martedì 9 febbraio 2010

Gramsci sulla religione


di Francesco Virga
L’anno scorso le prime pagine dei giornali italiani hanno dato un rilievo maggiore di quello che meritava alle dichiarazioni, peraltro non nuove, di un alto prelato secondo il quale il più grande ed originale pensatore marxista del '900 si sarebbe convertito al cattolicesimo in articulo mortis.
La notizia, oltre a lasciarmi perplesso, mi ha spinto a rileggere i suoi scritti. In questi (specialmente in quelli giovanili) si trovano a iosa non solo frequenti spunti polemici anticlericali ma anche nette affermazioni d’incompatibilità tra i principi del socialismo e la religione cattolica. Ma non va cercata in questi luoghi, che facevano parte del senso comune dell’epoca, l’originalità di Antonio Gramsci, quanto piuttosto nella singolare attenzione alle diverse espressioni della cultura religiosa, popolare e colta, cattolica e non. Il sardo – che non disprezzava neppure la miriade di fogli e riviste parrocchiali che, pur sfuggendo ad ogni controllo critico, continuano a circolare in tutte le case – è particolarmente colpito dalla capacità della Chiesa cattolica di creare consenso attorno a sé, riuscendo a mantenere costantemente un rapporto tra intellettuali e semplici. Scriverà infatti nei Quaderni:
“la forza delle religioni e specialmente della chiesa cattolica è consistita e consiste in ciò che esse sentono energicamente la necessità dell’unione dottrinale di tutta la massa religiosa e lottano perché gli strati intellettualmente superiori non si stacchino da quelli inferiori.” (Q.pagg.1380-1381) (continua)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se formalmente lontano dalla religione cattolica, Gramsci in vita manifestò in diverse occasioni di condividere le idee cristiane, che non aveva comunque mai disprezzato. Nella lettera alla madre non dice nulla contro la chiesa poichè ne condivide intimamente i valori. Perché si sarebbe convertito in punto di morte? Forse perchè intimamente era già cristiano - da sempre - ne aveva condiviso i principi pur non essendo praticante. In vita, nella sua attività politica , doveva pur rispettare un ruolo - Pirandello direbbe una maschera - quello che il partito comunista imponeva ai suoi tesserati. Probabilmente era un cattolico vittima - in senso nobile del termine - dell’apparato comunista e per ragion di stato. Questo è stato detto di Gramsci: che non era ostile alla religione, ma era prigioniero dell’idelogia che - da buon comunista - non voleva mettere in difficoltà. Si decise solo alla fine di convertirsi forse per non causare un danno al suo partito. Un grande uomo, altruista, un grande comunista e un grande cristiano nei contenuti più di tanti demo-cristiani. Oggi forse sarebbe stato etichettato come cattocomunista, ma lui ne sarebbe stato contento.
A.C.

ernesto ha detto...

Antonio Gramisci era semplicemente un grande...

peccato che non è conosciuto specialemte tra i giovani... rivolgendosi ai giovani diceva:

Istruitevi, perchè avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.

Agitatevi, perchè avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.

Organizzatevi, perchè avremo bisogno di tutta la vostra forza

ernesto ha detto...

Gramsci è stato un grande... peccato che non è tanto conosciuto tra i giovani... rivolgendosi proprio ai giovani diceva:

Istruitevi, perchè avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.

Agitatevi, perchè avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.

Organizzatevi, perchè avremo bisogno di tutta la vostra forza.

Hasta la Victoria Siempre

Anonimo ha detto...

Antonio Gramsci fue mi maestro cuando estudiaba Sociología en la Universidad, allá por los `70. Tendría que releerlo...
Alicia
Buenos Aires, Argentina