di Giovanni Perrone
L’ho colto sul fatto! Stava proprio gettando nell’improvvisata e deprecabile discarica a metà strada tra Marineo e Godrano, al bivio per la Base scout della Massariotta, del materiale.
Non so come si chiama, né ho osato chiederglielo. “Perché? – gli ho domandato timidamente - aggiungere altra schifezza?” “Arrivano i francesi! Non posso tenere a casa cose vecchie ed inutili. Mia moglie sta facendo grandi pulizie per accogliere gli ospiti”, la sua pronta risposta. “Anzi, lei, direttu’, chi li canusci, nun ci può diri di purtarini sordi. Stu gimillaggiu si non porta turismo e dinari a chi servi?”. “Ma tu nun travagghi?”, domando.”Sugnu a lu voscu e cu la disoccupazioni e autri travagghi nun mi pozzu lamintari. Ma, li me figghi chi hannu a fari?”, mi risponde. Ed aggiunge: “Po’ sacciu ‘ca vennu puru l’americani e chiddi di santu Ciru… Li francisi su ricchi. Chiddi chi eru a santa Siculeni dicinu ‘ca lu paisi pari un salottu: tuttu pulizia e ciuri!”
Di contro, i numerosi gruppi scout provenienti da varie parti d’Italia, che transitano dalla Massariotta, continuano a chiedermi il perché di tanta sporcizia in giro e delle discariche a cielo aperto. Tornando dal recente viaggio in Turchia alcuni nostri concittadini hanno dovuto constatare che “cosi di turchi!” bisogna dirlo nella nostra Sicilia e non in Turchia, ove si sta velocemente sviluppando il turismo grazie alla capacità di investire il denaro pubblico. “C’erano ovunque pulizia e fiori!”.
Siamo tanto abituati al “pacco dell’America”, al sussidio di disoccupazione da abbinare al lavoro nero, alle varie forme di assistenza, alla maniacale pulizia in casa e alla sporcizia sparsa per le strade da non accorgerci che sviluppo, turismo, soldi non possono venirci dagli altri, ma da noi stessi. Per vari motivi (anche clientelari) si preferisce distribuire assistenza, impegnare i giovani in lavori che non insegnano a lavorare (castrandoli intellettualmente nel periodo in cui dovrebbero essere aiutati a sviluppare capacità imprenditoriali), sovraccaricare le amministrazioni pubbliche di persone che non sanno cosa fare, utilizzare le risorse europee per creare assistenza e non lavoro. Facciamo proclami antimafia senza accorgerci che la mentalità mafiosa si annida anche nelle varie forme di pizzo che talora siamo costretti a pagare per avere qualche aiuto; abbiamo difficoltà a valorizzare le numerose risorse umane e materiali presenti nel territorio. Tanti nostri giovani si trascinano sino alle prime luci dell’alba tra un bicchiere ed uno spinello per potere poi alzarsi a mezzogiorno; mezzo Marineo sta cadendo a pezzi e le case costano carissime; stiamo sempre in giro con le nostre auto e le posteggiamo selvaggiamente; produciamo (in proporzione) il doppio di spazzatura della ricca Brescia… E poi parliamo di turismo e lavoro, aspettando che siano gli altri a risolvere i problemi che creiamo noi stessi.
La grande sfida per noi è passare dalla logica assistenziale a quella del vero lavoro e dell’imprenditoria, alle tasse pagate da tutti e all’impegno di ciascuno per rendere più bello il nostro paese. E’ una sfida di cui tutti siamo responsabili!
Sicuramente accoglieremo i francesi, gli americani e gli amici di Atena Lucana con la nostra tradizionale e calda ospitalità che ci onora; amministrazione e congregazione stanno facendo del loro meglio pur con limitate risorse. Senza un impegno comune che ci porta a cambiare mentalità anche i festeggiamenti saranno una forma di assistenza da consumare. Che, come tante sagre, farà consumare tante risorse ma lascerà tanti nostalgici ricordi e nulla più.
