituita da oggetti di uso comune, memorie della vita contadina e dei mestieri di un tempo, recuperati dalle case dei contadini, da botteghe e da attività artigianali oggi in via di estinzione grazie all’instancabile e preziosa attività del collezionista. I reperti, raccolti per la maggior parte nell’area geografica della valle dell’Eleuterio, sono stati restaurati da Giuseppe Inguì. Il progetto di allestimento prevede un percorso didattico-descrittivo sui cicli produttivi legati al territorio di Marineo e dintorni: dalla coltivazione del grano alla coltivazione della vite, dalla coltivazione dell’ulivo alla pastorizia... Nel salone vi saranno anche dei pannelli esplicativi e delle fotografie che, in una sorta di prolungamento degli oggetti, sapranno dare memoria e storia all’universo quotidiano e materiale, ricostruendo il contesto d’uso di quei saperi e tecniche che definiscono la cultura materiale e l’identità marinese. La sezione etnoantropologica si aggiunge alla sezione archeologica: assieme daranno vita ad un complesso museale che racconta, in maniera più estesa, le radici del territorio. Subito dopo l’inaugurazione seguirà un concerto del gruppo musicale “Liricomnia” di Palermo, che proporrà un programma d’intrattenimento lirico di autori classici quali Verdi, Puccini, Leoncavallo, Mozart, Bizet e Porter.

venerdì 27 giugno 2014

Marineo: la chiave di San Pietro, analogie e simbolismi di un dolce rituale


di Franco Vitali
Il 29 giungo si festeggiano i santi Pietro e Paolo. Tra gli appuntamenti che la Confraternita del Ss. Redentore propone, quello della celebrazione della festa di San Pietro è uno dei più importanti, ricchi di significati pregnanti per la nostra vita di cristiani e caricati di simbologie radicate nella tradizione popolare marinese.
La figura di San Pietro richiama le radici storiche del Cristianesimo: “Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia chiesa” affermò Gesù Cristo! La nostra esistenza di marinesi è condizionata dalla presenza davanti ai nostri occhi e dentro il nostro cuore della Rocca, segno della natura ma simbolo soprannaturale che cela significati spirituali: ci piacerebbe pensare che su questa nostra roccia è stata edificata la nostra chiesa marinese. Una roccia: luogo inespugnabile e simbolo di ancoraggio in una realtà ed in un mondo in cui i valori cristiani sono seriamente messi in pericolo… Una antica tradizione popolare marinese legata alla festa di San Pietro è il consumo rituale delle “Chiavi di San Petru”, un piccolo dolce da consumare “religiosamente”. La Chiave di San Pietro, infatti, è un cibo rituale paragonabile ai Panuzzi di San Giuseppi o di Sant’Antuninu ed è ricca di significati nascosti, di simboli e segni del nostro vivere cristiano. San Pietro ricevette da Gesù le chiavi del regno dei cieli: la facoltà di costruire sulla terra il regno di Dio così come descritto dalla Sua Parola e di “legare e sciogliere”: noi stasera prenderemo volontariamente, davanti a San Pietro, la “nostra” chiave personale… Una chiave è qualcosa che “apre”: apre scrigni, porte, cancelli, ed idealmente, le menti ed i cuori. San Pietro con la sua chiave ci induce ad aprire a Gesù Cristo la nostra essenza di cristiani, ci induce ad aprire a tutti i nostri fratelli il nostro cuore, ci fa accedere, se lo vogliamo, alla presenza di Dio. Una chiave è qualcosa che “chiude”: conserva gelosamente la nostra casa, le nostre cose più care conquistate con le fatiche ed i sacrifici, ed idealmente, quanto di bello e prezioso riteniamo di avere dentro di noi ed abbiamo appreso dalle tradizioni tramandate dai nostri avi, prima tra tutte la nostra appartenenza a Gesù Cristo. Una chiave è indicazione di come percepire il mondo - la chiave di lettura, la chiave musicale, la parola chiave - e spesso rappresenta qualcosa che risolve l’arcano e dipana situazioni ingarbugliate, critiche, restituendoci chiarezza, serenità, pace interiore: “trovare la chiave” di un segreto, di una difficoltà, di una crisi… La chiave di volta indica quell’elemento architettonico finale che conferisce solidità a volte, ponti, costruzioni… Quante analogie e simbolismi nel pensare dunque alla “chiave”. La chiave che San Pietro porta in mano vuole rappresentare per noi cristiani dunque tutte queste simbologie: la sua presenza in forma di cibo rituale, veicola proprio questi significati. Ma sopra ogni cosa: noi abbiamo la grande responsabilità di possedere le chiavi della nostra esistenza e di usarle nel giusto modo, secondo le indicazioni della Parola di Cristo.

