mercoledì 1 aprile 2015

Marineo: la scala dei lavureddi, tradizione ricca di simboli ancestrali


di Nuccio Benanti
MARINEO. Nel libro sacro dello zoroastrismo, Zarathustra proclama: «Chi semina il grano edifica l’ordine». Il nome che i contadini di Marineo danno al campo di frumento è lavuri. I lavureddi sono, quindi, piccoli campi di grano, di lavoro e di ordine.
Vengono realizzati per adornare la scalinata dell’Altare della reposizione (comunemente detto del Santo Sepolcro), all’interno della chiesa Madre. Il frumento viene seminato dai devoti nella stoppa umida in prossimità della festa di San Giuseppe, per essere tenuto al buio all'interno delle proprie abitazioni fino alla Settimana Santa. Sono i confrati della confraternita del Santissimo Sacramento ad allestire la caratteristica Scala Illuminata addobbata con rami d’ulivo e fiori. Al centro della chiesa vengono sistemati un centinaio di piatti germogliati portati dalle famiglie e dagli alunni delle scuole. Attraverso una scala, i messaggeri divini salgono e scendono nel sogno biblico di Giacobbe: "Una scala poggiava sulla terra, la sua cima raggiungeva il cielo. Ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa" (Genesi 28, 12). La scala dei lavureddi è, quindi, un ponte. Serve a favorire un contatto con l’aldilà, con la residenza e con la provvidenza divina, ma anche a propiziare ritualmente l'innalzarsi delle messi, trattandosi di una forma di pensiero per analogie. Si tratta della tradizione legata alla Settimana Santa più ricca di simboli ancestrali, che affonda le radici in tempi molto remoti, antecedenti alla stessa venuta di Gesù. Nell’antichità i devoti di Adone, all'approssimarsi della primavera seminavano in contenitori di terracotta chicchi di grano, che facevano germogliare in assenza di luce. Con queste nuove piantine ornavano, nei giorni antecedenti l'equinozio di primavera, il sepolcro della loro divinità, il giardino di Adone, propiziandone la resurrezione.