di Teatro del Baglio
Sabato 6 giugno, alle ore 21, si conclude la Villafrati la quarta rassegna di teatro contemporaneo di ricerca organizzata dal “Teatro del Baglio”. In scena “La Gattoparda/La notte del ballo”, di Miriam Palma e Lina Prosa con Miriam Palma, Magda Vicari, Franca Zangara, paesaggio sonoro Antonio Leto e Miriam Palma, luci Marcello D’Agostino, ambientazione video Antonio Leto, supervisione storica Anna Barbera, foto Marilena Macaluso, con la partecipazione straordinaria delle donne del Laboratorio “Teatro Studio Attrice/Non”.
La Gattoparda abita in un palazzo abbandonato, padrona di un tempo dai confini confusi, mescolati. Tutto può ancora cominciare o essere già concluso. In questa dimensione nebbiosa assume fantasmatiche sembianze di sposa reduce da un ipotetico banchetto che potrebbe essere avvenuto ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa o nel film omonimo di Luchino Visconti, oppure non essere mai avvenuto se non nei suoi sogni. In ogni caso la Gattoparda ha a che fare con la resistenza e la metamorfosi, la pienezza dello stare e la leggerezza del passare.
La Gattoparda c’è e non c’è. E’ immobile e spregiudicata, fatalista e rivoluzionaria, peccatrice e innocente, è viva e morta, è storia e sogno… Lo spettacolo non vuole definirne i contorni. La creatura appartiene all’archetipo femminile siciliano. E’ specifico il suo stare “intanata” negli spazi nascosti e sotterranei della storia e della cultura. Un contatto con il suo corpo concede di amarne il profumo profondo, intatto, come un’ondata di gelsomino che stordisce il passante in qualche luogo del sud.
Il racconto è sospeso. Scommette su un altro evento poetico, il possibile matrimonio tra Gattopardo e Gattoparda, tra finzione e realtà. Per prepararne il rito la drammaturgia va verso la forma del “giallo”. Il contesto contemporaneo è affidato, in voce e video, a Jean-Paul Manganaro, autore della più recente traduzione francese del Gattopardo, deus ex machina del banchetto, portatore “straniero” del romanzo all’interno dello spettacolo.
La creazione teatrale si struttura così sulle lingue sparse dei diversi piani narrativi, il siciliano, l’italiano, il francese. Alla macchina scenica delle trasformazioni dà corpo, voce, suono e canto Miriam Palma, coadiuvata da Magda Vicari e Franca Zangara, rispettivamente Justine e Magdaleine, due serve di scena che amplificano fino al divertissement la materia prima, a volte necessariamente caotica, dello spettacolo: la perpetuazione del rito della festa, del ballo.
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