mercoledì 25 giugno 2014

Happy Hour, nuovo incontro con i giovani al Blu Forest di Marineo


di Piazza Marineo
MARINEO. I 10 comandamenti: 9° Non desiderare la donna d'altri. 10° Non desiderare la roba d'altri. Giovedì 26 giugno, ore 21, nuovo incontro al Blu Forest di Marineo.

martedì 24 giugno 2014

La Musa nella Rocca. Auschwitz: turisti di massa, cuore in tumulto, occhi sbarrati...


di Laura La Sala
Ho visitato il campo di sterminio di Auschwitz, non molto distante da Cracovia. Questa è una mia testimonianza delle sensazioni che ho provato. 
Turisti di massa: / il cuore in tumulto / occhi sbarrati, su terre d'orrore. / Sterminio umano / da dittatori disumani. / Si legge l'insegna di ferro battuto: / Auschwitz / (Il lavoro rende l'uomo libero). / Fu qui l'inganno! / Lo chiamerò lucifero: / ammassi di scarpe, scarpette, scarponi, / capelli, formando tessuti o crine per materassi; / occhiali,valigie con nomi e cognomi, / pettini, protesi, pennelli da barba / cuffiette, bambole rotte... / E qui il brivido lungo la schiena fino ai capelli. / Uomini donne bambini / braccati, derisi trucidati, sdentati; / fosse straripate; / acqua bollente o fredda sulla nuda pelle. / Un numero si diventa. / Il boia si divertiva: / forni crematoi, formando sapone umano / concime nei campi di concentramento, / o cenere buttata ai quattro venti / per cancellare l'infamia. / Campi e campi di sterminio / tra bunker più stretti / e c'era lo scarto, del debole, agli uomini forti; / mentre c'era chi si arricchiva scartando gioielli. / La razza "Ariana" doveva andare avanti / (capelli biondi occhi azzurri e carnagione chiara) / tutti gli altri erano da eliminare: / Ebrei, Zingari, religiosi. / Questi esseri non li chiamerò per nome, darei / troppa importanza alla ragione. / Non posso chiamarli nemmeno animali; / quest'ultimi si offenderebbero di santa ragione. / La mente a volte fa brutti scherzi, / ma la premeditazione è sporca follia. / Sulle mie gote scendono lacrime amare: / mi chiedo, fin dove arriva la cattiveria? / Per ogni vittima dedicherò il mio rosario, / anche Dio è stato tratto in inganno? / Non c'è perdono allo sterminio / non c'è ragione alla viltà, / alla malvagità!

lunedì 23 giugno 2014

Al Barbagianni Artpub aperitivo europeo con European Volunteering Association


di Piazza Marineo
Al Barbagianni Artpub aperitivo europeo a cura dell'associazione Eva - European Volunteering Association.
Nel corso della serata si parlerà di mobilità giovanile, di Erasmus+ (il nuovo programma per l'istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport) e della Garanzia Giovani. Appuntamento a Giovedì 26 giugno, alle ore 18:30, al Barbagianni Artpub a Marineo per scoprire tutte le opportunità che l' Europa offre ai giovani!

