giovedì 30 aprile 2009

Istituta l'Unità Operativa del Corleonese per debellare il punteruolo delle palme


Lunedì 4 maggio, alle 9.30, presso la sede dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura di Corleone, si terrà la prima riunione dell’Unità Operativa intercomunale per l’attività di prevenzione alla diffusione del punteruolo rosso delle palme. 
Gli incontri successivi saranno itineranti negli altri centri abitati del corleonese. «L'iniziativa - dice il prof. Salvatore Raimondi, docente del dipartimento di Agronomia ambientale e territoriale della Facoltà di Agraria all'Università di Palermo - è partita dal Rotary club di Corleone. In questo campo, la prevenzione è molto importante e il nostro intervento si svilupperà con due reti elaborate secondo i principi della Land Evaluation, che insegno nel corso di pedologia. Ogni sindaco sensibile all’emergenza in atto nella fascia costiera della Sicilia è stato invitato ad indicare un rappresentante, laureato o diplomato, esperto di entomologia e fisiologia delle piante, per operare nelle ville e nei giardini del proprio comune. Questi tecnici parteciperanno alla prima riunione operativa con l’inventario delle palme che dovranno monitorare».
Il primo incontro operativo servirà, infatti, a costituire il gruppo di lavoro denominato "Unità Operativa Corleonese sul Punteruolo rosso delle palme". L’area da tenere sotto osservazione riguarderà un territorio che comprende i comuni di Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Vicari, Campofelice di Fitalia, Villafrati, Bolognetta, Marineo, Santa Gristina Gela, San Giuseppe Jato, Corleone, Piana degli Albanesi e i bacini idrografici Oreto e Jato. Il gruppo di lavoro elaborerà, quindi, un piano per la cattura massale del punteruolo rosso per prevenire l’infestazione nelle aree interne del palermitano, una carta delle aree sensibili alla diffusione dell’infestazione e il monitoraggio visivo delle piante. 
All’incontro di lunedì prossimo parteciperanno, tra gli altri, il prof. Stefano Colazza, il dott. Domenico Muracchia, la prof. Giuseppina Triolo, il dott. Carlo Greco, quest'ultimo giovane neolaureato di Marineo che ha contribuito a sperimentare a Palermo il primo sistema di cattura del punteruolo. In giornata sono previste le visite alle ville comunali di Corleone e Campofiorito.

mercoledì 29 aprile 2009

Sotto un velo di sabbia... un sogno

Giovedì 30 aprile, ore 21, al Teatro del Baglio di Villafrati va in scena lo spettacolo Sotto un velo di sabbia, liberamente tratto dai racconti Questo è un uomo di Davide Camarrone Il mare è piccolo ma Dio è grande di Giosuè Calaciura. Con Alessandro Haber e Caterina De Regibus. 
Scene Ferruccio Bigi e Arrigo Benedetti; musiche originali Mario Incudine; regia Sandro Tranchina con Alfio Scuderi e Roberto Salemi. 
Lo spettacolo racconta due storie che, insieme, compongono metaforicamente un unico viaggio di andata e ritorno lungo quella rotta tra l’Africa e l’Europa in cui ogni giorno migliaia di disperati si avventurano: non sappiamo veramente quanti ne muoiono senza approdare sulle nostre coste, meno ancora sappiamo di quelli che approdano e vengono rispediti indietro. Protagonista è il giovanissimo Ismaele, unico alfabetizzato della sua famiglia di pescatori, desideroso di coronare il sogno di raggiungere l’Italia e per questo disposto a mentire. Infatti inventa storie fantastiche e un luogo geografico da sogno che chiama Italia, approfittando dell’arrivo delle lettere di un cugino emigrato. Lo fa per convincere suo padre a lasciarlo partire per raggiungere il cugino, per sfuggire a una vita senza futuro: andrà incontro a un futuro senza vita. 
Dalla storia di Ismaele passiamo a quella di un giornalista italiano di seconda generazione dalla pelle scura, Osea Boucouba, scomparso senza lasciare traccia durante un’inchiesta condotta tra le realtà misere e disumane dello sfruttamento del lavoro nero e dei “centri di prima accoglienza”. Scopriremo che una donna, Fatima, lo ha incontrato, in un infernale campo (in tutto simile ai lager dell’Olocausto) nel deserto libico. La donna racconterà la sua storia in uno stato di trance, ma la forza delle parole farà rivivere allo spettatore il viaggio infernale di Osea e di tutti i rimpatriati extra comunitari, che l’Europa civile e moderna si ostina a ignorare, come fece nel secolo scorso con la tragedia dell’Olocausto. I due narratori incarnano col proprio corpo le parole con cui ci raccontano le storie di Ismaele e di Osea; in loro tutto è espressivo, dagli occhi alle mani, ai piedi; ci appaiono come due stregoni del villaggio, capaci di trasmettere con le parole immagini che non pensavamo di poter vedere.
La tragedia, che è tragedia del mondo come qualunque strage di uomini a opera di altri uomini, è la sintesi di qualcosa d’immane che si abbatte sulle nostre teste: non la semplice morte di un uomo, ma la morte di un sogno.

