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(Parte Sesta) In previsione de lo voto di appartenenza, Abacuc fu ammaestrato di preparare la cena di beneficenza. A Brancaleone fu assegnato lo posto di onore. Non temendo e non tenendo isso lo vino locale, né quadumi, né stigghiola, né cosi grassi, quella volta non rimase trippa per li gatti. Ritornato a li castella con la pancia piena, traballante e avvinazzato, si mise per dormire, ma fece uno sogno strano. Proprio a lui che veggeva su tutto, un veggente gli leggeva la mano et diceva: “Vido novi mulini a ventooo, vido novi mulinari che macinano frumentooo, vido novi schiere di soldati avanzare controventooo, vido novi anni di tuo...” Sconvolto da la rima, si alzò di scatto e si mise a correre, inseguito da una folla di omini et gatti diuni. Dopo novi giri intorno a lo gallinaro, imboccò la strada che portava a lo pubblico fumiraro: scalciò, rotolò, sprofondò in mezzo a lo caldo e puzzolente stallatico, si riempì così tanto di fumeri, che quando finalmente lo tirarono fora non si capiva più se era porco o cristiano.
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