venerdì 15 febbraio 2008

Facciamo più spazio alle donne


Il 52 per cento degli elettori italiani è donna. Questo dato contrasta con la scarsa presenza delle donne nei parlamenti e nei consigli provinciali e comunali e, soprattutto, con il grande ruolo che le donne hanno assunto nella società italiana nel campo del lavoro, delle professioni, dell’istruzione, primeggiando anche in settori che fino a pochi anni fa erano appannaggio esclusivo degli uomini.
Questo ridottissimo livello di partecipazione femminile costituisce per l’Italia una patologia del sistema rappresentativo che in passato non è stato affrontato con la sufficiente incisività: infatti la quota di parlamentari donne non si è mai discostata molto dal 10 per cento, nonostante i tentativi di legiferare la materia.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

le leggi esistono e prevedono il 50% delle quote rosa, per chi non le rispetta sono previste multe salata. vedi il video delle iene

http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2007/11/29&id=3916&categoria=&from=iene

Anonimo ha detto...

Complimenti a chi ha scattato la foto. certo dal vivo........

Anonimo ha detto...

Perchè non andare oltre?
Ossia , candidare tutte donne alla carica di sindaca/o.

Anonimo ha detto...

Nuccio , un suggerimento ( se posso?).
Sarebbe interessante un sondaggio del tipo : preferiteste una donna od un uomo alla carica di sindaco.

Nuccio Benanti ha detto...

Credo che sarebbe già sufficiente fare più spazio alle donne, aumentando di qualche punto lo zero per cento in consiglio comunale.
Non mi piacciono le liste di soli uomini, come non mi piacciono quelle di sole donne. Una via di mezzo sarebbe un segno di vera democrazia. Lo stesso vale per le candidature a sindaco.
Ovviamente, per donne "in gamba" in politica intendo riferirmi a persone intelligenti!

Anonimo ha detto...

Sole le specie a rischio estinzione sono tutelate con leggi speciali. Il fatto di prevedere quote è di per se stesso un oltraggio alle donne. Le leggi esistenti e quelle richieste per le "quote rosa", certificherebbero che le donne sono inferiori agli uomini. Ma vi posso assicurare che non è assolutamemnte così.

Anonimo ha detto...

Le donne non sono a rischio di estinzione o inferiori: sono solo un po' più deboli! No alle quote rosa, anche se il vero galantuono qualche volta "cede lo passo".

Anonimo ha detto...

LE NOSTRE DONNE SONO ANCORA LEGATE ALLE FAMIGLIE NON DECIDONO PER QUELLO CHE PENSANO, SONO ANCORA MOLTO ARRETRATE.
LE DONNE DI MARINEO ANCHE QUELLE ACCULTURATE E PROGRESSISTE NON PARTECIPANO ATTIVAMENTE ALLA VITA POLITICA, DELEGANO I GENITORI O QUALCHE PARENTE PER CERCARE QUALCHE SISTEMAZIONE E VOTANO SECONDO QUELLO CHE NELLA FAMIGLIA SI DECIDE.
CON è QUESTIONE DI PERCENTUALE E QUESTIONE DI LIBERTA CULTURALE ED ECONOMICA .
PARTECIPATE DONNE , PARTECIPATE.
SONO PESSIMISTA FORSE NESSUNA SARA' CANDIDATA.

Anonimo ha detto...

Innanzi tutto concordo con quanto detto da "Osservatore" in merito alle quote rosa .
In una società civile ed evoluta non dovrebbe essere necessario legiferare affinchè tutti i cittadini abbiano uguali diritti e possibilità di carriera. E infatti la nostra società ( e non parlo solo di Marineo) non la ritengo nè sufficientemente civile, nè tanto meno sufficientemente evoluta..

Molti ambiti lavorativi sono caratterizzati da una forte supremazia maschile, e, mi duole dirlo, non perchè gli uomini, in tali ambiti,abbiano maggiori capacità ma solo perchè è così dalla notte dei tempi.

Il cambiamento fa paura. Dover accettare che le donne, le povere, fragili donne tutte pizzi, merletti e ciabattine, siano in grado di guidare un camion, o assemblare un pc, o ancora governare un paese, bè, non è cosa semplice per tutti...

