giovedì 16 luglio 2009

Benedetto XVI, senza verità la carità scivola nel sentimentalismo vuoto


di padre Ludovico Tedeschi
Carissime famiglie,
pochi giorni fa è stata pubblicata la enciclica di Benedetto XVI sul tema sociale “caritas in veritatis”. Sentiamo un sano orgoglio nel constatare come la Chiesa accompagna con saggezza i cambiamenti sociali e le sfide di questi tempi postmoderni.

L’economia mondiale non può essere guidata soltanto dal profitto come unico scopo, deve integrare la gratuità come valore. Essere solidale, considerare il bene comune e la giustizia, per essere veramente efficiente, senza per questa ragione togliere il profitto. Un’economia senza etica, che dimentica che l’uomo è la sua finalità, porterà l’umanità a grandi conflitti e fallimenti. Una cultura economica che vuole annullare l’esistenza di Dio e la religione è condannata a pervertirsi. “L’umanità senza divinità, si trasforma in brutalità e bestialità”, diceva P. Kentenich dopo l’esperienza delle grandi ideologie naziste e comuniste, e dopo il materialismo pratico del dopoguerra. Ma la lettera del Santo Padre è scritta specialmente per noi cristiani e c’invita a fare una carità prudente e saggia che porta alla giustizia e al bene comune, e non si ferma ad un atteggiamento sentimentalistico individuale. Noi cristiani siamo chiamati ad essere sale e luce del mondo e Cristo vuole illuminare ogni tempo della storia dell’uomo.
Il nostro affidarci alla Madonna, la nostra Alleanza d’Amore, ci porta ad amare nella verità. Il rispetto all’ordine voluto da Dio nella natura dell’uomo e manifestato nella rivelazione, così come lo spiega il Magistero della Chiesa, è per noi un permanente orientamento, che dà radici solide al nostro amore. Quante volte oggi in nome di un “falso amore” si distruggono famiglie, giovani perdono la strada giusta e tanti uomini trovano soltanto il vuoto interiore. L’amore non può portare al male. Sarebbe un controsenso. Verità ed amore camminano insieme e si aiutano mutuamente.
In quest’anno sacerdotale non vogliamo dimenticare la nostra missione di condurre gli uomini verso Dio. L’attività economica dell’uomo e il suo lavoro non devono essere separati da Lui. Nel nostro piccolo vogliamo che la Madonna accompagni il nostro lavoro quotidiano con la sua presenza materna. Farla partecipe del nostro lavoro attraverso uno sguardo alla sua immagine mentre lavoriamo; il dialogo filiale, affettuoso e sincero, del cuore, che la fa partecipe di quanto accade in noi, dei nostri sentimenti più profondi, nelle diverse attività della giornata. Lei è una vera Madre e amica che partecipa da vicino alla nostra vita. Nella sua enciclica il Santo Padre invita alla preghiera, anche gli uomini di governo. Tutti noi abbiamo bisogno di Dio, specialmente quelli che hanno più responsabilità. Che Maria, Madre della Chiesa, vi benedice con affetto il vostro Padre Ludovico.

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