sabato 25 aprile 2009

I fattori di declino della nostra cultura


Quello di Pasolini è un appello, rivolto agli intellettuali del suo tempo, da cui emerge la necessità di darsi da fare per consentire agli italiani una presa di coscienza delle proprie radici.
La sua, più che rassegnazione, è una denuncia, un invito ad operare per mettersi al riparo da una cultura omologata che mistifica l’uomo, portandolo addirittura a rinnegare il proprio passato, a buttare nella pattumiera gli oggetti della casa e del lavoro dei propri genitori, a vergognarsi del proprio dialetto.
I fattori del declino della cultura popolare sono stati individuati nell’impoverimento demografico delle campagne, che privò di forza lavoro i tradizionali processi di produzione, e nella concentrazione della popolazione nelle città, dove si registrò un notevole aumento degli addetti nel settore terziario e dei sottoccupati. Contadini, pastori, artigiani assorbiti dall’industria e dal terziario perdono, rifiutano, negano la loro cultura originaria. Gli attrezzi del lavoro contadino diventano simboli di una condizione di vita precaria, piena di privazioni, da dimenticare. Lo svuotamento dei paesi provoca un vuoto culturale anche nelle popolazioni non emigrate, dove molti processi di produzione tradizionali cessano di esistere.
A differenza di quanto era avvenuto nel resto d’Europa, dove c’era stata una lenta trasformazione economica, che aveva portato dei lenti cambiamenti anche a livello sociale e culturale, in Italia e in Sicilia, invece, tutto era avvenuto velocemente. A partire dagli anni cinquanta il mondo rurale fu investito da un’ondata di mutamenti causati dalla mancanza di manodopera, dall’introduzione delle macchine, dalla scomparsa del latifondo e dalla crisi delle attività economiche tradizionali che erano al servizio dell’agricoltura. A tutto ciò va aggiunta l’imposizione di una diversa cultura attraverso i mezzi di comunicazione di massa (televisione in primo luogo) che improvvisamente portarono nelle case nuovi modelli di vita.
«Quando un contadino, un artigiano, un pastore lascia il suo lavoro, il suo dialetto, i suoi ritmi di vita per svolgere delle mansioni a lui inconsuete, ecco, perde la sua identità e si carica di frustrazioni» (Buttitta). Forse vivrà una vita agiata in una bella casa in città, avrà abiti e macchine nuove, però il suo valore di uomo che è cresciuto in un certo mondo, in una data cultura, è completamente distrutto.
Un popolo non può vivere senza memoria, anche quando il passato è fatto di duro lavoro, di sacrifici, di rinunce. In ogni caso, il ricordo può essere la testimonianza di una condizione contadina da denunciare, da criticare, ma mai da dimenticare. Poiché chi non ha passato non può avere futuro: questa è la dura legge della cultura. Infatti, tutte le volte che i mezzi di comunicazione di massa vengono a contatto con una generazione senza identità, questa non esiterà un attimo a farsi catturare dalle mode e dalle superficialità del momento, rifiutando il proprio passato, visto solo come marchio di subalternità. «L’identità di un uomo non è fatta solo dei suoi caratteri fisici ma anche del suo modo di pensare, del suo modo di essere, dei suoi comportamenti: è la sommatoria di connotati fisici e culturali. Se si priva un uomo di questi ultimi gli si toglie la sua dignità umana» (Buttitta).