sabato 21 giugno 2014

Marineo, si rinnova l'appuntamento con La Notte dell’Infiorata


di Piazza Marineo
MARINEO. Sabato 21 giugno, a Marineo, si rinnova l'appuntamento con "La Notte dell’Infiorata", rassegna artistica in onore del Corpus Domini.
A fare da cornice all'evento note musicali, artisti di strada, spettacoli itineranti ed intrattenimento per i bambini. Alle ore 21 è previsto l'appuntamento in chiesa Madre per i gruppi degli infioratori, che avranno tempo fino a notte fonda per completare i disegni. Domenica, alle 18, è prevista la solenne processione del Corpus Domini. I quadri di petali potranno essere visitati fino a domenica sera. Guarda tutte le foto su Facebook. La festa è curata dalla confraternita del SS. Sacramento. Programma

giovedì 19 giugno 2014

Massariotta, in preparazione cinque campi nazionali di competenza


di Piazza Marineo
La Base Scout della Massariotta (Marineo) si sta preparando ad accogliere le guide e gli scouts che parteciperanno ai campi nazionali di competenza.
Sono già un centinaio gli iscritti ai cinque campi in programma (tre campi tra fine giugno e primi di luglio e gli altri due a fine agosto). Come al solito il numero dei partecipanti aumenterà. Le ragazze e i ragazzi sinora iscritti ai campi provengono, oltre che dalla Sicilia, da Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli, Piemonte, Puglia, Sardegna e Toscana. Varie le tecniche proposte: pionieristica, campismo, natura. trapper, espressione, mani abili, esplorazione, orientamento, sherpa. Molti iscritti provengono da reparti che hanno la tradizione di stimolare e preparare le guide e gli scout a vivere l'avventura di un campo di competenza.

mercoledì 18 giugno 2014

La panchina di Guastella: Joseph Maneri, una vita per la musica jazz


di Ciro Guastella
Joseph Maneri (1927-2009) era l'unico figlio di Turiddu Maneri e Nenetta Spinella, marinesi partiti per l'America negli anni '20. Dai genitori Joe ricevette la passione per la musica. Il padre suonava il clarino nella banda musicale marinese.
Joe aveva studiato il clarinetto con maestri italiani, aveva seguito un libro di musica di Labanchi che, studiato attentamente, gli fece acquistare una tecnica fantastica nell'articolazione per eseguire originali composizioni melodiche. Dopo settimane e settimane di esercizio, d'improvviso si accorse che il suo suono era tanto puro quanto bello. Poi continuava gli studi al Brooklyn Conservatory. Credendo sempre all'improvvisazione si specializzava nella musica greca, turca, araba e armena, ma la sua vera passione era sempre stata di esibirsi con il jazz. Joe, durante la sua carriera, ha suonato sassofono e clarino nei teatri di Broadway, al Roseland Ballroom, in jazz clubs del Greenwich Village, alla Carnagie Hall ed in tournee europee. Cominciava allo stesso tempo ad insegnare armonia, contropunto e composizioni del sedicesimo secolo al Brooklyn Conservatory. Nel 1970 con la moglie Sonja Holzwarth anche lei musicista, si trasferi a Boston nel Massachussets e continuava ad insegnare e comporre musica. Erich Leinsdorf l'invitò a comporre un piano concerto per la Boston Simphony Orchestra che venne eseguita alla prima dell'American Orchestra all'Alice Tully Hall. Col passare degli anni la carriera musicale di Joseph Maneri ha raggiunto l'apice del successo e le sue classiche esecuzioni acclamate dalla critica sono state incise per la ECM, HatArt e Leo Records. Membro della facoltà del New England Conservatory of Music ha insegnato anche teoria, composizione e improvvisazione degli studi sul jazz. Profondamente disinvolto con diversi strumenti a fiato, il suo repertorio include jazz, musica etnica, e la sua propria composizione microtonale. Joseph Maneri è stato il coautore del libro "Preliminary Studies in the Virtual Pitch Continuum" ed assieme al suo partner ha inventato la tastiera microtonale che ha 588 note con 72 note per ottava ed è il fondatore e Presidente della "Boston Microtonal Society". Joe Maneri, oltre la musica, dai genitori ereditò anche la devozione per SanCiro, che dopo sposato trasmise persino alla moglie Sonja che era di origini germane. Sonja estrosa artista su vari rami ha amato la pittura esponendo le sue creazioni alla Harvard University, il Danforth Museum e la Holzwarth Galleria di Boston. E fu il 14 Agosto del 1981 quando Sonja Holzwarth-Maneri a Boston completava una magnifica opera ispirandosi ad una piccola immagine di San Ciro di Marineo con una preghiera. Poco tempo dopo, il quadro veniva donato alla Società Religiosa San Ciro di Brooklyn, dove Nenetta ancora viveva per arrivare quasi ai suoi 100 anni di età. La tradizione musicale dei Maneri intanto continua: il figlio di Joseph, Mat, è un virtuoso violinista ben conosciuto nel mondo della musica Jazz. Mat suona la viola ed il violino dall'età di 5 anni: dal padre ha ereditato la passione per la composizione e l'improvvisazione.

