- Papà, papà! A scuola la maestra ci ha spiegato che il buco del bilancio del comune è grande come quello dell’ozono… Come mai?
- Ti racconto una favola.
C'era una volta un cavaliero di nome Brancaleone, titolare de lo ducato et de li possedimenti della Rocca di Marineo. Durante uno de suoi frequenti viaggi nell’amena campagna regionale siciliana, dorata et profumata per lo grano maturo, nei pressi de lo Palazzo dei Normanni si incontrarono, mulo a mulo, il nostro Brancaleone il democristiano e Teofilatto il bizantino. Li due, per non cedere lo passo (avevano decinaia e decinaia di salme di terreno et voti per lato) decisero di sfidarsi a duello. Non vi furono né vinti, né vincitori: in compenso quell’anno la trebbiatura non ebbe più luogo. Seguirono nelli possedimenti anni di siccità e di moria delle vacche grasse. Quando qualcuno chiedeva “pane et lavoro”, isso per punizione recitava una sua poesia: lo pane. Brancaleone provò così a crescere ora le tasse, ora lo pane, ora li possedimenti provocando una eroica sommossa delle femmine.
Non avea ancor digerito la pergamena de le tasse triplicate de li rifiuti solidi et liquidi urbana, e per Brancaleone giunse lo momento di trovare una nova soluzione a lo bilanciamento de la balanza, che a li occhi de li esperti apparea ancora sbilanciata. Lo fido Abacuc convocò una riunione delli contabili di quella terra e, lo giorno seguente, tornò a li castella colla soluzione in mano. “Duce – disse, alzando il tubetto di soluzione - noi avessimo uno rimedio a le tue preoccupazioni, ma questa volta per te niente pergamene da firmare, così non saressi costretto a rimangiartele a furor di femmine”. Quello che lo fido ciambellano propose era uno bilanciamento senza romano: bastavano una lenza e una lanna di quacina et silestra per fare uno longo strisciamento blu da chiamare “parcheggio al sole de li muli et caretti, a pagamento orario”. Poi aspettarono l’alba: quando lo villaggio si svuotò, Brancaleone disse: “Io non potrei a dire se l’esperimento funzionerà per lo male della balanza, ma so per certo che per la malattia della vigna ebbe già funzionato più volte. Tincite dunque…
Non avea ancor digerito la pergamena de le tasse triplicate de li rifiuti solidi et liquidi urbana, e per Brancaleone giunse lo momento di trovare una nova soluzione a lo bilanciamento de la balanza, che a li occhi de li esperti apparea ancora sbilanciata. Lo fido Abacuc convocò una riunione delli contabili di quella terra e, lo giorno seguente, tornò a li castella colla soluzione in mano. “Duce – disse, alzando il tubetto di soluzione - noi avessimo uno rimedio a le tue preoccupazioni, ma questa volta per te niente pergamene da firmare, così non saressi costretto a rimangiartele a furor di femmine”. Quello che lo fido ciambellano propose era uno bilanciamento senza romano: bastavano una lenza e una lanna di quacina et silestra per fare uno longo strisciamento blu da chiamare “parcheggio al sole de li muli et caretti, a pagamento orario”. Poi aspettarono l’alba: quando lo villaggio si svuotò, Brancaleone disse: “Io non potrei a dire se l’esperimento funzionerà per lo male della balanza, ma so per certo che per la malattia della vigna ebbe già funzionato più volte. Tincite dunque…
- Fino all’inverno che seguì ci furono buona vendemmia, feste e grandi bevute per dimenticare; ma quando in primavera si sciolse la neve, tutti alzarono lo sguardo e videro il grande buco.
- Nell'ozono?
- No, nella terra.
- Nell'ozono?
- No, nella terra.
5 commenti:
voglio raccontare una favola anke io: c'era una volta la rivoluzione francese e c'era un tizio che si batteva strenuamente a favore del popolo. il suo nome era robespierre. egli sosteneva l'ugluaglianza dei cittadini, l'istruzione, la democrazia, l'abolizione delle classi sociali e della pena di morte, ma sopratutto promise di risanare l'economia che versava in condizioni precarie.lodevole. quando venne eletto nel comitato di salute pubblica, tanto si fece prendere la mano dal rinnovamento ke mandò alla ghigliottina non solo i regnanti e i loro sostenitori ma anche gli stessi cittadini contrari alla rivoluzione. sostenne la politica del TERRORE e la francia fu ricoperta di teste mozzate anke quelle dei + accesi sostenitori dei principi liberali tanto ke tutti sentivano la lama della ghigliottina sul proprio collo. insomma robespierre perse il controllo pure di se stesso: vedeva nemici ovunque ed era convinto ke tutti tramassero contro di lui. certo quella non era vita anzi era solo morte e qunado i francesi non ne poterono + l'accopparono e gli fecero saltare la testa con tutta la parrucca che allora andava molto di moda. e tutti vissero felici e contenti
Anche se è un commento anonimo, lo condivido con piacere, sottolinerando la saggezza dell'autore.
Aldilà dell'uomo Robespierre, restano comunque validi i valori e i principi della rivoluzione francese (libertà, fratellanza, uguaglianza).
grazie direttore, mi auguro che condivida solo i principi e non la ghigliottina
Prego. Sono contro la pena di morte, contro la caccia e contro la monarchia.
Al di là di tutto.
Le amministrazioni passano ma rimane l'imperituro giudizio popolare (fondato): "tutti i stessi su"
lzf
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