giovedì 23 aprile 2009

Fuori luogo, l'incontro con lo straniero al Teatro del Baglio di Villafrati


Venerdì 24 aprile, ore 21, al Teatro del Baglio di Villafrati sarà rappresentato “Fuori luogo”,
spettacolo liberamente tratto dai racconti "Il viaggio segreto di Niels Bohr a Palermo" di Santo Piazzese, "Il decalogo di Nordia" di Maria Attanasio, "La pupa di zucchero" di Lilia Zaouali. Con Filippo Luna, Marta Lunetta, Barbara Tabita, Marcello Mordino, Roberto Salemi; scene Ferruccio Bigi e Arrigo Benedetti; musiche originali Mario Incudine; regia Sandro Tranchina con Alfio Scuderi e Roberto Salemi.
Tre scene, che si svolgono all’interno di uno stesso appartamento in epoche diverse, sono metafora di altrettanti aspetti del rapporto con lo straniero, con l’altro da sé, che ciascuno dei tre autori ha colto nei comportamenti dell’uomo. A legare insieme i tre passaggi temporali sono i ricordi del portiere del palazzo.
Nella prima scena siamo intorno agli anni cinquanta e assistiamo all’incontro, sognato o reale, tra un giovane avvocato e il premio Nobel Niels Bohr. Dai dialoghi emergerà il confronto tra due città all’apparenza antitetiche, la Palermo del giovane avvocato e la Copenaghen dell’anziano fisico, e vedremo come siano più le affinità che le differenze: ciò che dovrebbe unire è l’essere uomini e non l’appartenenza geografica.
Nella seconda scena l’azione si è spostata ai giorni nostri, e nell’appartamento s’incontrano a cena una giovane donna tunisina da poco in Italia e sua madre giunta in visita. I dialoghi tra le due donne rivelano un contrasto che non sospettavamo: la vita da “straniera” che la giovane si trova a condurre e che la spinge ad ancorarsi ai propri schemi culturali, confrontata con la ribellione della anziana madre che, seppur rimasta nel paese di origine, rompe quegli stessi schemi con una scelta di vita che stupisce la figlia e lo spettatore.
La terza scena ci porta in un futuro prossimo di stile orwelliano, in cui la maniacale protezione delle identità locali ha generato una forma istituzionalizzata di razzismo. Le città sono divise in condomini governati da minacciosi regolamenti atti a controllare la vita privata di tutti gli abitanti in modo asfissiante. Vigilantes e coprifuoco rendono la vita difficile alla scrittrice Rita Massa che, avendo ereditato dal padre un appartamento, vi si è trasferita. Le angherìe e le persecuzioni del capo condominio e degli altri inquilini provocheranno in Rita una ribellione che travolgerà la vita tranquilla del condominio.

martedì 21 aprile 2009

Ca mma ra tà, un successo per l'estate


Dal blog di Palermo Rosalio una rivisitazione della canzone Sincerità, ispirata dalla recente vicenda che ha visto coinvolti il sindaco di Palermo e l’Amia. Ora la tenzone è stata musicata in Ca-mma-ra-tà e si candida a diventare il tormentone dell'estate palermitana. Gli autori sono i musicisti di Palermo Art Ensemble e Veronica.
Clicca sulla foto per scaricare il brano.
Ascolta:
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lunedì 20 aprile 2009

Bilancio 2009, pioggia di emendamenti per alleviare la bolletta sui rifiuti


Il gruppo consiliare di minoranza (del Pdl) ha depositato in segreteria 22 emendamenti al bilancio di previsione 2009 del comune di Marineo. Obiettivo: alleviare la tassa sui rifiuti.
«I nostri emendamenti – scrivono in una nota i consiglieri Battaglia, Mancino, Perrone, Schimmenti e Spinella Mancuso – si prefiggono di diminuire l’odioso raddoppio della Tarsu. Per amministrare le casse del nostro comune necessitano particolari capacità ed indubbie competenze». Competenze che, secondo i firmatari, mancherebbero al sindaco. Infatti, aggiungono, per Ribaudo «l’unico rimedio per fare quadrare i conti del bilancio è stato aumentare le tasse».
In sostanza, i consiglieri del Pdl contestano all'amministrazione comunale di non avere fatto abbastanza per andare incontro alle famiglie di Marineo che, a causa dell’attuale crisi del lavoro, «non riescono ad arrivare alla quarta o alla terza settimana» del mese.
Per gli esponenti della minoranza, ci sarebbero, infatti, altre soluzioni (esposte dettagliatamente nei 22 emendamenti) per recuperare dal bilancio ben 170 mila euro che, utilizzati sul capitolo della tassa sui rifiuti, porterebbero ad un risparmio per le famiglie di circa 80 euro all’anno. In aula consiliare proporranno, così, di portare la Tarsu a 1,40 euro a mq, al posto dell’attuale 1,96 deliberato dalla giunta lo scorso 25 febbraio.
Solo un nodo rimane da sciogliere. Negli emendamenti il Pdl chiede a sindaco, assessori e consiglieri tutti di rinunciare ai gettoni di presenza (nei giorni scorsi, i consiglieri di maggioranza Di Sclafani e Vivona lo avevano già fatto) e alle indennità di carica: infatti, sempre secondo i «nostri calcoli, in questo modo si recupererebbero circa 93 mila euro».