Non credo che le donne di Marineo siano poi così "arretrate". Mi risulta che molte di esse lavorano mentre i loro "forti" mariti ciondolano dal bar alla torrefazione, tagliando e cucendo più dell'intera sartoria benetton.

Altre, molte altre fanno le casalinghe è vero, ma d'altronde cosa offre il nostro territorio e in termini di lavoro e in termini di servizi che possano essere da supporto alle famiglie, consentendo a entrambi i coniugi una vita professionale soddisfacente?

E' vero, l'ambito politico sembra ancora off-limits per le donne, è un dato di fatto che và senz'altro discusso e cambiato. Come và cambiata la mentalità di certi politicanti, che mettono le donne in lista solo per soddisfare le famigerate "quote rosa" senza poi (e anche prima) credere minimamente alla candidatura in questione.

Ed è per questo che continuiamo ad avere il 10% di donne in parlamento e lo 0% a Marineo. Perchè le leggi non cambiano la testa delle persone, non portano cultura, non fanno maturare gli animi. Possono "abituarci" a qualcosa (ed è un passo, sicuramente), ma non ce lo faranno sentire come se ci appartenesse , non ce lo faranno sentire come se l'avessimo conquistato ! Non ci danno il senso, il valore delle cose.

Finisco come ho cominciato:
in un Paese civile ed evoluto non dovrebbero essere necessarie leggi rosa-azzurre-verdi .

Spero che chiunque si candidi e vinca le elezioni, sia esso donna o uomo ( in gamba ), si impegni in questo: rendere il nostro Paese, Marineo compreso, un pò più civile, un pò più evoluto...

Francesca Trentacoste

Anonimo ha detto...

PS. Dimenticavo un nota, sempre in merito alle donne e alla loro partecipazione in politica.

Nell'ambito marinese le donne FANNO politica, proponendosi come cittadinanza attiva (direbbe Nuova Marineo):
-- ricordiamoci del Comitato Cittadino, da cui è anche nata una Associazione, che periodicamente incontra il Sindaco per promuovere azioni volte al miglioramento della "vivibilità" (per dirla con un solo termine) del nostro paesino in termini di economia, igiene, salute (vedi ad esempio la Terza parte dell'Armata Brancaleone ).

-- ricordiamoci del gruppo di donne che si è organizzato per migliorare le condizioni presso la Nuova Scuola Materna (ad esempio: si sono autotassate per acquistare giocattoli, per promuovere piccole manifestazioni ed eventi).

Ripeto: non credo affatto che le donne marinesi siano così "arretrate", "deboli", "non disposte a partecipare alla vita politica".

Credo semplicemente che, il più delle volte, non vogliano essere strumentalizzate.

Francesca Trentacoste

Anonimo ha detto...

Io ritengo che l'assenza delle donne dalla politica sia determinata, più che da incompetenza o da mancanza di capacità, dall'impostazione stessa che connota questo sistema italiano. Il problema della mancanza delle donne in politica diventa quindi il problema dell'impossibilità delle persone oneste di partecipare normalmente alla vita di un paese normale. Ma questo è un paese normale? Penso di no! Questo è un paese che, così come non investe sulla scuola e sulla ricerca, non vuole cambiamenti. In Italia si chiacchera tanto (troppo), ma tutti (chi comanda, intendo, da destra a sinistra, dal piccolo al grande) vogliono conservare lo stato di cose esistente, che vuol dire privilegi, favori e clientelismo in abbondanza, mancanza di meritocrazia, possibilità di eludere le regole (in Italia c'è sempre una soluzione, dalla sanatoria all'indulto).. Avete mai visto "Amici"? Ecco l'Italia.. la giuria, spesso, offre la possibilità di rientro a chi sarebbe stato eliminato.. non si capisce su quale principio! Questo si chiama indottrinamento implicito al non rispetto delle regole! Come fanno le donne e gli uomini onesti a trovare passione verso tutto ciò? La partecipazione non si impone. L'imposizione non funziona mai. Bisognerebbe semmai costruire le condizioni per stimolare la partecipazione. Bisognerebbe che i soliti noti si facessero da parte. Ma, come è evidente in quest'inizio di campagna elettorale, i pezzi grossi di togliersi di mezzo non ne vogliono proprio sapere. E noi? La mia domanda è sempre la stessa: noi cosa facciamo? Andremo a santificare ancora una volta i nostri politici-vip, o decideremo finalmente di mandarli a quel paese?