martedì 17 giugno 2014

Terzo meeting Comenius in Croazia dell'Istituto C. Marineo-Bolognetta


di Margherita Ferrantelli
In seno al progetto COMENIUS dal nome “LetEurope’sRhythym Beat in the SameHeart”, portato avanti dall’Istituto Comprensivo Marineo-Bolognetta , il 25 maggio 2014 si è concluso il terzo meeting della durata di una settimana in Croazia, terra nota per il suo grande patrimonio culturale, artistico e ambientale.
Ancora una volta quattro alunni della scuola secondaria di I grado di Marineo, con i loro tre docenti tra cui la sottoscritta, responsabile e coordinatrice del progetto, docente di lingue straniere, la prof.ssa Patrizia Sorbo, docente di italiano, storia e geografia, e il prof. Epifanio Barbaccia, docente di arte, prendono parte attiva all’incontro tenutosi presso la scuola di Molve, nella contea di Koprivnice, dove il preside, tutti i docenti e i genitori degli alunni e gli alunni hanno manifestato il loro grande senso di accoglienza e di ospitalità. Questa volta il tema affrontato su cui ci si è confrontati è stato relativo alle festività nazionali tipiche del proprio paese di appartenenza. Ogni coordinatore rappresentante del paese partner, Ungheria, Croazia, Turchia, Lituania, Polonia e Italia, ha presentato ciò che più rappresenta questa tematica mostrando presentazioni multimediali e video, facendo confronti in modo da poter aver un’idea di ciò che ci accomuna e di ciò che ci distingue, e in modo da poter aver una visione completa de gli eventi e delle ricorrenze storiche più significative di ogni singolo paese.Inoltre gli studenti croati con i loro docenti hanno curato e rappresentato una serie di iniziative mostrandoci i loro costumi tipici, i loro strumenti musicali più antichi della cultura contadina, i loro cibi, le loro danze tradizionali accompagnati da musiche e canti che abbiamo condiviso cantando e ballando insieme come se fossimo lì a rappresentare un’unica identità e l’idea di un’Europa unita e pacifica. Tali forme di confronto e di condivisione portano ad un ampliamento culturale delle singole dimensioni personali. Inoltre l’aver constatato quanto e come le istituzioni del Paese ospitante siano in perfetta sinergia con le scuole e con il territorio, avendo come comune denominatore lo sviluppo e la buona formazione del cittadino, suggerisce l’idea di un Paese in evoluzione, di un Paese con alto senso civico, libero da pregiudizi e restrizioni socio-culturali. Visitando anche i luoghi istituzionali, i nostri alunni hanno avuto modo di interagire con le autorità locali, quali il sindaco di Molve, ZdravkoIvancan eil suo assessore MirkoPasa, il sindaco DarkoKoren e il deputato Ivan Pal, il prete di Molve,TomislavGlavnik e l’ambasciatrice italiana, dott.ssa Maria Sica. Il dialogo diretto tra rappresentanti dello Stato e gli studenti risulta essere molto formativo e stimolante per i futuri cittadini d’Europa che si apprestano ad entrare in una dimensione sociale più complessa con più responsabilità e un maggiore senso civico del dovere. L’aver visitato diverse gallerie d’arte, tra cui il museo del pittore naif Ivan Generalic nel villaggio di Helbine, massimo esponente del movimento artistico, il museo di MijoKovacic e il museo dei pittori e degli scultori naif di Molve ha suscitato molto interesse non soltanto nei nostri studenti ma anche e soprattutto nei docenti d’arte la cui esperienza si è rivelata significativa dal punto di vista professionale e formativo. Non sono mancati momenti di socializzazione con le famiglie degli studenti ospitanti e neanche momenti ricreativi tra i nostri studenti e i loro amici europei; diverse le iniziative e i momenti che hanno permesso ai nostri alunni di parlare, comunicare e interagire in lingua inglese, potenziando così le competenze linguistiche acquisite durante il loro percorso scolastico. Esperienze così formative e significative, quali i gemellaggi, i partenariati, gli scambi lavorativi, dovrebbero essere costantemente proposte ed attivate in tutte le istituzioni scolastiche nonché valorizzate e incentivate, perché il risultato è la crescita culturale più matura e responsabile del singolo individuo che diventerà parte attiva di un grande paese quale l’Europa.

