lunedì 1 settembre 2008

Poesia bucolica aperta di un poeta anonimo al mese di settembre


Li campani dî pecuri sduvìgghianu li campagni;
a lu paisi si senti scrùsciu di circhi e di timpagni.

Settembri, l’àrbuli làssanu càdiri li pigni:
li jurnatera cògghiu mènnuli e pistanu castagni;
chistu è puru lu tempu dî vigni
cu rappi di racina lucenti e pàmpini magni.

L’ottu c’è la scanna pi fari ùtri pû mustu e sampugni:
lu viddanu s’arricrìa di ciàvuru di carni e cutugni.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè l'autore vuole restare anonimo?
E' una bella poesia,miricorda la mia infanzia ,gli odori e i sapori dell'autunno, il laborioso lavoro dei contadini nelle campagne...
Grazie al poeta anonimo!
Cicci picci

Anonimo ha detto...

Sicuramente l'autore non e' Vitale, altrimenti ci avrebbe messo non solo il suo nome ma anche quello dei genitori e dei suoi nonni e per buon peso magari quello della moglie.

Anonimo ha detto...

Una poesia che accende la curiosità umana, vero? Ovviamente oltre ad essere indubbiamente bella.
Ma lasciate che alla vostre curiosità risponda con un proverbio cinese: conoscere l'autore e sapere se vivo fuori, Nuccio.
«Ci vuole tutta una vita per capire che non è necessario capire tutto»
lzf

Anonimo ha detto...

Alcune fra le più belle poesie siciliane sono di autori sconosciuti. Quello che conta è la bellezza della poesia - senza tempo e quindi immortale - e non la fama dell'autore.