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di Nino Di Sclafani
«Vorrei dire una cosa, una sola cosa, vorrei gridarla, cantarla, urlarla perché possa alla fine essere capita. Perché conosco persone che la sanno, che la dicono, che l’insegnano e che non la capiscono.
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Ho voluto iniziare la mia riflessione dedicata alla Pasqua con questa citazione del teologo francese Maurice Bellet apparsa in un recente numero della rivista Adista (n. 127/2009). Si tratta di parole sconvolgenti che parlano di una rivelazione altrettanto luminosa e confortante, forse troppo semplice per essere compresa da chi, come noi, continua a vivere la propria esperienza di Fede (o più frequentemente solo di religione), con la mesta afflizione di una relazione fatta di punizioni e sensi di colpa. Se però Dio decide di farsi uomo, portando tra le sue creature la speranza di una nuova vita, di un nuovo Regno, e mantiene fedelmente questa missione sino alla morte di Croce per risorgere il terzo giorno, mi chiedo cosa possiamo aspettarci d’altro? Cosa vogliamo di più da questo Padre Buono che ci ama? Il Vangelo è amore. Il cuore del Vangelo, il cuore di Cristo, è Agape, la purissima e bruciante tenerezza che avviluppa e infiamma tutto l’uomo. Perché è un fuoco. È più violento del desiderio. È il grande divino desiderio che non aspira che all’amore stesso... Che la Risurrezione di Cristo possa sollevarci da qualunque affanno, tristezza, depressione, ansia, sfiducia, dolore, sofferenza e che la Certezza dell’inestinguibile Amore di Dio ci guidi verso sentieri di quiete e di speranza. Buona Pasqua a tutti.
1 commento:
Grazie Nino per questo bel post di Pasqua. Tanti auguri a te, ai collaboratori e a tutti i lettori.
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