lunedì 16 giugno 2014

Un container dell’associazione Carlo Lwanga con destinazione Tanzania


di Elisa Ribaudo
È partito nei giorni scorsi il container dell’associazione Carlo Lwanga Onlus, con destinazione Tanzania. Lungo ben 12 metri, il container contiene aiuti umanitari di vario genere, stipati come sempre in maniera fitta e precisa. Ricordiamo ad esempio un trattore destinato alla realizzazione dell’orto della scuola superiore femminile di Mtwango, allo scopo di rendere la scuola il più possibile indipendente dal punto di vista delle provviste alimentari.
Come ogni anno, il container contiene materiale destinato ai bambini orfani ospitati dalle varie missioni delle Suore Collegine, tra cui per l’appunto alimenti non deperibili (pasta, riso, legumi), articoli di cancelleria, vestiario, giocattoli, etc. Esso contiene anche attrezzatura e medicine destinate all’ospedale della missione di Changarawe e del dispensario della missione di Mtwango. Prima di arrivare a destinazione, il container farà scalo in diversi porti. Partito da Trapani, attualmente si trova a Malta. Arriverà poi negli Emirati Arabi, precisamente a Khor Fakkan. Da lì arriverà a Mombasa, in Kenya. Infine approderà a Tanga, in Tanzania. Verrà caricato su un camion, il quale percorrerà 820km, attraversando le perigliose strade della savana, sino ad arrivare alla destinazione finale di Mtwango. Le responsabili delle varie missioni si recheranno a Mtwango per la equa spartizione degli aiuti umanitari tra le diverse strutture. Le Suore Collegine infatti gestiscono in Tanzania cinque diverse missioni. La missione di Tanga è un orfanotrofio che accoglie bambini malati di AIDS; può vantarsi di essere uno dei due istituti tanzaniani più avanzati nel trattamento di questa malattia in età infantile. La missione di Morogoro gestisce una scuola elementare. La missione di Migoli ospita un orfanotrofio e una piccola scuola per sarte. La missione di Changarawe, a 3 km di distanza dalla missione precedente, è un vero e proprio ospedale; in esso tuttavia, a causa della povertà generale, vengono spesso a mancare le cose più basilari, quali i guanti in lattice (immaginate cosa voglia dire soccorrere un malato di AIDS a mani nude, il rischio contagio per il medico è alto). Abbiamo infine la missione di Mtwango, la cui madre superiora è la nostra compaesana Sr. Rita Lo Faso; in tale missione è presente un orfanotrofio per ragazze adolescenti, un dispensario che è punto di riferimento per i malati del villaggio, e infine la scuola superiore femminile da noi realizzata. Passiamo adesso alla descrizione di tale scuola. Ad oggi è stato realizzato: il padiglione a forma di esagono contenente quattro aule, un edificio per l’amministrazione, la casa degli insegnanti, il padiglione delle suore, il laboratorio, e un corpo bagni. Tutto secondo le precise regole previste dalla legge locale. Entro il 2014 bisogna realizzare due nuovi plessi per le aule, in quanto il prossimo gennaio inizierà il nuovo anno scolastico, con l’afflusso di nuove ragazze all’interno del nostro college. Guarda il video