sabato 18 aprile 2009

Libertad in scena al Teatro del Baglio


Sabato 18 aprile, al Teatro del Baglio di Villafrati, la Compagnia DanzAbile presenta Libertad, da La casa di Bernarda Alba di F. Garcia Lorca,
con Federica Frazzetto, Lorena Grasso, Clara Greco, Daniela Marchesini, Stefania Previtera, Luana Toscano, Agnese Vitale, Alfio Zappalà. Musiche Giovanni Sollima e Meredith Monk, coreografia e regia Maria Grazia Finocchiaro.
“Per tutti gli otto anni di durata del lutto non entrerà in questa casa il vento della via, facciamo conto di aver murato con mattoni porte e finestre”. Così sentenzia Bernarda il giorno della morte del marito; come pietre, scaglia tali parole, che piombano con la pesantezza di enormi macigni nei petti delle figlie. È la lapidazione delle loro pulsioni interne, la condanna a sopravvivere nonostante la sepoltura delle loro anime inesperte. Pupazzi nelle mani di una madre-padrona, manovrate dalla tirannia delle sue disposizioni, sono solo marionette unite dai fili invisibili del loro stesso sangue. Sola si muove come uno spettro tra le bianche mura, l’anziana Maria Josefa vaneggiando ricordi di un lontano passato. Respiri soffocati, sospiri rassegnati, diventano ora grida interiori, che rimbombano in una casa di falsi silenzi. Tutti si muovono in un apparente equilibrio di onore e rispettabilità sociale, si spostano nell’identico percorso delle loro stanze, scandendo con i loro passi un tempo interminabile. Amore, odio, rancore, rabbia, invidia,sentimenti questi che ribolliscono nelle vene, tensioni che non possono fare a meno di fuoriuscire, esplodendo nella violenza degli sguardi e nella crudezza delle parole, che ormai esprimono una ribellione che scuote la casa, mettendone in discussione l’onorabilità. Ma le mura della casa di Bernarda, ispessite da anni di dispotismo, di repressioni, di egoismo, di parvenze e di ipocrisie, non crollano e la verità vi morirà all’interno.

giovedì 16 aprile 2009

Di Sclafani e Vivona rinunciano al gettone, 3.000 euro per cultura e disabili


A Marineo due consiglieri comunali hanno rinunciato al proprio gettone di presenza
per sostenere due capitoli di bilancio attualmente scoperti: valorizzazione del patrimonio culturale e attività ricreative per i disabili. La proposta è stata illustrata mercoledì sera dall'esponente della maggioranza Nino Di Sclafani che, con una nota scritta e consegnata al segretario comunale, ha formalizzato la propria volontà di rinunciare al gettone di presenza del consiglio e a quello delle commissioni consiliari di cui fa parte. L’ammontare è di 2.000 euro per l’anno in corso. L’esempio è stato seguito da un altro consigliere di maggioranza, Rosario Vivona, che ha fatto recuperare all’amministrazione altri 1.000 euro.
«Rinuncio al mio compenso – ha detto Di Sclafani – ma nel contempo, essendo dipendente di una società privata, rinuncio anche alle prerogative previste in merito ai giustificativi di assenza che graverebbero, in termini di esborsi compensativi del datore di lavoro, alle casse comunali». In sostanza, il consigliere non si avvarrà dei permessi per assentarsi dal lavoro quando va al comune, se non a proprie spese. Su specifica richiesta, i 2.000 euro dovranno essere messi in un capitolo di spesa per le «iniziative destinate alla valorizzazione del patrimonio culturale di Marineo, attraverso la realizzazione di convegni o la compartecipazione alla pubblicazione di libri sulla storia e le tradizioni locali».
Vivona ha invece chiesto di mettere i suoi 1.000 euro per attività ricreative in favore dei disabili. «Ci rendiamo conto che per ora si tratta di piccole cifre – ha detto Vivona –, ma in un comune come il nostro possono essere sufficienti per realizzare attività che, in periodi di crisi come questo, vengono spesso penalizzate. Noi ci auguriamo, che la nostra proposta possa essere colta anche da altri per sostenere tante altre iniziative».

mercoledì 15 aprile 2009

martedì 14 aprile 2009

Divieto di sosta e di abbattimento di muri in consiglio comunale a Marineo


Mercoledì 15, alle ore 18, torna a riunirsi il consiglio comunale di Marineo. Tra i punti all’ordine del giorno 7 interrogazioni e 3 mozioni del gruppo di minoranza. Una interrogazione e una mozione riguardano l'ordinanza sindacale n°18 del 16/03/09, divieto di sosta. Si parlerà, inoltre, dell'abbattimento dei muri nel centro diurno anziani, delle serate danzanti nei locali comunali, dei cani abbandonati, del civico cimitero, dei rifiuti ingombranti in piazza Inglima. E infine, il consiglio voterà una delibera riguardante la verifica qualità e quantità delle aree e fabbricati da destinare a residenze o attività produttive per l’anno 2009. Per maggiori dettagli sull'ordinanza sindacale n°18 del 16/03/09, potete consultare il portale senza zineffa del comune, alla voce delibere di giunta.

