di Nuccio Benanti
Nel mese di novembre l’agricoltura incontra la dimensione dei morti: l’inizio della stagione della semina coincide, infatti, con la commemorazione dei defunti.
I semi e i morti condividono uno spazio e un destino comune: entrambi sono sotterrati ed aspettano di tornare alla luce. L’uomo rivolge, quindi, le proprie attenzioni e le proprie preghiere tese a sottolineare il momento drammatico del passaggio da un tempo consumato ad un tempo rigenerato, per propiziare la rinascita della vegetazione dopo il riposo invernale. (Buttitta) Nel linguaggio allegorico del Vangelo è una condizione di effetto: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto. (Gv. 12, 24) Questo insegnamento di Gesù viene riportato dall’evangelista Giovanni ed è ripreso anche nella famosa Prima Epistola ai Corinzi di Paolo di Tarso, che lo associa alla resurrezione di tutti i credenti. Secondo la visione biblica, lo stesso uomo è stato tratto da Dio dalla polvere, ed è destinato a ritornare alla terra che lo custodirà come nel suo grembo materno fino al momento della rinascita. Così, come spiega lo storico delle religioni Mircea Elide, per la straordinaria similitudine fra il ciclo «seme, pianta, nuovo seme» e il ciclo «vita, morte, nuova vita», e per la capacità di nutrire l’uomo a sazietà, nelle società agricole il granello di frumento ha assunto un significato simbolico ed è stato indissolubilmente associato alla rinascita della vita, nonostante la morte. Quella del chicco di grano, cellula primordiale della fecondità della natura e simbolo di rinascita paragonabile alla vita dell’uomo, è una immagine fortemente presente nella letteratura cristiana, che l’ha ereditata dalla tradizione giudaica, ma che è presente anche negli antichi miti diffusi nell’area del Mediterraneo.
Bibliografia essenziale: Buttitta I., 2006 - I morti e il grano. Tempi del lavoro e ritmi della festa, Meltemi, Roma; Eliade M., 2008 - Trattato di storia delle religioni, Bollati Boringhieri, Torino; Rinaldo Fabris (a cura di), 2005 - Prima Lettera ai Corinzi, Paoline, Milano.