venerdì 13 giugno 2014

Giornata della Colletta alimentare: raccolta straordinaria anche a Marineo


di Piazza Marineo
Un’edizione straordinaria della “Giornata Nazionale della Colletta Alimentare” necessaria per far fronte all’emergenza alimentare si terrà sabato 14 giugno.
Sono oltre 4 milioni le persone in Italia (l’8% della popolazione) che vivono grazie a pacchi alimentari o pasti gratuiti presso le mense, di questi oltre 400.000 sono bambini che hanno meno di 5 anni; e 2 milioni di persone povere nei prossimi 4 mesi rischiano di non avere sufficienti aiuti alimentari. Mentre le richieste di aiuto sono in continuo aumento, anche nei magazzini del Banco Alimentare siciliano diminuisce la disponibilità di cibo. A Palermo e provincia, i volontari del Banco, riconoscibili dalla pettorina gialla, chiederanno agli acquirenti che lo vorranno di donare in particolare olio, pelati e sughi, tonno e carne in scatola, alimenti per l’infanzia. I supermercati che aderiscono a questa particolare iniziativa sono in provincia di Palermo 45 e si trovano nei comuni, oltre Palermo, di Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Carini, Cefalù, Lascari, Marineo, Misilmeri, Partinico, Termini Imerese, Terrasini, Villabate.

martedì 10 giugno 2014

Dedicato all’attore e regista Franco Scaldati il n° 6 di “Nuova Busambra”


di Piazza Marineo
Il numero 6 della rivista Nuova Busambra, presentato il 4 giugno scorso ai Cantieri culturali alla Zisa di Palermo nell’ambito del progetto “Universo Scaldati”, si intitola "Il poeta degli ultimi. Omaggio a Franco Scaldati".
Un numero interamente dedicato al drammaturgo siciliano scomparso un anno fa. Su Scaldati – che ha inventato una lingua, un modo di fare teatro, una drammaturgia e una poetica che hanno influenzato generazioni di teatranti, siciliani e non – la rivista ha raccolto diverse testimonianze di personalità del mondo della cultura e dello spettacolo mettendo in prospettiva il viaggio ‘ideale’ che il poeta ha condotto. Nello stesso numero, tra l’altro, un saggio di Giovanni Bonanno sulla figura e la tragica morte di Padre Pino Puglisi, un resoconto sulle lotte popolari contro il MUOS di Niscemi, la storia della colonna frumentaria a Castronovo nel primo Ottocento, schede su libri e film. “Nuova Busambra – dice Santo Lombino - è frutto di un lavoro collettivo di analisi della realtà in cui viviamo. Sulla scia di un’intuizione di Francesco Carbone, donne e uomini di diverso orientamento vogliono proporre uno spazio aperto alla riflessione, alla creatività e all’immaginazione, un punto di osservazione e di documentazione che si rafforzi attraverso il confronto con la più vasta realtà contemporanea". E aggiunge: "La rivista ha un ambizioso progetto, che vuole abbracciare un territorio molto vasto abitato da comunità fra loro differenti per storia e per cultura. E lo vuole fare col cartaceo nell'era del web”.

lunedì 9 giugno 2014

Il Battello Ebbro presenta la commedia “Il Mistero dell'Assassinio Misterioso”


di Piazza Marineo
Domenica 15 giugno 2014, ore 21, in piazza Garfield Lodi a Marineo, l’associazione di promozione sociale e culturale “Il Battello Ebbro – Laboratorio d’Idee” presenta lo spettacolo “Il Mistero dell'Assassinio Misterioso”, commedia teatrale di Lillo e Greg.
La trama. Nell'antico maniero dell'aristocratica famiglia Worthington viene commesso un misterioso delitto: l'anziana Contessa Augusta viene rinvenuta cadavere nella di lei camera da letto. A condurre le indagini l'affascinante e integerrimo detective Mallory. Chi sarà il misterioso assassino? La bella e immorale Lady Margareth, figlia di primo letto della contessa o il giovane Ashton, marito in seconde nozze dell'anziana nobildonna? O forse è il nipote, mentalemente disturbato, che accecato dalla gelosia morbosa che lo lega all'anziana donna, in un raptus di follia, la uccide? O non sarà invero Dolores, apparentemente onesta e servile infermiera della blasonata defunta? Dal classico, scontato inizio della commedia ecco dipanarsi, a causa di un imprevedibile imprevisto, la trama accattivante di un giallo sui generis, un alternarsi di gag alla ricerca, sempre infruttuosa e dai risvolti esilaranti, di un improbabile assassino. Riuscirà l'impeccabile Mallory a svelare il mistero dell'assassinio misterioso?