sabato 11 aprile 2009

Il linguaggio del cibo: la Pasqua


Nella settimana santa la storia umana del Cristo viene rappresentata per mezzo di un codice gestuale fondato sulla opposizione triste vs lieto. Al primo gruppo appartengono tutti quei comportamenti tipici della quaresima, che denotano dolore, cordoglio, digiuno. Mentre all'altro capo si situano gli atteggiamenti caratteristici della Pasqua: gioia, sollievo, abbondanza. È il suono delle campane, il sabato, a fare da spartiacque. Suono che, simbolicamente, costituisce il momento del passaggio dalla morte alla nuova vita, dal triste inverno alla stagione dei fiori. Ecco perché il giorno di Pasqua si presenta con specifici segnali di abbondanza e di fertilità: l'uovo è uno di questi.
Il cibo è sempre stato importante nella vita degli uomini, tanto che ha avuto un ruolo fondamentale soprattutto nella religione: a partire dall'antico sacrificio vedico indiano, poi in Grecia, fino a giungere ai banchetti romani. Nel Nuovo Testamento, inoltre, sono diversi i momenti in cui l'insegnamento di Gesù si collega alla consumazione comunitaria del cibo: L'ultima cena e La cena di Emmaus sono due di questi. Dunque, dietro ai sapori e agli odori della cucina si nascondono tantissimi significati, una trama fitta di simboli e linguaggi. Il convivio di Pasqua rimanda, etimologicamente, a vivere insieme. Mangiare insieme ad altri uomini è un modo per trasformare un gesto individuale, nutritivo, naturale, in un fatto collettivo, simbolico, culturale. Quello che si fa assieme agli altri, come dimostra la religione, assume un significato sociale, un valore di comunicazione forte e complesso.
In queste ore, le pasticcerie sono impegnate nella preparazione di una grande varietà di dolci. Le pochissime famiglie che osservano ancora le tradizioni di Marineo, preparano anche "i pupa cull'ova", dolci a forma antropomorfa con un impasto a base di farina, il cui ripieno è costituito da uova sode. Inoltre, troviamo le pecorelle di pasta reale addobbate e colorate, che ci ricordano le prescelte vittime sacrificali del Vecchio Testamento. Nel computo dei preparativi pasquali, non dobbiamo dimenticare il lavoro industriale dei mattatoi, in questi giorni impegnati nella “catena di smontaggio” delle vere pecorelle, in carne ed ossa. L'urlo degli agnelli appesi, sgozzati, squartati, sezionati resterà confinato tra quelle strepitanti mura. Oggi ci si limita, infatti, ad acquistare i tranci di carne, che solo lontanamente rimandano alla forma originaria dell'animale. Ormai sacrificato, cucinato, condito e servito a tavola, sarà per gli ospiti profumatissimo cibo, piatto pasquale, agnello rigeneratore della vita e dell'ordine familiare, sociale e cosmico.

venerdì 10 aprile 2009

giovedì 9 aprile 2009

I canti dei giovani di Marineo nella notte della Passione del Signore

Ciò che è essenziale e grande richiede di essere cantato. A Marineo, la notte del giovedì santo, è possibile assistere ad un'antichissima tradizione, che vede come protagonisti anziani e giovani, oggi uomini e donne indistintamente, in uno scenario di chiese, cappelle, piazze e crocicchi. Gruppi spontanei, confraternite e associazioni parrocchiali si riuniscono, intorno alla mezzanotte, presso la cappella della Santa Croce, per eseguire gli antichi lamenti dialettali della Passione di Cristo.
Dopo le prime esecuzioni solistiche, ogni gruppo segue un itinerario proprio e non prestabilito, che li porterà a cantare per i quartieri del paese. I luoghi visitati sono i sepolcri allestiti all’interno della chiesa Madre, del Collegio e del Convento. Un'altra meta del pellegrinaggio è la gradinata del Calvario, dove il gruppo Emmanuel accende una luminaria con centinaia di ceri votivi offerti dai fedeli.
Le esecuzioni dei canti tradizionali e dialettali sono solistiche e sono intervallate dal suono della “troccula”, strumento in legno costruito direttamente dai suonatori. I canti più lunghi, come "O Cruci, o parma, o aliva, o nuci pèrsica", non vengono eseguiti interamente: di volta in volta se ne estrapolano delle parti tramandate soprattutto per via orale. Nel dialetto locale, “trucculiari” significa anche bussare alla porta. Così, nell’immaginario collettivo, le “troccule” percorrono le vie del paese per bussare, per chiamare a raccolta uomini buoni e peccatori che dormono, che sono distratti da altre faccende, quindi insensibili al dramma che sta per compiersi. Il suono è anche associato al rumore delle catene che tengono legato il Cristo. I canti della Passione rappresentano, quindi, la colonna sonora del più lungo e intenso Venerdì Santo che una comunità cristiana possa vivere.

mercoledì 8 aprile 2009

Chi pena nta chidd'ura...


