A Pieve Emanuele, a più di 1200 chilometri da dove fu ucciso Peppino Impastato nel 1978 e a 20 da Milano, si è svolta nei giorni scorsi la cerimonia di commemorazione della piazza a lui dedicata «a ricordo del suo martirio e dell'impegno civile a favore della lotta alla mafia in terra di Sicilia».
Ne ha dato notizia lunedì 6 ottobre il Corriere della Sera. Come dice il fratello Giovanni, se fosse vivo Peppino combatterebbe ancora la mafia, con la radio o con Internet. In tutta Italia sono già più di 300 i Comuni che gli hanno dedicato una strada. Ma sono anche molti gli amministratori, soprattutto in Sicilia e in provincia di Palermo, che continuano a fare orecchie da mercante. L'iniziativa nazionale "Una strada per Peppino Impastato" meriterebbe maggiore attenzione anche da noi, che non siamo a Milano e neanche a Stoccolma, come direbbe lui. Se crediamo veramente che la cultura mafiosa possa essere estirpata attraverso una corretta educazione delle nuove generazioni, dobbiamo favorire l’opera di recupero del territorio anche con questi gesti simbolici: dedicando un luogo alla memoria di Peppino Impastato, a trent'anni dalla sua barbara uccisione.
1 commento:
Marineo, dal punto di vista antimafia è un po' smemorata e ritardata.
framcesco
Posta un commento