venerdì 6 giugno 2014

La panchina di Guastella: Cara vecchia New York!


di Ciro Guastella
Le navi provenienti da Palermo e Napoli trasportavano uomini, donne e bambini con poche ed umili risorse, tranne le braccia ed una grande speranza nel loro cuore.
Avvistata con le lacrime agli occhi la Statua della Libertà, dopo la sosta d’obbligo ad Ellis Island, che variava di durata da caso a caso, gli immigranti passavano a Manhattan ed a Brooklyn. Alcuni marinesi formarono una colonia ad Elizabeth Street nei pressi di Mulberry Street, famosa Piccola Italia di New York. Altri marinesi in seguito si spostarono nella zona di Garfield nel New Jersey. Dopo il trasloco dall’originale sede di fondazione, la Società San Ciro dei marinesi, rimase per molti anni ad Elizabeth Street vicino ad Houston Street, dirimpetto la Chiesa della Madonna del Loreto. La Chiesa in seguito venne demolita per dare spazio alla crescita urbana della collettività che assorbiva ora tanti cinesi che arrivavano nel suolo americano, mentre quei pochi italiani rimasti si riversavano nei vicini sobborghi. Gli altri quartieri del vicinato erano situati nella bassa città a Sud/Est dell’isola di Manhattan. Questa zona comprendeva un misto di etnie varie, ma prevalevano gli Ebrei, gli Italiani e gli Ucraini. Ancora oggi è possibile assistere ad una produzione teatrale dal vivo in lingua ebraica in uno dei teatri locali ed il giornale “Forward” fondato nel 1897 con una eccellente tiratura in lingua ebraica continua ad essere stampato nel quartiere. Ma è anche doveroso citare “Orchard Street”, il vicino mercato all’aperto con i carretti e le bancarelle gestito dagli ebrei dove tutti i nuovi immigranti portavano la loro prole per addobbarla con un nuovo abbigliamento “Made in USA”. Le donne, pur non conoscendo la lingua, a gesti mercanteggiavano il prezzo del vestiario, sempre convinte di avere notevolmente ridotto quello originale richiesto... La sartoria Beckstein’s, ora rinomato negozio che importa tessuti pregiati da tutto il mondo, vendeva un abito da uomo che includeva due paia di pantaloni ed una giacca, perché era logico che i pantaloni s’indossavano più spesso e si logoravano più della giacca, così l’abito aveva una durata più lunga. Sulla strada si notavano scene dove un uomo si metteva al riparo dietro la bancarella per provare un nuovo paio di pantaloni che voleva acquistare. Dopo essersi tolti quelli che indossava ed averli poggiati sulla bancarella, i ladruncoli in agguato afferravano i pantaloni ancora con il portafoglio in tasca, costringendo il povero uomo ancora in mutande ad inseguire i ladri per le strada del quartiere... Orchard Street offriva un po di tutto, si poteva tirar fuori da un barile un cetriolo sotto salamoia per pochi centesimi, e si osservava una donna che non conosceva la lingua ma che indicava al mercante l’attrezzo da cucina che cercava di comprare attraverso il movimento delle mani: stendeva la mano sinistra piatta, la destra la muoveva prima sopra e poi sotto la sinistra dicendo: “Spaghetti qua, acqua qua!” Una rinomatissima salumeria-ristorante esiste sin dal 1888, “Katz Delicatessen” all’angolo di Houston e Ludlow street, con un menù di specialità ebreo kasher. Luogo reso pure famoso per una provocante scena del film “Harry ti presento Sally” girata all’interno del locale. Durante la seconda Guerra mondiale, i proprietari avevano tre figli arruolati nelle forze armate, e la tradizione familiare di inviare cibo ai loro ragazzi servì a coniare lo slogan: “Invia un salame al tuo militare sotto le armi”. Secondo un aneddoto circolato in ambienti storici, Katz fu responsabile di avere contribuito a porre fine alla guerra. Quando certe unità dell’artiglieria si trovarono a corto di munizioni, cominciarono a lanciare... salami contro i nemici, i quali dopo avere degustato la prelibata delizia americana cominciarono ad arrendersi in massa, portando a termine il lungo conflitto!