Diu vi salvi, o Regina,
o mari di duluri,

chi pena Simiuni
quannu vi dissi!
Chi pena Simiuni
quannu vi dissi!
Lu cori vi trafissi
cu 'na lanciata forti
quannu a Gesù la morti
prufitizzau!
Quannu a Gesù la morti
prufitizzau!
Oh chi duluri pruvau
Erò Gesù circannu
'n Egittu viaggiannu,
o gran Signura.
'N Egittu viaggiannu,
o gran Signura.
Chi pena nta chidd'ura
c'a Gesù avìa smarritu
e cu' cori firitu
ia circannu!
E cu' cori firitu
iva circannu!
Oh chi duluri e affannu,
'ncuntrà Gesù, Maria,
cu 'na gran cumpagnia
sutta la Cruci.
Cu 'na gran cumpagnia
sutta la Cruci.
'N'agneddu senza vuci
'nta gran duluri e peni
a lu so caru Beni
vitti muriri.
A lu so caru Beni
vitti muriri.
Cu 'na lancia firiri
a lu so Beni amatu
lu sagru custatu
vitti grapiri.
Lu sagru custatu
vitti grapiri.
Poi lu vitti scinniri
di la Cruci schiantatu
nta li vrazza pusatu
l'appi Maria.
Nta li vrazza pusatu
l'appi Maria.
E a sippillirlu ia
cu pocu accumpagnatu
seportu l'ha lassatu
a lu so Beni.
Seportu l'ha lassatu
a lu so Beni.
Deh, pi li vostri peni
a nui dati, Maria,
pi vostra curtisia
lu Paraddisu.
Pi vostra curtisia
lu Paraddisu.
Unni cu gioia e risu
cantamu in armunia
viva viva Maria
l'Addulurata!
Viva viva Maria
l'Addulurata!

martedì 7 aprile 2009

Tutti gli italiani vi sono vicini


Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha rilasciato la seguente dichiarazione sul terremoto che ha colpito l'Abruzzo.

"Alle persone terribilmente colpite nei loro cari, nelle loro case e nei loro luoghi di vita quotidiana dalla furia devastante del terremoto che si è abbattuto sulla città e sui dintorni de L’Aquila desidero dire semplicemente: tutti gli italiani, ed io con loro, vi sono vicini nel vostro dolore, condividono la vostra angoscia.
Anche da paesi amici sono giunti a me e al governo messaggi significativi di partecipazione al nostro cordoglio e di schietta solidarietà.
Sono sicuro che le forze dello Stato, che le Istituzioni pubbliche centrali e locali sprigioneranno il massimo sforzo per fronteggiare l’emergenza e dare a voi tutti sicurezza per il futuro".

lunedì 6 aprile 2009

Emergenza terremoto in Abruzzo, mobilitazione della rete Caritas


Questa notte violente scosse di terremoto hanno colpito in particolare la zona dell’Aquila, causando morti, danni ingenti, il crollo di numerose abitazioni e decine di migliaia di sfollati.
«Viva partecipazione al dolore delle care popolazioni» colpite dal terremoto in Abruzzo e «fervide preghiere per le vittime, in particolare per i bambini» sono state espresse da Benedetto XVI in un telegramma di cordoglio per le vittime del terremoto.
Nell’esprimere piena solidarietà alle persone colpite, e nell’assicurare la preghiera per le vittime e le loro famiglie, la Caritas Italiana si è prontamente attivata per coordinare gli sforzi delle Caritas che hanno già offerto disponibilità ad intervenire da tutta Italia e anche dall’estero.
Caritas Italiana, in stretto contatto anche con il delegato regionale, con i direttori delle Caritas diocesane di Abruzzo-Molise e con i vescovi locali, cerca di farsi prossima con la preghiera e con il sostegno materiale, valutando in questa prima fase le esigenze che emergono nelle comunità e nei luoghi provati dal sisma, per poter attivare interventi adeguati.
Per sostenere gli interventi in corso (causale “TERREMOTO ABRUZZO”) si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite C/C POSTALE N. 347013 o tramite UNICREDIT BANCA DI ROMA S.P.A. IBAN IT38 K03002 05206 000401120727
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
* Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
* Allianz Bank, via San Claudio 82, Roma - Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097
* Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
* CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio).

