venerdì 18 giugno 2010

Vi ringrazio per il contributo che avete dato al successo dell’iniziativa


di Francesco Virga
Cari redattori, vi ringrazio per il contributo che avete dato al successo dell’iniziativa “CONTRO TUTTE LE MAFIE” svoltasi mercoledì scorso.
Colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta don Leoluca Pasqua di avere accettato l’invito a dare il suo contributo al dibattito sulla vessata questione dei rapporti tra mafia e chiesa. Personalmente ho condiviso gran parte del suo intervento che, richiamandosi all’evangelico “Discorso della montagna” – giustamente considerato il più rivoluzionario del Vangelo – e a due importanti, ma poco noti, documenti ecclesiali “Educare alla legalità” (1991) ed “Evangelizzazione del sociale”(1992), ha sostenuto la radicale incompatibilità tra Cristianesimo e Mafia. Non mi ha convinto invece il suo tentativo di riabilitare l’opera del Cardinale Ruffini. Devo aggiungere, comunque, che non ho condiviso, su questo punto, la replica di Umberto Santino, soprattutto per i toni polemici e gli argomenti usati, del tutto fuori luogo nel contesto in cui ci si trovava. (continua)

19 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho assistito all'iniziativa e sinceramente devo dire che stavo per andarmene!, mi sono seduto nuovamente quando Umberto Santino ha ripreso a parlare per replicare alle cose dette dal Parroco, condividendole.
E' innegabile il fatto che la Chiesa sia stata e continui ad essere un centro di potere. San Francesco e Madre Teresa di Calcutta sono granelli di sabbia come i sacerdoti che operano - nelle catacombe - per portare avanti la cosidetta Teologia della Liberazione. Tutti i sacerdoti citati come esempio non hanno un grande seguito, anzi qualcuno è stato pure messo di lato.
Non conosco i documenti, ma a parer mio il card. Ruffini come anche tutti i cardinali di oggi - era troppo impegnato a combattere il comunismo per prendersi pena del problema del fenomeno mafioso. I mafiosisi premurano sempre di riconoscere l'autorità e il potere della Chiesa, ed è quello che conta: in tutti i covi dei latitanti sono stati trovati armi e vangeli; il rispetto per i sacerdoti, salvo pochi casi, è sempre assicurato.
Nello scontro tra Chiesa e Comunismo la mafia (che è una organizzazione parassitaria) ha così trovato e continuerà a trovare humus per vivere.
In sostanza penso che Umberto Santino abbia detto la verità, che abbia dato un contributo non indifferente alla crescita culturale di noi presenti alla manifestazione, ma ha dato anche la possibilità agli assenti ingiustificati di poter tirare per la manica Don Leo e dire: "Visto, i soliti comunisti contro la Chiesa!".
La mafia potra essere sconfitta, ma non dagli anticlericali o dagli atei che in italia sono una sparura minoranza, mentre la chiesa va rinnovata dall'interno dai cattolici stessi.

Harakiri

Fabrizio Cangialosi ha detto...

Ho assistito al dibbattito anche se per poco per precedenti impegni familiari e di coppia. Ho notato la presenza di pochi persone, mancanza di divulgazione e conoscenza o altro? Bisognerebbe farne tanti altri di questi dibattici ... a mio dire? E Voi che ne pensate?

Anonimo ha detto...

è auspicabile che si facciano altri dibattiti anche su altri argomenti. per impegni di coppia frequento villafrati e noto una vitalità culturale che a marineo non è costante.
S.P.

Anonimo ha detto...

Fa bene Franco a prendere le distanze dalle argomentazioni astiose e polemiche del tutto fuori luogo nel contesto della presentazione del libro.

Vincenzo ha detto...