Ciro Guastella torna dall'America e prende residenza nella sua Marineo


di Piazza Marineo
Ciro Guastella, dopo quasi cinquanta anni della sua vita vissuta in America, rientra e prende residenza nella tanto amata Marineo. 
Una serie di circostanze e fatti lo riportano alle sue origini per poter continuare a vivere la sua vita in mezzo a noi, a riprendere possesso della sua panchina davanti alla villa dedicata a San Ciro. "Piazza Marineo" gli dà il bentornato e riprende a pubblicare le sue originali storie di vita.

giovedì 5 giugno 2014

Mafia, operazione dei carabinieri: azzerata la cosca di Bagheria


di Piazza Marineo
Cinquecento militari del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito trentuno fermi nei confronti di quelli che vengono ritenuti dagli inquirenti capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria. 
Devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapine, detenzione illegale di armi da fuoco, incendi e danneggiamenti. Il blitz e' scattato al termine di una complessa attivita' d'indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori ritengono che con questa operazione sia stato "completamente disarticolato il mandamento di Bagheria, storica roccaforte di Cosa nostra". Insieme ai reggenti dell'ultimo decennio del mandamento e delle famiglie mafiose di Bagheria, Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia, sono stati arrestati pericolosi uomini d'onore dell'organizzazione. Le indagini avrebbero consentito sia di documentare l'esistenza di quello che viene ritenuto l'organo decisionale provinciale, il Direttorio dell'organizzazione, sia di accertare l'esistenza all'interno di Cosa Nostra di un "vertice strategico", la cosiddetta "testa dell'acqua", al quale obbediva anche il reggente operativo del mandamento.

mercoledì 4 giugno 2014

Libri, ai cantieri culturali Zisa il Risorgimento incompiuto siciliano


di Piazza Marineo
L'atavica fame di terra e la sete di giustizia sociale, che i contadini siciliani si erano illusi più volte di poter placare nel periodo post-risorgimentale, fanno da sfondo all'ultimo libro di Giuseppe Oddo "Il miraggio della terra nella Sicilia post-risorgimentale (1861-1894)" che sarà presentato il 10 giugno ai Cantieri culturali della Zisa. 
L'autore sostiene che si trattò di Risorgimento incompiuto. Tenuto poi conto dell'enormità del peso fiscale imposto dai "padroni dei municipi" ai ceti umili, ci si può fare un'idea delle ragioni del malcontento esploso con la rivolta palermitana del Sette e mezzo e i moti dei Fasci dei lavoratori, scoppiati tra la fine del 1893 e l'inizio 1894, dopo una lunga e dura lotta per la modifica dei patti agrari, che aveva dato la stura ad formidabile protagonismo femminile. "La vera storia della Sicilia pre-industriale - spiega l'autore - si può scrivere intingendo la penna in un inchiostro fatto con il sudore e il sangue versati dai contadini d'ambo i sessi".

martedì 3 giugno 2014

Poeti marinesi, Laura La Sala: Violu senza luci


di Laura La Sala
Notti cunfusa: ventu e acqua timpulia pampini arbuli porti e pinseri.
Mi susu sbattuliàta, comu si m'avissiru pigghiatu a timpuluna. Lu scuru nta lu tempu nfusca testa e fogghi ammunziddati nta strati e marciapedi. Frana la terra, rumpi puru la spiranza a la jurnata di jri avanti senza tanti stenti. Ma addinocchia puru lu murali, nun c'è violu, ca porta suli. Si spera sempri a 'u spiragghiu ca dassi caluri nta la vita, nta lu cori, senza campari sempri a tantuni. Comu l'orbu ca nun vidi mai coluri e aspetta lu miraculu di ncelu.