giovedì 20 agosto 2009

Marineo, una manifestazione spontanea di fede: i viaggi a San Ciro


di Nuccio Benanti
Una delle caratteristiche più rilevanti della festa di san Ciro è rappresentata da una manifestazione spontanea di fede che sfugge all’occhio dell’osservatore più distratto: i viaggi a santu Ciru.
Si tratta di un pellegrinaggio spontaneo che numerosi fedeli, a piccoli gruppi, formati in genere da parenti, vicini di casa e conoscenti, fanno qualche sera prima della processione. Il viaggio, intrapreso prevalentemente da donne, alcune delle quali a piedi scalzi, consiste nel percorrere il tragitto della processione, dopo il tramento, con la coroncina tra le mani, pregando. Questo pellegrinaggio può essere fatto almeno per due motivi. Il primo è in segno penitenziale, per ringraziare per l’avvenuto miracolo, sia per chiedere una grazia particolare al santo. In tal senso ha carattere di ex-voto. La seconda ragione riguarda, invece, la presenza alla processione di san Ciro: quando una donna non può prendervi parte il giorno stabilito, offre al santo il viaggio in sostituzione.
Negli ultimi anni, oltre alla presenza discreta, quasi invisibile, delle donne che fanno i viaggi spontanei, si è assistito anche alla organizzazione, da parte di gruppi parrocchiali e confraternite, di pellegrinaggi organizzati, ai quali partecipano numerosi gli assidui frequentatori della chiesa parrocchiale, anche uomini. Durante il percorso, che inizia davanti alla chiesa Madre e che si snoda lungo il percorso tradizionale della processione (corso dei Mille, piazza Castello, via Garibaldi, piazza sant’Anna, via Umberto I, via Patti, via san Michele, corso dei Mille) si recita il rosario di san Ciro.
Al termine del viaggiu, le donne sostano alcuni minuti davanti al portone o dentro la Matrice, per concludere le preghiere e per chiedere l’intercessione del santo per i bisogni delle loro famiglie. Questo pellegrinaggio è un atto volontario con il quale il fedele si reca in religiosità di spirito fino ad una meta: il luogo santo. Alla fine del percorso il pellegrino chiede che venga esaudito un desiderio personale, ma anche un approfondimento della propria vita personale. Ciò è possibile grazie alla purificazione dell’animo attuata lungo una cammino comune esteriore ed interiore, fatto in preghiera e in penitenza.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche a Ciminna (Pa) si fanno i viaggi al SS. Crocifisso detti 'u viaggiu o Signuri'. qui si incomincia all' alba per finire a notte fonda: insomma ognuno si organizza con gli orari più comodi e ci si riunisce tra amici e parenti per compiere il pellegrinaggio.
Molti, anzi quasi tutti hannu 'a prummisioni' cioè si obbligano spontaneamente a compiere il viaggio 'pi tutta l'ottavaria' (cioè dall' 1 all' 8 maggio di ogni anno). Stessa cosa accade durante la Festa in onore di M. SS. Addolorata (III domenica di ottobre)quando le persone fanno ' u viaggiu a Ddulurata',anche se con meno affluenza rispetto alle celebrazioni 'ru Patri ri li grazzij'.
Viva Santu Ciru! Vivaaa!

Anonimo ha detto...

Complimenti, per l'iniziativa.
Succedeva anni addietro, può verificarsi anche oggi d'inserire nel cartellone della "Festa" di San Ciro, una manifestazione che induce tutti a riflettere sulla nostra realtà.
E' data ai cittadini interessati l'occasione alla riflessione su tematiche importanti ed attuali per la nostra collettività.
Il fenomeno della migrazione dei popoli induce tutti a progettare un futuro d'integrazione.
I nostri compaesani che hanno vissuto sulla propria pelle il fenomeno dell'integrazione con altri popoli, potranno essere degli ottimi consiglieri per prepararsi all'inevitabile compenetrazione.
Lo stimolo al di fuori dell'aspetto religioso serve a progettare anche per Marineo un futuro multietnico, così da valorizzare le peculiarità di tanta gente che è arrivata alla ricerca del "Nuovo Mondo" a Marineo.
'M'illumino di più'