Non illudiamoci, i gemellaggi non possono portare soldi ed assistenza. Possono aiutare a riflettere e a creare nuove mentalità e durature amicizie. Perciò hanno grande validità. Cambiare mentalità, però, non è facile. Richiede un coraggioso impegno di ciascuno e di tutti. Dobbiamo chiedere a San Ciro che ci aiuti a divenire dei buoni cittadini per poter essere dei buoni cristiani.
Grazie, perciò, agli amici sigolenesi per questi venticinque anni trascorsi insieme. Tra l’altro ci aiutano a capire che un paese può divenire sempre più bello e più accogliente (in tal senso ho constatato di persona, anno dopo anno, la capacità dei sigolenesi). Esprimiamo gratitudine a quanti l’hanno voluto e l’hanno saputo portare avanti.
A tutti gli ospiti, oltre a dare il nostro affetto, offriamo un paese più pulito, più ordinato, più bello.
A proposito, una buona pulizia e verniciatura alla statua di Sainte Sigoléne e una accurata pulizia della pavimentazione della piazza antistante la madrice non guasterebbero.
Di contro, i numerosi gruppi scout provenienti da varie parti d’Italia, che transitano dalla Massariotta, continuano a chiedermi il perché di tanta sporcizia in giro e delle discariche a cielo aperto. Tornando dal recente viaggio in Turchia alcuni nostri concittadini hanno dovuto constatare che “cosi di turchi!” bisogna dirlo nella nostra Sicilia e non in Turchia, ove si sta velocemente sviluppando il turismo grazie alla capacità di investire il denaro pubblico. “C’erano ovunque pulizia e fiori!”.
Siamo tanto abituati al “pacco dell’America”, al sussidio di disoccupazione da abbinare al lavoro nero, alle varie forme di assistenza, alla maniacale pulizia in casa e alla sporcizia sparsa per le strade da non accorgerci che sviluppo, turismo, soldi non possono venirci dagli altri, ma da noi stessi. Per vari motivi (anche clientelari) si preferisce distribuire assistenza, impegnare i giovani in lavori che non insegnano a lavorare (castrandoli intellettualmente nel periodo in cui dovrebbero essere aiutati a sviluppare capacità imprenditoriali), sovraccaricare le amministrazioni pubbliche di persone che non sanno cosa fare, utilizzare le risorse europee per creare assistenza e non lavoro. Facciamo proclami antimafia senza accorgerci che la mentalità mafiosa si annida anche nelle varie forme di pizzo che talora siamo costretti a pagare per avere qualche aiuto; abbiamo difficoltà a valorizzare le numerose risorse umane e materiali presenti nel territorio. Tanti nostri giovani si trascinano sino alle prime luci dell’alba tra un bicchiere ed uno spinello per potere poi alzarsi a mezzogiorno; mezzo Marineo sta cadendo a pezzi e le case costano carissime; stiamo sempre in giro con le nostre auto e le posteggiamo selvaggiamente; produciamo (in proporzione) il doppio di spazzatura della ricca Brescia… E poi parliamo di turismo e lavoro, aspettando che siano gli altri a risolvere i problemi che creiamo noi stessi.
La grande sfida per noi è passare dalla logica assistenziale a quella del vero lavoro e dell’imprenditoria, alle tasse pagate da tutti e all’impegno di ciascuno per rendere più bello il nostro paese. E’ una sfida di cui tutti siamo responsabili!
Sicuramente accoglieremo i francesi, gli americani e gli amici di Atena Lucana con la nostra tradizionale e calda ospitalità che ci onora; amministrazione e congregazione stanno facendo del loro meglio pur con limitate risorse. Senza un impegno comune che ci porta a cambiare mentalità anche i festeggiamenti saranno una forma di assistenza da consumare. Che, come tante sagre, farà consumare tante risorse ma lascerà tanti nostalgici ricordi e nulla più.
Non illudiamoci, i gemellaggi non possono portare soldi ed assistenza. Possono aiutare a riflettere e a creare nuove mentalità e durature amicizie. Perciò hanno grande validità. Cambiare mentalità, però, non è facile. Richiede un coraggioso impegno di ciascuno e di tutti. Dobbiamo chiedere a San Ciro che ci aiuti a divenire dei buoni cittadini per poter essere dei buoni cristiani.