Ho assistito al dibattito e alla fine della discussione, sembrava quasi che l’esistenza stessa della mafia fosse da attribuire alla Chiesa Cattolica.
Vorrei porre un interrogativo: << Se Padre Pino Puglisi non fosse stato ucciso, oggi lo definirebbe “prete antimafia”? >>.
Credo proprio di no, probabilmente sarebbe stato uno dei tanti parroci incluso nella generalizzazione della “chiesa che non fa antimafia”, pur impegnandosi nel proprio lavoro in silenzio e senza tanti clamori.
In questo periodo storico la Chiesa Cattolica è diventata il bersaglio preferito dei cecchini di turno, considerata una banda di pedofili, dimenticando che nella storia si è distinta per la strenua difesa dei bambini fin dal concepimento, ha lottato contro l'infanticidio, ha fatto costruire scuole, orfanotrofi e ospedali. Dimenticando che il cristianesimo ha cambiato la condizione della donna e dei bambini, ha portato il concetto di libertà, ha sostituito i sacrifici umani, presenti in tutte le religioni del mondo, con il divino sacrificio della Messa, ha contribuito alla nascita delle università e del pensiero scientifico, ha generato la gran parte dell'arte di cui la nostra Italia è scrigno privilegiato.
Alla Chiesa di oggi mancano certamente i santi, gli uomini innamorati di Cristo che hanno fatto la storia della nostra civiltà, benché sui libri di storia compaiano di rado. Il cristianesimo di oggi è poco spirituale, molto orizzontale, umano, terribilmente condizionato dalle ideologie utopiche degli ultimi secoli. E' un cristianesimo che non appassiona perché manca spesso di slancio, di generosità, di affidamento nella Grazia nella grandezza di Dio.
A noi battezzati, spetta il compito di risvegliarla, ma soprattutto di difenderla con la testimonianza.

Ernesto ha detto...

Non sono stato all'incontro quindi non posso esprimere il mio parere in merito. Leggendo l'ultimo commento voglio in questa sede lanciarvi una provocazione. La chiesa è formata da uomini quindi in quanto santa abbiamo visto nel corso della storia che è peccatrice.. lo è stata e lo sarà. Penso che il rapporto di ogni fedele non deve essere legato alla storia della Chiesa o al legame con il proprio parroco ma bensi un legame diretto con Dio. bisogna mettere da parte le polemiche e sentirsi nel proprio Essere parte della Chiesa. Chiesa non significa edificio ma comunità insieme di persone. La mia provocazione riguarda i prenti anti-mafia come don Pino Puglisi. Perchè chiamarli preti anti-mafia e non martiri della Mafia? una persona che da la vita per dei valori in cui crede fino al punto di perdere la vita stessa non è un martire? 2000 anni fa i martiri erano quei santi che per difendere il culto cristiano venivano uccisi dai romani; oggi perchè gli uomini che cobattono la mafia attraverso la cristanietà nel nome di Dio non vengono chiamati Santi Martiri? Spero che abbiate capito il mio commento e il mio messaggio. in fondo c'è un pò di rabbia dentro il mio cuore. per me don pino puglisi non era un prete anti-mafia ma un Santo Martire della Mafia da festeggiare come San Ciro San Giorgio o il moderno San Pio.

Nuccio Benanti ha detto...

In principio i santi furono esclusivamente i cristiani uccisi per la loro fede in Cristo. Ma poi le cose cambiarono.

Se vogliamo possiamo chiamare don Pino Puglisi "santo", ma non possiamo festeggiarlo ufficialmente come San Ciro, San Giorgio o San Pio...

Il processo di santificazione è fermo perché la Congregazione vaticana per la Cause dei Santi sta discutendo se l'uccisione di don Puglisi possa essere interpretato come un "martirio" in odium fidei (in odio alla fede). Per la Congregazione vaticana, infatti, si può affermare che si è davanti a un martirio cristiano solo il delitto sia avvenuto in odium fidei.

Di questo ne abbiamo parlato con un articolo qualche mese fa:

Il martirio di don Puglisi

Ingui giuseppe tirrimutuni ha detto...

Spero che di queste serate serie ce ne siano altre. W il confronto il dialogo crea nuove visioni di vedere il mondo che ci circonda e di esplicitarne i veri significati nella Pace.prosit.

Nino Di Sclafani prima parte ha detto...

