domenica 14 marzo 2010

Il Vescovo e le regole


di Rosario Giuè
In una società abituata al quieto vivere, in una Sicilia in cui non ci si muove senza prima calcolare «quanto ci guadagno», è degno di apprezzamento il fatto che un vescovo siciliano elevi la voce con chiarezza a difesa della democrazia.
In una Chiesa che rischia di essere schiacciata in una logica contrattualistica tesa a parlare forte solo in difesa dei cosiddetti «valori cattolici» con qualunque governo, la presa di posizione del vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, sul pasticcio delle liste elettorali fa sentire meno soli, specialmente in Sicilia. Monsignor Mogavero, che è anche responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, ai microfoni della Radio Vaticana ha affermato che «cambiare le regole del gioco mentre il gioco è in corso è un atto altamente scorretto» perché «la democrazia è una realtà fragile che ha bisogno di essere sostenuta e accompagnata da norme, da regole, altrimenti non riusciamo più a orientarci». (continua)
Repubblica 9 marzo 2010

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I pastori non possono permettersi di lasciare libero il proprio gregge. Devono vigilare perchè diversamente le pecore farebbero gravi danni, ora alle colture di uno, poi a quelle di un altro.

Sarebbe opportuno che la base ecclesiale fosse informata sui principi cardini della nostra democrazia e stimolata ad elaborare un proprio concetto una propria idea.
La formazione della comunità potrebbe essere d'aiuto alla nascita del pensiero libero e costruttivo, in tutti coloro che la costituiscono. Riconoscendo ad essa fiducia e ruolo.
Non dimentichiamo comunque che,
la partecipazione attiva e fattiva dei fedeli alle scelte della comunità politica da sempre è stata recepita come un'invasione di campo.

In un democrazia in crescita, le regole, se, e solo se condivise, possono anche cambiare è nello spirito di una democrazia parlamentare in crescita e non stagnante.

Certo il momento è particolare e ogni occasione è buona per prendersela con il destabilizzatore di turno, oggi quest'organo domani un altro, facendone il capro espiatorio.


Non sono un rassegnato, ma penso che parliamo alla luna.

antonio ha detto...

la "chiesa" di oggi non parla ne al sole ne alla luna, ma a se stessa.

Il linguaggio arcaico e la pretesa dicotomia tra il pensiero e le scelte individuali e l'agire nel reale quotidiano, sta facendo perdere credibilità e senso al messaggio cristiano.
Accade così che valori e principi fondanti del cristianesimo, come la solidarietà, giustizia, pace, ma anche democrazia, se questa la concepiamo come sistema di regole a cui una società dovrà riferirsi, vengono abbondantemente calpestati da uomini e personaggi che con tanto di scettro e talari oggi tengono le file del nostro dell'ingarbugliato paese.

Ma, non possiamo arrenderci!!!!!

Anonimo ha detto...

Importante a tal proposito leggere l'articolo di Galli Della Loggia sul Corriere della Sera, del 21/3/2010 "Atteggiamenti anticristiani - Quando l'illuminismo diventa chiacchera da bar" e ripreso dall'Osservatore Romano, del 22 e 23 marzo.