
Maestro, Maestro dei canti, Maestro delle parole non dette, sette volte sono nato, sette volte sono morto dal tempo della tua visita fugace, dal tempo del tuo effimero venire. E guarda, ora vivo di nuovo a ricordare un giorno e una notte tra le colline, quando ci sollevava la tua marea.
Maestro, Maestro dei canti, Maestro delle parole non dette, i tuoi amici sono ancora con noi: culla e conforto. Forza e vigore ci danno i tuoi nemici.
Tua Madre è con noi; ho contemplato la luce del suo volto nel volto di tutte le madri; il dolce tocco della sua mano dondola culle di bimbi; avvolge sudari, il delicato tocco della sua mano.
E Maria Maddalena è ancora in mezzo a noi. Colei che prima libò l’aceto della vita, e solo tardi ne assaporò il vino.
E Giuda, l’uomo del dolore e delle ambizioni meschine, anche lui percorre la terra, ed anche ora, quando la sua fame non può saziarsi d’altro, dilania la preda di se stesso. E devastandosi, fruga tra le fibre, per trovarsi l’anima.
Ed ecco Giovanni, la cui giovane età amava la bellezza. E canta Giovanni, ma non è ascoltato.
E Simon Pietro, l’impetuoso, colui che ti rinnegò perché per te doveva vivere più a lungo, siede come gli altri intorno al nostro fuoco. Potrebbe rinnegarti ancora, Pietro, prima dell’alba di un altro giorno, eppure per te si farebbe crocifiggere, sentendosi indegno dell’onore della croce.
E Caifa e Anna vivono ancora il loro giorno, giudicando colpevoli e innocenti; dormono sui loro letti di piume, mentre colui che hanno appena giudicato geme sotto i colpi della sferza.
E persino Ponzio Pilato è qui. Ti teme ancora e ancora ti interroga, ma non osa rischiare la sua posizione, non osa sfidare un popolo straniero, e ancora se ne lava le mani. E oggi ancora Gerusalemme gli sostiene il bacile mentre Roma gli reca la brocca. E in esse mille, mille e mille mani invocano un lavacro di purezza.
Maestro, Maestro di poesia, Maestro di parole cantate, Maestro di parole pronunciate, sette volte sono nato, sette volte sono morto; ed ecco ora vivo di nuovo e ti guardo… guerriero tra i guerrieri… poeta dei poeti… Re al di sopra dei re… nudo fino alla cintola tra i compagni di viaggio.
Maestro, Maestro di Luce, i cui occhi guidano le dita annaspanti dei ciechi, sei ancora disprezzato e schernito: Uomo troppo debole e incerto per essere Dio... Dio troppo uomo per essere adorato… Poeta… Cantore… Cuore grande… possa Iddio benedire il tuo nome… e il grembo che ti ha portato… e il seno che ti ha dato il latte. E possa Iddio perdonare noi tutti.
1 commento:
Il testo è preso dalla Prima Scena de:
"LA PASSIONE" Edizione 2000, Marineo.
Con brani tratti da:
- "IL RISCATTO DI ADAMO" di F.Orioles
- "GESÙ FIGLIO DELL'UOMO" di G.K.Gibran
- VANGELI di Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
Regia di Giuseppe Pernice.
Posta un commento