martedì 24 marzo 2015

Il grano, l’ulivo e l’ogliastro: storia di Bolognetta presso la Real Fonderia


di Piazza Marineo
Sabato 28 marzo alle ore 17.30 a Palermo, presso la Real Fonderia Oretea, Piazza Fonderia alla Cala, si presenta il volume “Il grano, l’ulivo e l’ogliastro. Bolognetta - Santa Maria dell’Ogliastro, 1570-1960” di Santo Lombino, edito dall’Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici.
Interverranno Manuela Patti, Tommaso Romano, Aldo Sparti. Coordinerà i lavori Umberto Balistreri. Sarà presente l’autore. L’incontro, aperto a tuti, è organizzato dall’Associazione culturale Nuova Busambra e da Isspe editore. Santa Maria dell’Ogliastro, oggi Bolognetta, è una delle “città nuove” sorte in Sicilia per volontà dell’aristocrazia, decisa a dare impulso alla produzione cerealicola, in seguito al forte incremento della popolazione. Grazie alla concessione di particolari benefici, molti abitanti delle città si spostarono verso i feudi a coltura estensiva posti all’interno dell’Isola. Il comune che sorse fu definito “terra dell’accoglienza” perché, trovandosi al crocevia di molte strade che da Palermo portavano ad Agrigento, Corleone e Catania, forniva nei fondaci servizi di ristoro e di riposo alle truppe, ai commercianti, ai passeggeri ed agli animali che li trasportavano. Fu definito anche “paese delle donne” perché molte di loro accudivano da nutrici ai bambini abbandonati alla “ruota dei projetti” ed erano titolari di esercizi commerciali. Da piccolo villaggio, il centro abitato diventò un paese alla fine del Settecento, quando la maggior parte dei terreni a grano, a vigneto ed oliveto venne concessa dal marchese di Ogliastro ai mezzadri, che si impegnarono nelle migliorie e nelle bonifiche. Una coltura particolare era quella del sommacco, le cui foglie essiccate, venivano esportate anche all’estero come colorante per cuoio e tessuti. Nella prima parte dell’Ottocento i “bolognettesi” parteciparono alle lotte contro la dinastia borbonica e contribuirono alla riuscita della spedizione dei Mille di Garibaldi, contribuendo all’unificazione nazionale. Probabilmente In seguito alla rivolta detta del “Sette e mezzo” (1866), in cui si registrò la morte di otto carabinieri e di un rivoltoso, il paese cambiò il suo nome da Santa Maria di Ogliastro in Bolognetta, in ricordo della famiglia nobile dei Bologna, antichi possessori del feudo. All’inizio del Novecento il 20% degli abitanti intraprese la strada dell’emigrazione, raggiungendo la città di New York e gli stati vicini, dove si formò la Società di Mutua Benevolenza dei Bolognettesi, ancora oggi attivo sodalizio di riferimento per la catena migratoria che unisce il paese siciliano agli Stati Uniti.