“Le terre di Don Peppe Diana” è il titolo del Festival dell’impegno civile, organizzato da Libera e Comitato Don Diana, che si è tenuto in questi giorni a Casal di Principe, San Cipriano, Trentola Ducenta e Casapesenna, in ricordo del prete ucciso nel 1994. Per conoscere la vita e l'impegno civile di questo sacerdote, soprattutto per non dimenticare, può essere utile la lettura del libro "Il costo della memoria" scritto da Rosario Giuè, marinese che vive e insegna a Palermo. Don Giuseppe Diana è morto, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sacrestia della chiesa di cui era parroco, a Casal di Principe, nell’agro aversano. Si stava preparando a celebrare la messa, quando quattro proiettili ne hanno spento per sempre la voce terrena. Una voce che predicava e denunciava, che ammoniva ma sapeva anche sostenere. Che sapeva uscire dalla sacrestia e scendere dall’altare per andare incontro alle persone, rinnovando un’autentica comunione. Che fosse con i giovani dell’Agesci, con i suoi parrocchiani o con tutti i suoi concittadini, in quella terra bella e amara con la quale aveva sempre voluto conservare un intenso legame e una tenace presenza. Un prete coraggio, avrebbe al solito scritto qualche giornale, sino ad allora disattento al faticoso e quotidiano impegno che in tanti portavano avanti in quei territori di frontiera. Un prete di strada, secondo una definizione che rischia ormai di diventare stereotipo. Invece don Peppino era un prete e basta. Semplicemente un uomo di Chiesa, come ebbe modo di ribadire, quando lo etichettavano sbrigativamente «prete anticamorra». (Dalla Prefazione di don Ciotti)
Edito da Paoline Editoriale Libri, 2007
208 pagine, € 12,00,
di Rosario Giuè
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