giovedì 26 giugno 2008

Il nostro libro-blog sul culto di San Ciro in Egitto, Italia e Stati Uniti


(nb) Nel 1909, a Manhattan, in una vetrina di un negozio che si affacciava su Elisabeth Street faceva la sua comparsa una statua d’argento di san Ciro. Negli orari di chiusura, in quei locali si incontravano i fondatori della Società religiosa per organizzare le prime feste comunitarie. Il culto del santo patrono fu uno dei vincoli più forti sul piano emotivo, in grado di legare i primi immigrati di Marineo gli uni agli altri e al paese di origine. Già a partire dai primi anni del Novecento, l’ultima domenica di gennaio si celebrava la cosiddetta “festa povera”. Mentre nel mese di agosto, di solito il secondo week-end, si svolgeva la “festa ricca”, che prevedeva tre giorni di manifestazioni come a Marineo.
L'umano cammino di san Ciro tra le afflizioni terrene iniziò nel III secolo tra le affollate vie di Alessandria d’Egitto: in questa città cosmopolita fu prima figlio e studente modello, poi medico, eremita e martire. E sono ormai secoli che suoi devoti tramandano il ricordo di questo uomo straordinario nato agli albori del cristianesimo in terra africana. Accolto da santo, è stato amato e venerato in terra italiana. Infine, è stato compagno di viaggio nelle rotte atlantiche degli emigrati, padre, fratello, amico sapiente e consolatore in terra americana. In due parole: patrono universale. Libro-blog a puntate sul culto di san Ciro su Piazza Marineo.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Nuccio,
Ho appena letto la prima puntata della tua nuova opera su San Ciro. Apprezzo l’esattezza delle descrizioni e sono ansioso di continuare a leggere ulteriori informazioni. Rendero’ note le tue pagine alla comunita’ Marinese e sono sicuro che le storie stimoleranno il loro interesse. Spero il tuo progetto includa nel futuro l’intera pubblicazione in un volume.
Cordialmente,
Ciro Guastella

Nuccio Benanti ha detto...

Grazie per l'apprezzamento.

Soprattutto per la parte che riguarda gli Stati Uniti, vi chiedo di segnalarmi eventuali inesattezze, errori o omissioni.

Questa nuova formula di scrittura ci consente, infatti, di scrivere e correggere il libro in diretta e in mondovisione.

Spero di concludere entro il mese di agosto.

Anonimo ha detto...

Alla Biblioteca Nazionale di Palermo oggi BCRS, è conservato una copia del giornale IL CORRIERE DELL'ISOLA del 1894 che riporta una descrizione della festa di san ciro e la dimostranza con il testo allora recitato.
Alcune di queste pagine sono in possesso di alcuni studiosi marinesi.
Partendo da questa fonte si potrebbe riscrivere la Dimostranza e si potrebbero riportare le descrizioni della festa in quanche pubblicazione. Vi assicuro sembra rivivere i nostri tempi.
Giuseppe Lo Pinto dipendente della Biblioteca .

Anonimo ha detto...

Toto'P. pensa e dice,
personalmente non ti conosco,(maconosco i tuoi natali)
ho sempre letto il tuo lavore e questa presentazione di San Ciro nel mondo non poteva essere meno,ottimo lavoro anzi mi augurerei che alcuni marinesi con la M maiuscola che vivono negli U.S.A,che dicono che conoscono la vita di san Ciro che ne abbino una bella rinfrescata
(ma sara difficile)
Ti abbraccio Toto' P

Nuccio Benanti ha detto...

L'idea di pubblicare questo libro a puntate sul blog è nata proprio per far conoscere a tutti la vita, le opere di San Ciro, nonché e le nostre tradizioni. Persone come Ciro Guastella (USA) e Giuseppe Lo Pinto (Biblioteca di Palermo) hanno già dimostrato il loro interesse in favore della divulgazione del culto. Per questo li ringrazio.
Ognuno di noi, in tal senso, sente il dovere di fare la propria parte, anche semplicemente parlandone.

Anonimo ha detto...

LA storia dei rapporti dei marinesi con San giorgio prima e san Ciro poi è ancora tutta da scrivere e spero troverai il modo di evidenziarla nella tua opera . Di sicuro non vi è stato apartire dal 1665 un cambio di patrono ma una aggiunta di san Ciro a proteggere i Marinesi. Ancora alla fine dell'ottocento la arta intestata della parrocchia allora come ora intestata a SS Ciro e Giorgio riportava come immagine la figura di San Giorgio a testimonianza della immutata situazione "giuridica" del patronato ( per rendersene conto basta fare una veloce "incursione" presso l'archivio diocesano).
Qualche argomentazione sulla damnatio memoriae di san Giorgio ormai non più esistente neanche come immagine nelle chiese di Marineo l'ho riportata su un articolo pubblicato un paio di anni fa su CNTN. Ma è argomento da approfondire per la storia della religiosità popolare marinese. Ne potrebbe venire fuori un esempio di come si costruisce la santità nell'immaginario collettivo di una comunità riferita a uno sconosciuto eremita alessandrino.
Nino Scarpulla

Nuccio Benanti ha detto...

Sono convinto come te che, sul piano giuridico, avviene sempre una aggiunta e mai una "brusca" cancellazione del precedente patrono.

Però di fatto, la comunità marinese, a partire dall'anno 1665, ha portato avanti solo il culto di san Ciro (attraverso la commissione di importanti opere d'arte, la letteratura, gli atti di devozione...). Già a fine Ottocento esisteva la Dimostranza e gli emigrati portavano con loro in America il patrono Ciro.

San Ciro oggi rimane, di fatto, l'unico patrono di Marineo, mentre condivide l'intestazione della chiesa Madre con san Giorgio.

Se mi fai avere la fotocopia del tuo articolo, proviamo a sviluppare questo interessante argomento.