Ho partecipato con attenzione e passione al dibattito dell’altra sera. Da un punto di vista strettamente storiografico ho molto apprezzato la sintesi di Santino, sempre ricca di riferimenti circostanziati e precisi. In questi giorni, tra l’altro, ho anche incominciato a sfogliare il suo libro che ritengo meritevole di attenzione per esaustività. Come non apprezzare, parimenti, la grande disponibilità a mettersi in gioco di Padre Leo, consapevole di affrontare un argomento spinoso e, apparentemente, lontano dal suo ruolo di pastore di anime. Non ho per niente gradito la replica di Santino che ha tirato in ballo il solito repertorio di pregiudizi contro la Chiesa che continuano a dimostrare quanto il muro divisorio, fisicamente caduto ormai da più venti anni, sia ancora ben saldo nella coscienza di chi milita da questa o dall’altra parte, privando la comunità umana di due forze che, se operanti in simbiosi, avrebbero i requisiti e i contenuti per potere determinare una vera inversione di rotta nella decadenza valoriale, ambientale ed economica dell’occidente.
Su questi presupposti ho cercato, con il mio intervento, di delineare come il preconcetto reciproco tra mondo cattolico e sinistra politica, stia di fatto facendo il gioco di chi ha interesse che questi due mondi rimangano agli opposti estremi di qualunque tentativo di sintesi e progettualità politica. In questo processo ravviso responsabilità eque sui due fronti anche se, obbiettivamente, è molto più ciò che unisce questi due mondi di quanto li divide (come peraltro ha fatto anche saggiamente notare Franco Virga).
Valori progettuali quali la solidarietà, la lotta contro la povertà del sud del mondo, una più equa distribuzione delle risorse, il rispetto per l’ambiente, la difesa della pace e la condanna di qualunque violenza e della guerra, l’accoglienza per i migranti, la salvaguardia dei più deboli, la difesa del lavoro e delle famiglie, sono presenti nell’agenda di lavoro sia della Chiesa che dei partiti della sinistra europea. L’unico terreno di acceso confronto rimane la morale sessuale, l’aborto e le questioni di bioetica. Intanto questa risicata percentuale di divergenze determina un dialogo difficile, insanabile, che lascia spazio a schiere di atei-devoti che pur rappresentando con la loro vita ed il loro esempio, la negazione stessa dei valori cristiani, si arrogano il diritto di essere rappresentanti politici delle istanze della Chiesa. Ciò avviene per il tramite di elargizioni e prebende (dal finanziamento alla scuola privata all’8 per mille) che mettono a tacere le gerarchie ecclesiastiche sovente inclini ad intervenire velatamente e dare suggerimenti elettorali.
Dall’altro versante, quello dei partiti di sinistra, il reiterare modelli oramai logori che inneggiano al socialismo reale noncuranti dei suoi fallimenti o la mancanza di coraggio nel determinare un reale cambiamento quando la responsabilità del paese è stata loro affidata, innalza ancor più quello steccato divisorio che impedisce la reciproca ed obiettiva conoscenza.

Nino Di Sclafani seconda parte ha detto...

Nel frattempo l’Italia arranca, immersa in una crisi di portata epocale e guidata da una classe politica che tra scandali e mistificazioni sta consentendo la fine del lavoro, lasciando che la gloriosa manifattura italiana prenda la via dei paesi dell’est, consentendo il definitivo fallimento di una politica a favore dell’agricoltura, distruggendo la cultura, il teatro e la musica che per l’Italia significano lavoro e qualità presa a riferimento dal resto del mondo. Innovazione e ricerca da sempre evocati come la soluzione di tutti i mali si misurano coi profondi tagli di fondi alle università e con la conseguente fuga delle migliori menti. In compenso il patinato mondo della televisione continua ad arruolare tronisti, pupe e veline decretando un decadimento culturale e valoriale senza precedenti mentre leggi ad hoc tentano di imbavagliare la stampa e a salvare dalle aule dei tribunali i rappresentanti di una casta che non ha mai abbandonato il vizio della ruberia e della corruzione. Fino a ieri il nostro premier si è inventato un nuovo ministero per sistemare un amichetto con una fedina penale di tutto rispetto e con un processo in corso sull’affaire AntonVeneta, garantendogli così la possibilità di sottrarsi al giudizio del Tribunale.
Nel frattempo l’opinione pubblica si arrovella il cervello sul 4 4 2 proposto da Lippi, sull’impatto del nervo sciatico di Buffon sui Mondiali, se sia più glamour sfoggiare i bikini o il pezzo unico in spiaggia fino a scoprire il grande salto di civiltà fatto dalla nazione nel consentire l’accesso in alcune spiagge a cani e gatti.

Nino Di Sclafani

Anonimo ha detto...

nuccio ha ragione.per tutti don pino potrà essere santo, ma per la chiesa ci vuole la prova del suo martirio avvenuto a causa della fede. e si sa, don pino è morto SOLO perchè pestava i piedi a qualcuno.quel qualcuno che si confesava, pregava(a modo suo) e prendeva persino la comunione.che quindi non ha ucciso un parroco perchè tale, ma perchè con le sue azioni contrastava la "famiglia" e spingeva i giovani a ribellarsi al loro segnato destino.