La settimana santa a Marineo



Lu lunnidi accumencianu li chianti
E duranu pi tutta la simana;

Lu martidì sunnu li passi santi;
Lu mèrcuri è la santa quarantana.

Lu jòvidi di lignu è la campana,
Lu vènniri muriu nostru Signuri;
Lu sabatu Maria sparma lu mantu,
Duminica Gesù Cristu ncelu torna.

Ora parramu di lu santu lunidi,
Ca na jurnata chi vinni immortali;
L'armuzzi santi stannu a dinucchiuni
Davanti nostru Diu cilistiali.

E po lu criaturi ‘n perfettu amuri,
Un havi paura di nessunu mali;
Si bbo lu paradisu peccaturi
Cristu ti darà li cincu chiai.

Ora parramu di lu santu martidi
Maria santa a tutti nni cummetti
Trova 'na cassettina in quelle parti
a spalla la portaron due vecchietti

O piccaturi, nun sicutari l'arti
Stai vigghianti stai cu l'occhi aperti
Cristu a lu munnu nni vosi la parti
Ncelu nn'aspetta cu li vrazza aperti

domenica 5 aprile 2009

Le ore della Passione


Maestro, Maestro dei canti, Maestro delle parole non dette, sette volte sono nato, sette volte sono morto dal tempo della tua visita fugace, dal tempo del tuo effimero venire. E guarda, ora vivo di nuovo a ricordare un giorno e una notte tra le colline, quando ci sollevava la tua marea.
Maestro, Maestro dei canti, Maestro delle parole non dette, i tuoi amici sono ancora con noi: culla e conforto. Forza e vigore ci danno i tuoi nemici.
Tua Madre è con noi; ho contemplato la luce del suo volto nel volto di tutte le madri; il dolce tocco della sua mano dondola culle di bimbi; avvolge sudari, il delicato tocco della sua mano.
E Maria Maddalena è ancora in mezzo a noi. Colei che prima libò l’aceto della vita, e solo tardi ne assaporò il vino.
E Giuda, l’uomo del dolore e delle ambizioni meschine, anche lui percorre la terra, ed anche ora, quando la sua fame non può saziarsi d’altro, dilania la preda di se stesso. E devastandosi, fruga tra le fibre, per trovarsi l’anima.
Ed ecco Giovanni, la cui giovane età amava la bellezza. E canta Giovanni, ma non è ascoltato.
E Simon Pietro, l’impetuoso, colui che ti rinnegò perché per te doveva vivere più a lungo, siede come gli altri intorno al nostro fuoco. Potrebbe rinnegarti ancora, Pietro, prima dell’alba di un altro giorno, eppure per te si farebbe crocifiggere, sentendosi indegno dell’onore della croce.
E Caifa e Anna vivono ancora il loro giorno, giudicando colpevoli e innocenti; dormono sui loro letti di piume, mentre colui che hanno appena giudicato geme sotto i colpi della sferza.
E persino Ponzio Pilato è qui. Ti teme ancora e ancora ti interroga, ma non osa rischiare la sua posizione, non osa sfidare un popolo straniero, e ancora se ne lava le mani. E oggi ancora Gerusalemme gli sostiene il bacile mentre Roma gli reca la brocca. E in esse mille, mille e mille mani invocano un lavacro di purezza.
Maestro, Maestro di poesia, Maestro di parole cantate, Maestro di parole pronunciate, sette volte sono nato, sette volte sono morto; ed ecco ora vivo di nuovo e ti guardo… guerriero tra i guerrieri… poeta dei poeti… Re al di sopra dei re… nudo fino alla cintola tra i compagni di viaggio.
Maestro, Maestro di Luce, i cui occhi guidano le dita annaspanti dei ciechi, sei ancora disprezzato e schernito: Uomo troppo debole e incerto per essere Dio... Dio troppo uomo per essere adorato… Poeta… Cantore… Cuore grande… possa Iddio benedire il tuo nome… e il grembo che ti ha portato… e il seno che ti ha dato il latte. E possa Iddio perdonare noi tutti.

sabato 4 aprile 2009

L'intervista calda del Provocopuscolo


Domenica 5 aprile alle ore 20 al Carpe avrà luogo un'intervista pubblica al sindaco a cura dell'associazione Provocopuscolo.
L'incontro sarà incentrato principalmente sulle attuali problematiche del nostro comune e sul lavoro svolto dall'amministrazione dopo quasi un anno di governo.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Anche chi non potrà essere presente fisicamente alla serata potrà intervenire inviando la propria domanda per il sindaco al nostro indirizzo email redazione@provocopuscolo.it e noi ci preoccuperemo di leggergliela subito.
L'intervista sarà trasmessa in diretta web sul nostro sito www.provocopuscolo.it ed in seguito resa nuovamente disponibile per quanti non l'avessero seguita.
Provocopuscolo

