di Onofrio Sanicola
MARINEO. Nell’ambito della Provincia in festa, tra le numerose manifestazioni in calendario si possono pescare eventi particolari, come la mostra di pittura di Elide Triolo.
Conosco molto bene l’artista, il suo percorso, la sua personalità. Estrosa, totalmente “superba” perché non ama discutere i contenuti dei suoi lavori. Te li impone. Le sue opere contengono significati e messaggi che spesso si fatica a decifrare. Spazia dal religioso al pagano, ma ti coinvolge totalmente. Legato alle sue opere ho un ricordo… terrificante. Le regalai un “masciddaru” di carretto siciliano in pessimo stato. Rappresentava una vittoria alata che ormai aveva perso smalto, colore e fascino. Forse era una Madonna. Lei promise che l’avrebbe restaurata. Tempo dopo, ospite a casa sua, notai in un angolo dell’ingresso la tavola di legno irriconoscibile. Si vedeva solo una superba Vittoria-Madonna bifronte. Mettà era una madre dolcissima a seno nudo, l’altra metà una vittoria superba che usava il suo sguardo fulminante. «Le mie opere – mi ha spiegato - sono me stessa, la mia vita. Di giorno mi consumo in una vita di sofferenza artistica, perché non sempre Apollo e Mercurio accettano il mio sacrificio, di notte divento regina incontrastata… sono Apollo e Mercurio che mi cercano». Consiglio di non perdere la mostra (espone in un luogo prestigioso: Palazzo Jung) non solo per i suoi contenuti ma anche come omaggio ad una giovane artista marinese che arricchisce il nostro “Pantheon” locale. Piacerà moltissimo ai giovani che apprezzeranno luce, ombre e significati.
Conosco molto bene l’artista, il suo percorso, la sua personalità. Estrosa, totalmente “superba” perché non ama discutere i contenuti dei suoi lavori. Te li impone. Le sue opere contengono significati e messaggi che spesso si fatica a decifrare. Spazia dal religioso al pagano, ma ti coinvolge totalmente. Legato alle sue opere ho un ricordo… terrificante. Le regalai un “masciddaru” di carretto siciliano in pessimo stato. Rappresentava una vittoria alata che ormai aveva perso smalto, colore e fascino. Forse era una Madonna. Lei promise che l’avrebbe restaurata. Tempo dopo, ospite a casa sua, notai in un angolo dell’ingresso la tavola di legno irriconoscibile. Si vedeva solo una superba Vittoria-Madonna bifronte. Mettà era una madre dolcissima a seno nudo, l’altra metà una vittoria superba che usava il suo sguardo fulminante. «Le mie opere – mi ha spiegato - sono me stessa, la mia vita. Di giorno mi consumo in una vita di sofferenza artistica, perché non sempre Apollo e Mercurio accettano il mio sacrificio, di notte divento regina incontrastata… sono Apollo e Mercurio che mi cercano». Consiglio di non perdere la mostra (espone in un luogo prestigioso: Palazzo Jung) non solo per i suoi contenuti ma anche come omaggio ad una giovane artista marinese che arricchisce il nostro “Pantheon” locale. Piacerà moltissimo ai giovani che apprezzeranno luce, ombre e significati.
1 commento:
Carissimo Onofrio
il tuo contributo è splendido
grazie di cuore...
aspetto il prossimo tuo scritto dopo che vedrai la mostra...
felice di averti presente nella mia vita!
con la speranza che il mio contributo artistico possa essere un gesto d'amore verso questa società!
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