venerdì 27 giugno 2014

Marineo: la chiave di San Pietro, analogie e simbolismi di un dolce rituale


di Franco Vitali
Il 29 giungo si festeggiano i santi Pietro e Paolo. Tra gli appuntamenti che la Confraternita del Ss. Redentore propone, quello della celebrazione della festa di San Pietro è uno dei più importanti, ricchi di significati pregnanti per la nostra vita di cristiani e caricati di simbologie radicate nella tradizione popolare marinese.
La figura di San Pietro richiama le radici storiche del Cristianesimo: “Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la mia chiesa” affermò Gesù Cristo! La nostra esistenza di marinesi è condizionata dalla presenza davanti ai nostri occhi e dentro il nostro cuore della Rocca, segno della natura ma simbolo soprannaturale che cela significati spirituali: ci piacerebbe pensare che su questa nostra roccia è stata edificata la nostra chiesa marinese. Una roccia: luogo inespugnabile e simbolo di ancoraggio in una realtà ed in un mondo in cui i valori cristiani sono seriamente messi in pericolo… Una antica tradizione popolare marinese legata alla festa di San Pietro è il consumo rituale delle “Chiavi di San Petru”, un piccolo dolce da consumare “religiosamente”. La Chiave di San Pietro, infatti, è un cibo rituale paragonabile ai Panuzzi di San Giuseppi o di Sant’Antuninu ed è ricca di significati nascosti, di simboli e segni del nostro vivere cristiano. San Pietro ricevette da Gesù le chiavi del regno dei cieli: la facoltà di costruire sulla terra il regno di Dio così come descritto dalla Sua Parola e di “legare e sciogliere”: noi stasera prenderemo volontariamente, davanti a San Pietro, la “nostra” chiave personale… Una chiave è qualcosa che “apre”: apre scrigni, porte, cancelli, ed idealmente, le menti ed i cuori. San Pietro con la sua chiave ci induce ad aprire a Gesù Cristo la nostra essenza di cristiani, ci induce ad aprire a tutti i nostri fratelli il nostro cuore, ci fa accedere, se lo vogliamo, alla presenza di Dio. Una chiave è qualcosa che “chiude”: conserva gelosamente la nostra casa, le nostre cose più care conquistate con le fatiche ed i sacrifici, ed idealmente, quanto di bello e prezioso riteniamo di avere dentro di noi ed abbiamo appreso dalle tradizioni tramandate dai nostri avi, prima tra tutte la nostra appartenenza a Gesù Cristo. Una chiave è indicazione di come percepire il mondo - la chiave di lettura, la chiave musicale, la parola chiave - e spesso rappresenta qualcosa che risolve l’arcano e dipana situazioni ingarbugliate, critiche, restituendoci chiarezza, serenità, pace interiore: “trovare la chiave” di un segreto, di una difficoltà, di una crisi… La chiave di volta indica quell’elemento architettonico finale che conferisce solidità a volte, ponti, costruzioni… Quante analogie e simbolismi nel pensare dunque alla “chiave”. La chiave che San Pietro porta in mano vuole rappresentare per noi cristiani dunque tutte queste simbologie: la sua presenza in forma di cibo rituale, veicola proprio questi significati. Ma sopra ogni cosa: noi abbiamo la grande responsabilità di possedere le chiavi della nostra esistenza e di usarle nel giusto modo, secondo le indicazioni della Parola di Cristo.