
lunedì 1 settembre 2008
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  Nella Sicilia arcaica il pane scandiva l’esistenza umana dal primo vagito all’ultimo respiro.    Ni porta pani a la casa? Massima che applicata rigorosamente interdiceva ogni miglioramento materiale, sia pubblico che privato, ma serviva a impinguare le rendite delle famiglie. Ora, se portare pane a casa significava per alcuni accumulare avidamente «roba», per moltissimi altri equivaleva a mangiare, attutire i morsi della fame, nulla di più.  (leggi)
  La più grande opera della letteratura narrativa russa del secolo XIX.   All’inizio del romanzo, Tolstoj ci fa accomodare nel salotto di Anna Pavlovna Scherer per presentarci uno alla volta i primi personaggi, con pochi ma esaurienti tratti caratteristici. (leggi)
  Di là partimmo per Marineo; la strada è faticosa per le eterne salite e discese.   Giuseppe Capuzzi, lombardo, uno dei Mille della prima ora, partito con Garibaldi e Bixio da Quarto alla volta di Marsala, narra nel suo diario (La Spedizione di Garibaldi in Sicilia. Memorie di un volontario) le vicende della spedizione, fino a poco dopo la "presa" di Palermo. Riporto le note del 25 maggio 1860, giornata trascorsa dai garibaldini a Marineo per rifocillarsi. (leggi)
 Un'importante tessera al grande e policromo mosaico della produzione saggistica marinese avente per oggetto il santo patrono.   Una prima sezione del libro narra della terrena esistenza del medico Ciro e delle vicende che condussero dopo il martirio il suo teschio da Alessandria d'Egitto fino a Marineo. Nella seconda parte si narra come, nelle maleodoranti stive dei bastimenti, San Ciro condusse per mare migliaia di marinesi fino al nuovo mondo, inseguendo sogni di benessere e riscatto sociale. Infine l'ultima diaspora da New York al New Jersey.
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  Ascoltando la voce di Gesù vendette i suoi buoi e si ritirò in eremitaggio. Fu il superiore dell’eremo di S.Maria della Daina a Marineo.  San Benedetto nacque a San Fratello nel 1524 e morì a Palermo il 4 Aprile 1589. Subito dopo la sua morte i francescani lo portano nelle Americhe per convertire gli schiavi africani che la tratta negriera conduceva nelle piantagioni e nelle miniere.  (leggi)
  Il proverbio è stato raccolto da Giuseppe Pitrè a fine Ottocento.   Rappresenta l’opposizione acqua vs vino, quindi natura vs cultura, volendo rappresentare una località povera di risorse naturali, ma ricca di sapere. O se preferite: ad influenza ellenica.  (leggi)
8 commenti:
non sono ne a favore ne contro la caccia. E'regolamentata dallo stato chi trasgredisce paga.
fun. di polizia
lo stato è fatto di persone, quindi sarebbe interessante fare una riflessione sul concetto di caccia-sport, considerato che si spara piombo addosso a delle creature (vedi S. Francesco). nel post non viene detto che è illegale, ma si salvi chi puo'
dimenticavo: gli animali pagano in ogni caso!
Certo che se si mangia tinniruma, ramurazzi e citrola durante l'intera esistenza e' giusto che ci si mette in difesa degli animali, ma se si mangia gallina, maiale, becco coniglio e vitello forse e' meglio abbandonare l'idea che gli animali non si toccano. La caccia provvede ed ha provveduto sin dall'inizio della nostra vita le risorse per la nostra sopravvivenza.
Sin dall'inizio era una risorsa per la sopravvivenza. Ora è un hobby. Un conto è mangiare, un altro conto è sparare e lasciare l'animale morto a terra.
Legge di natura suggerisce che animale mangia animale. Il piu grosso mangia il piu piccolo. Persino l'aragosta, abbastanza stupida per concepire dolore, viene bollita mentre viva. Il porco, anche se intelligente, vive e muore per nutrire l'uomo e non soltanto di carne ma anche di saimi e peli per pennelli. San Francesco aveva buone intenzioni... ma in pratica la fratellanza non riempie lo stomaco.
Una breve nota sull'intellegenza (del porco, del padrone del porco e del cacciatore)!
Scrive Luigi Pirandello (Il Signore della Nave): se il porco fosse intelligente non mangerebbe e lascerebbe il suo padrone a leccarsi le sole ossa. Ma poi dice: potrebbe anche darsi che mangia per puro spirito di sacrificio!
Poi giunge a questa conclusione:
1. O il porco è stupido e mangia credendo di ingrassare per se, ma in realtà ingrassa il suo padrone, che poi lo fa macellare;
2. Oppure il vero porco è il padrone, che sacrifica un animale intelligente che mangia pur sapendo che ingrasserà il suo padrone!
Dubbio finale fuor di metafora: sacrificarsi per gli altri (sia questo porco o cristiano) è sengno di stupidità o di intelligenza?
Non sono contro la caccia purchè
essa sia esercitata con la completa osservanza delle leggi vigenti.
(...e lasciando alla povera selvaggia la possibilità di salvare
la pelle, nel senso di non sorprenderla quando riposa o,come nel
caso di volatili,quando è a terra o
posata su un ramo.Da escludere poi in
maniera assoluta la caccia notturna
con luci abbaglianti, i richiami,del
resto vietati per legge ed ogni altro insidioso congegno atto a catturare la preda ad ogni costo.
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