Grazie, perciò, agli amici sigolenesi per questi venticinque anni trascorsi insieme. Tra l’altro ci aiutano a capire che un paese può divenire sempre più bello e più accogliente (in tal senso ho constatato di persona, anno dopo anno, la capacità dei sigolenesi). Esprimiamo gratitudine a quanti l’hanno voluto e l’hanno saputo portare avanti.
A tutti gli ospiti, oltre a dare il nostro affetto, offriamo un paese più pulito, più ordinato, più bello.
A proposito, una buona pulizia e verniciatura alla statua di Sainte Sigoléne e una accurata pulizia della pavimentazione della piazza antistante la madrice non guasterebbero.
4 commenti:
(AGI) - Palermo, 18 ago. - Ancora due arresti sono stati eseguiti a Palermo dai carabinieri in base al decreto sull'emergenza rifiuti che prevede le manette per chi abbandoni in strada pattume e materiale ingombrante. Gli arrestati sono due traslocatori abusivi pregiudicati, sopresi nel quartiere dell'Uditore mentre scaricavano sul ciglio della strada divani, armadi ed elettrodomestici.
..però, sembra che il male di tutti questi avvenimenti, risieda solo ed esclusivamente nella povera gente, nei cassa-integrati, braccianti agricoli forestali già, sempre la povera gente! Però, quando succede qualcosa che investe qualche "colletto bianco", nessuno trova il coraggio di parlarne così pubblicamente..!!! é stato sempre cosi!!! Il conto, lo paga sempre il più debole!! D'altronde, come può difendersi uno che non parla l'italiano ma solo il siciliano? Che non sa usare il computer? Che non ha nessuno che gli da man forte?
Quel signore che va a lu voscu, cosa gli sarà capitato da piccolo per fare o dire tali oscenità? Sarà caduto dal lettino? Cosa può spingere un uomo, a comportarsi cosi?
Uno dei problemi più grandi è il voler mantenere la povera gente "povera" e dipendente. Certe forme assistenziali non producono sviluppo, anzi tarpano le ali oltre alla dignità.
Sono questioni complesse e non c'è il "toccasana". Però è bene rifletterci.
Ci sono tanti poveri, purtroppo, ma anche falsi poveri; così come veri invalidi, ma anche falsi invalidi.
G.P.
E' ammirabile l'iniziativa del gemellaggio e delle persone che si sono prodigate al suo sviluppo in questi anni, ma non capisco perchè deve essere attccato sempre lìoperaio che "va al bosco". Sono convinto, al di là, delle belle parole e delle profonde motivazioni sul perchè del gemellaggio, del premio della poesia, del .... ecc... ecc... che si stia perdendo il contatto con la realtà! La realtà è fatta anche di persone che la notte non dormono, perchè sono costretti a inventarsi qualcosa per potere tirare avanti o meglio per campare la famiglia di cui tanti autorevoli personaggi ne sono diventati "esperti". Si scrive l'articolo sulla famiglia, la questione X sulla famiglia o la variabile Y, ma chi, si è mai interessato veramente ad aiutare una famiglia in difficoltà? Non è forse meglio abbassare i toni intellettuali e fare qualcosa di più concreto?
A Marineo sono aumentate le iniziative socio culturali, le associazioni... ma è veramente fermento culturale? o è un subdolo modo per fare passerella o un modo per ammettere a se stessi e davanti agli che anche noi esistiamo e che abbiamo un posto riserevato fra i notabili? Vanità di vanità. Tutto è vanità. Comunque, i "figli di papà" certe cose non possono capirle e questo mi dispiace tantp. La storia continua e noi purtroppo siamo protagonisti di certi meccanismi... della storia.
Prima il pane, e poi, tutto il resto. O no? Non voglio nessun tipo di reazione di orgogliosa-stupidità che potete immaginarvi, ma voglio riflettere - se è possibile - insieme a voi.
Non mi firmo perchè non voglio essere giudicato per il mio nome, ma per quello che dico. Grazie.
Posta un commento