Corpo Forestale, a scuola per parlare della protezione della natura


A Marineo un percorso didattico, rivolto agli alunni della scuola elementare,
che ha come obiettivo l’educazione alla legalità attraverso la conoscenza e la protezione della natura. Il progetto, nato da una idea dei docenti del plesso Rocca, è stato concordato tra la dirigente scolastica Letizia Madracchia e dall’ispettore ripartimentale delle foreste di Palermo Francesco Squeglia. Gli incontri formativi sono tenuti dal commissario superiore Ciro Realmente e dall’ispettore superiore Gioacchino Lamia, che si avvalgono di ausili didattici per fare conoscere il corpo forestale e i suoi compiti, il bosco e i comportamenti da tenere per rispettarlo.

venerdì 3 aprile 2009

Mozione sul cimitero: e in consiglio comunale scoppia quasi un giallo


Nella seduta di mercoledì sera, il consiglio comunale all’unanimità ha votato una mozione, presentata dal gruppo di minoranza, riguardante il cimitero. Questo è il testo. «Considerata la grande considerazione che nella nostra comunità ha il culto dei morti; considerato il grave stato di abbandono del nostro civico cimitero; considerata la grave situazione relativa alla mancanza di loculi per le tumulazioni. Impegnano l’amministrazione comunale a provvedere per la pulizia straordinaria del civico cimitero; la manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali del custode e della casa mortuaria e autoptica; la revisione dell’impianto elettrico con la sistemazione di tutti i cavi che si “aggirano” nelle tombe e negli alberi; la realizzazione di un loculario prefabbricato».
Questa la risposta del sindaco. Per quanto riguarda la pulizia, viene garantita regolarmente, anche se le piogge e il vento forte delle ultime settimane hanno provocato qualche problema. Per quanto riguarda la manutenzione dei locali e quella dell’impianto elettrico, bisogna attendere che ci siano dei fondi in bilancio per potere risolvere i problemi più urgenti. Esclusa, invece, la possibilità di realizzare un loculario prefabbricato, in quanto non più consentito dalle norme vigenti.
Infine, il sindaco ha precisato che attualmente le salme vengono tumulate nelle sepolture delle confraternite, in mancanza di loculi comunali. Iniziati, infatti, i lavori per la costruzione della nuova colombaia, questi sono stati interrotti per ordine della Soprintendenza che deve effettuare dei saggi di natura archeologica in quel terreno. Nel corso del suo intervento, Ribaudo ha detto, in sintesi, che: «mentre i cittadini aspettano i nuovi loculi, qualche politico locale, pur di contrastare l’attuale amministrazione, si adopera a Palermo per ostacolarne la costruzione».
Su questo punto, il consigliere Spinella Mancuso è intervenuto per sottolineare la gravità delle affermazioni. «Sarebbe più corretto – ha detto – fare i nomi dei politici e le circostanze di questi gravi fatti, riferiti e verbalizzati in una pubblica seduta consiliare».

giovedì 2 aprile 2009

Caserma dei carabinieri, il consiglio vota all'unanimità il dietrofront


La caserma dei carabinieri non è in vendita, ma non è un pesce d’aprile. E’ solo l’ennesimo granchio preso dal sindaco di Marineo che, nonostante gli sforzi e la buona volontà, rimane per noi un libro chiuso.
Per evitare ulteriori polemiche in paese e per chiarire il pensiero 'reale' del primo cittadino, nella seduta del 1 aprile, il consiglio comunale ha, di fatto, reso inefficace la delibera 13 di giunta, che proponeva il cambio di destinazione d’uso dell’edificio della caserma per fini commerciali e di civile abitazione.
La proposta, presentata a firma del consigliere Vivona, che fa parte della maggioranza, è stata votata all’unanimità dall’intero consiglio comunale (con l'accordo dello stesso Ribaudo) nell'ambito della discussione del programma triennale delle opere pubbliche 2009/2011 (su cui torneremo a parlare successivamente).
In sostanza, l’edificio costruito per ospitare una stazione dell’Arma rimarrà, per volontà dei consiglieri, a disposizione dei militari e non potrà essere venduto per altri usi, vale a dire per abitazioni o negozi.
Come ha giustificato il sindaco la presa del crostaceo nella giornata notoriamente dedicata ai pesci? Ha detto che, in realtà, non era nelle sue intenzioni allontanare i carabinieri da Marineo. E noi ci crediamo. Però, ha detto pure che il cambio di destinazione d'uso dei locali della caserma era solo una 'strategia' per rendere più 'appetibile' una eventuale vendita dell'edificio. Ma appetibile a chi: al Ministero degli Interni o ai cinesi?