Anonimo ha detto...

Riporto le parole di Giovanni Falcone: "la mafia, come tutte le manifestazioni umane, ha avuto un'inizio, una sua esistenza e avrà una fine", spetta a noi cittadini onesti, attraverso tutte le forme e le espressioni di civiltà, arginare granello dopo granello questo cancro che inquina e distrugge ogni cosa.
Quanto tempo ci vorrà? Non lo so!
ma se tutti facciamo la nostra parte, c'è ne vorrà di meno.
Come disse Peppino Impastato: la mafia è una montagna di merda e io sono stanco di stare in punta di piedi!!

Anonimo ha detto...

Sig. Nino mi consenta: il termine cattocomunista da Lei usato nel corso dell'intervento è un OSSIMORO come lo è essere capo gruppo del P.D. e dare il voto al P.d.L. che è il partito del Premier. Non si preoccupi se nel frattempo l’opinione pubblica si arrovella il cervello sul 4 4 2 proposto da Lippi, lo fa per pensare a Berlusconi.

Anonimo ha detto...

...ops! per NON pensare.....

Anonimo ha detto...

Sono in corso contatti e riunioni in Vaticano per decidere la linea da tenere dopo che il cardinale Sepe e' indagato per corruzione. Sepe possiede il passaporto diplomatico, ma nei giorni scorsi e' stato piu' volte ribadito che la Curia romana desidera che il cardinale collaborasse con i pm e lui stesso, prima di venire indagato, si era dichiarato disponibile. I contatti sono in corso mentre il Papa sta celebrando messa in San Pietro per ordinare 14 nuovi sacerdoti.

Nino Di Sclafani ha detto...

Caro anonimo delle 12.19, il senso del mio intervento tende proprio a far comprendere che siamo giunti al momento in cui è opportuno anche superare il concetto di Ossimoro. Proporre, per il bene del paese una nuova intesa politica che metta assieme anche parti tra di loro, fino ad oggi, inconciliabilmente separate potrebbe forse dare qualche speranza. Sul mio voto al PDL alle regionali per l'On. Greco non mi ripeto avendo già abbondantemente spiegato nelle pagine di questo blog il senso di quella scelta che, tra l'altro, segue proprio il ragionamento odierno di un patto per Marineo al di là degli schieramenti, che però alla fine non si è potuto realizzare.
Cattocomunista è il dispregiativo usato sovente dal sig. B. per indicare quella parte di società civile che pur provenendo da una salda matrice cattolica non si ritrova rappresentato dalle forze politiche conservatrici ma preferisce guardare a sinistra con la speranza di un effettivo miglioramento ed ammodernamento della nostra società seguendo quei valori guida di cui dico sopra che uniscono questi due mondi.
Se, poi, Ella si ritiene motivato ad intraprendere nei fatti e non solo ad anomnime parole un'azione di liberazione del nostro paese contro la narcotizzante egemonia berlusconiana non ha che da farsi avanti.

Anonimo ha detto...

La più grande persecuzione della Chiesa nasce dal peccato al suo interno. (Benedetto XVI)

Anonimo ha detto...

il libro parla della storia del movimento antimafia, di tutto si parla tranne che di quello
s.

Nuccio Benanti ha detto...

Questa nuova edizione, aggiornata e integrata (che viene dopo nove anni dall’ultima del dicembre 2000), si propone soprattutto di promuovere una riflessione, in primo luogo nell’ambito di un movimento che deve crescere, diffondersi e radicarsi, ma anche in un ambito più ampio, quello della società civile più o meno organizzata e quello ancora più esteso dei lettori che desiderano conoscere la storia remota e attuale delle lotte contro uno dei fenomeni più preoccupanti della società contemporanea e impegnarsi per la costruzione di alternative efficaci e praticabili.
Le pagine della Storia del movimento antimafia si articolano in tre parti: la prima parte, «Il movimento contadino e la lotta contro la mafia», abbraccia un arco di tempo che va dai Fasci siciliani, al fascismo, al secondo dopoguerra; la seconda parte, «Un periodo di transizione», è sui cruciali anni ’60 e ’70; la terza parte, «L’impegno della società civile», analizza la lotta contro la mafia dagli anni ’80 a oggi. Il volume contiene anche un’appendice sulle associazioni e le iniziative antimafia in Italia aggiornato ad oggi, essenziale repertorio di punti di riferimento in tutto il territorio nazionale.