di Nuccio Benanti
MARINEO. A Marineo la più antica riproduzione iconografica di san Ciro risale alla fine del Seicento. Si tratta di una tela ad olio, di autore sconosciuto, custodita in chiesa Madre.
Questa è una delle immagini più usate nella stampa dei santini. Il dipinto raffigura san Ciro in gloria, avvolto da una tunica azzurra e da un mantello rosso. Il santo si erge su una nuvola, ed è circondato da putti alati che sorreggono un vangelo, mentre con la mano sinistra tiene la palma del martirio. Nell'Apocalisse di san Giovanni i santi «stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario» (Apoc 7, 14-15). Nell’immaginario popolare il santo è, invece, rappresentato in maniera diversa: «[...] il concetto di santità non conserva alcunché di metafisico o di ascetico. Il santo non sta nella gloria delle nuvole, non è “assenza” austera e contemplativa ma “presenza” viva, materica e concreta [...] Più prossimo alla terra e alle cose umane per il fatto stesso di essere stato mortale» (Cusumano 1988). (continua)
MARINEO. A Marineo la più antica riproduzione iconografica di san Ciro risale alla fine del Seicento. Si tratta di una tela ad olio, di autore sconosciuto, custodita in chiesa Madre.
Questa è una delle immagini più usate nella stampa dei santini. Il dipinto raffigura san Ciro in gloria, avvolto da una tunica azzurra e da un mantello rosso. Il santo si erge su una nuvola, ed è circondato da putti alati che sorreggono un vangelo, mentre con la mano sinistra tiene la palma del martirio. Nell'Apocalisse di san Giovanni i santi «stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario» (Apoc 7, 14-15). Nell’immaginario popolare il santo è, invece, rappresentato in maniera diversa: «[...] il concetto di santità non conserva alcunché di metafisico o di ascetico. Il santo non sta nella gloria delle nuvole, non è “assenza” austera e contemplativa ma “presenza” viva, materica e concreta [...] Più prossimo alla terra e alle cose umane per il fatto stesso di essere stato mortale» (Cusumano 1988). (continua)